Dopo una campagna elettorale estremamente dura in cui non sono mancati gli attacchi personali, Dilma Rousseff ottiene un secondo mandato presidenziale vincendo di stretta misura le elezioni (51,5%) in Brasile contro lo sfidante di centro destra Aecio Neves e promette di riunire con una politica di riforme un Paese spaccato. Alla fine la parte più povera della popolazione non l'ha abbandonata temendo che una sua sconfitta significasse perdere il sistema di welfare introdotto da Lula, mentre Neves è stato sostenuto principalmente dalle regioni meridionali più ricche e sviluppate del Paese. Dilma dovrà rilanciare un economia che dopo il boom dei primi anni di governo Lula è andata incontro a una profonda frenata accompagnata da alta inflazione. In più c'è da affrontare lo scoglio della corruzione, da sempre cancro del Brasile, che aveva portato alle forti manifestazioni di protesta degli ultimi mesi. D'altro canto una opposizione forte che vede in Neves un leader autorevole potrò dare il proprio contributo per rendere più solida e moderna la democrazia in Brasile.
lunedì 27 ottobre 2014
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