giovedì 2 ottobre 2014

Il deficit della Francia di Hollande è vera sfida al rigore dell'Ue?

In occasione della presentazione della legge di bilancio la Francia ha reso noto che riporterà il suo deficit entro il parametro del 3% stabilito dall'Ue, solo nel 2017 e non nel 2015 come si era inizialmente impegnata a fare.
Va subito detto che se l'Italia seguisse la stessa strada i suoi interessi sul debito probabilmente salirebbero a livelli insostenibili, con grossi rischi di tenuta per tutto il nostro sistema di conti pubblici. Infatti la Francia rispetto all'Italia ha il vantaggio di pagare interessi molto bassi, praticamente ancorati a quelli tedeschi. Da qui quella che appare una contraddizione della politica finanziaria dell'Eliseo che lancia una sfida alla Germania, campione del rigore, nella consapevolezza che è proprio la vicinanza alla linea finora seguita da Berlino che ha consentito a Parigi di limitare gli effetti negativi dell'elevato deficit di questi anni. Solo il tempo ci saprà chiarire se i cugini d'oltralpe perseguiranno in maniera coerente la sfida dichiarata all'austerity o se imboccheranno la via del ritorno all'ovile della Merkel. Resta l'immagine di uno strappo unilaterale rispetto agli impegni europei che nell'immediato può anche risollevare l'orgoglio transalpino, ma che in una prospettiva di lungo periodo non appare in grado di intaccare la supremazia tedesca né contribuisce a dare solidità all'idea di una casa comune europea che faccia da argine al proliferare degli egoismi nazionali.

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