A favore di Gheddafi ci soni le evidenti divisioni all'interno della coalizione dei volonterosi: gli Stati Uniti con Obama hanno il comando delle operazioni militari ma hanno una gran voglia di sfilarsi. Il segretario alla difesa Robert Gates e gli ambienti militari sono molto perplessi circa l'utilità di imbarcarsi in quest'ennesimo conflitto. E quando manca una leadership americana, gli europei ne approfittano per litigare.
In prima fila ci sono le divergenze italo-francesi. Questa appare sopratutto la guerra di Sarkozy, che si distingue per il suo attivismo. Il presidente francese spera di far recuperare alla Francia una maggiore influenza in Nord Africa e di acquisire consenso in vista delle prossime presidenziali puntando a rivitalizzare il sentimento della grandeur. Il governo italiano teme invece che la Francia finisca per sottrargli la vantaggiosa posizione commerciale acquisita con la Libia. Inoltre la nostra diplomazia appare tagliata fuori dalle decisioni rilevanti dalla coalizione e per questo ha annunciato che nel caso non si arrivi a un comando unificato gestirà le proprie basi militari con un proprio comando indipendente. E' piuttosto triste notare come, nonostante ci sia stata una risoluzione ONU e un vertice a Parigi, non si sia riusciti a trovare un accordo su questo punto fondamentale nonostante l'operazione militare sia cominciata da giorni.
a complicare la questione del comando NATO c'è la contrarietà della Germania al conflitto: la Merkel è in campagna elettorale e non vuole ritrovarsi nella stessa situazione della guerra in Iraq quando Schroeder era contrario alla guerra e la Merkel favorevole e solamente per questo motivo l'allora leader della SPD era sul punto di spuntarla nelle elezioni
martedì 22 marzo 2011
Guerra a Gheddafi: se non c'è il gatto americano i topi europei ballano
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