sabato 10 marzo 2012

Putin zar di Russia per la terza volta. Analisi del voto presidenziale e del ruolo futuro dell'opposizione

Putin ha vinto le presidenziali russe del 4 marzo con il 63,7% dei voti e torna al Cremlino per il suo terzo mandato. Ha preceduto il comunista Zyuganov ( 17,2% dei voti) e l'unica sopresa di un risultato scontato, il magnate Prokhorov che ha ottenuto il 7%,7 dei voti
Le elezioni sono state caratterizzate da brogli: l'Osce ha riconosciuto che in almeno il 30% dei seggi i risultati sono stati alterati a favore del premier ( addirittura in Cecenia Putin ha ottenuto il 99% dei voti). Tra i sistemi contestati quello del carosello di voti: si tratta di gruppi di elettori che si spostavano in bus da un seggio all'altro senza che vi fossero adeguati controlli per verificare chi avesse già votato in precedenza. L'Osce inoltre ha denunciato le restrizioni nell'ammissione dei candidati dell'opposizione ,la superiore presenza del primo ministro sui media e l'utilizzo di fondi statali che hanno innescato la corruzione e il clientelismo a favore di Putin. Ma gli stessi rivali riconoscono che anche senza brogli probabilmente Putin avrebbe vinto lo stesso. Tuttalpiù si sarebbe andati al secondo turno.
Se il risultato nazionale può apparire  per lui confortante, nelle principali città Mosca e san Pietroburgo zar Vladimir ha ottenuto con il 47% dei consensi un risultato ben inferiore. Il potere ha le sue roccaforti nella provincia dove c'è maggiore corruzione, non si sa cosa sia Internet e l'unica informazione che giunge è quella della tv di Stato, mentre in città c'è la possibilità di attingere a più fonti e di organizzare meglio il dissenso.
Il futuro si presenta incerto sia per Putin che per gli oppositori. I numerosi arresti di manifestanti e lo sgombero degli assembramenti appaiono il sintomo di un potere che convive con il timore che da un momento all'altro scatti la scintilla che propaghi la rivoluzione
L'opposizione oltre alle sue interne divisioni si trova a dover raccogliere nuove sfide sia psicologiche che ideologicamente. L'obiettivo che ne ha guidato la lotta nel corso degli ultimi tre mesi, la battaglia per libere elezioni e un conteggio dei voti onesto ha cessato di essere il denominatore comune di tutti coloro che criticano il sistema. Ora servono nuove motivazioni e nuove ragioni di mibilitazione: il rischio è quello di un lento ma continuo calo dell'attenzione e delle proteste a tutto vantaggio di Putin.

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