In questo periodo di crisi economica pagata a caro prezzo sul fronte della disoccupazione e della pressione fiscale vi è la tentazione di pensare che tra Berlusconi e Monti le differenze siano ben poche o addirittura che il cambio di inquilino a Palazzo Chigi sarebbe stato meglio non ci fosse mai stato.
Ognuno in democrazia ha il diritto di avere le proprie opinioni: personalmente credo che tra la politica dei condoni e dei capitali scudati e quella della tracciabilità della moneta, dei controlli antievasione sulle auto di lusso e dell'accessibilità degli estratti conti da parte dell'Agenzia delle entrate una qualche differenza ci sia.
Così come ritengo non irrilevante la discontinuità tra il beauty contest che assegnava gratuitamente le frequenze televisive e chi invece quelle frequenze le metterà all'asta. Ugualmente da tenere in considerazione le decine di miliardi di euro risparmiati dalla riduzione dei rendimenti sui titoli di Stato già avvenuta tra novembre e marzo.
In una democrazia è lecito e doveroso tenere alta la guardia della critica ma ugualmente necessario coltivare la memoria, altrimenti si lascia spazio ai danni fatti dai piazzisti che vendono l'illusione di un nuovo miracolo italiano
martedì 17 aprile 2012
Le differenze tra Berlusconi e Monti
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