Il terribile terremoto in Giappone con i conseguenti problemi alle centrali nucleari ( in particolare quella di Fukushima dove si sono registrate esplosioni) hanno ridato fiato alla polemica antinuclearista che negli ultimi tempi sembrava sopita. Si prospetta una nuova ondata di fobia come quella che avvenne all'indomani del disastro di Chernobyl? I timori furono allora decisivi nel determinare il successo del referendum contro le centrali nucleari. Di certo non ci possiamo permettere come nel 1987 che la nostra politica energetica venga determinata sull'onda dell'emotività. Una decisione sbagliata ancora prima nel metodo che nel merito , i cui effetti si trascinano fino a oggi sotto forma del costo più elevato dell'energia elettrica in Europa.
Per una fare delle valutazioni razionali occorre partite da un dato di fatto: terremoti di potenza paragonabile a quella del Giappone ( magnitudo 8,9 della scala Richter) non si sono mai registrati nel nostro Paese.
I cittadini sul nucleare hanno diritto ad un' informazione senza reticenze. Per questo però occorre fare le giuste domande. Anzitutto:le centrali di ultima generazione garantiscono la sicurezza dai terremoti? E poi: in Italia esistono zone in cui il rischio sismico è essente o così limitato da consentire di ubicarvi centrali nucleari senza che si corra il rischio di una nuova Fukushima?
lunedì 14 marzo 2011
Il terremoto in Giappone, Fukushima e il nucleare in Italia
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