Chi era sceso in piazza ieri a Roma aveva ottime ragioni da far valere, soprattuto i giovani che vedono le loro speranze e il loro futuro a rischio, compromesso da una crisi economica non creata da loro. Ma le violenze che hanno messo a ferro e fuoco la città hanno sopraffatto queste ragioni, costringendo la maggioranza pacifica al silenzio.
C'è anche chi avanza il sospetto che l'obiettivo dei teppisti fosse proprio quello di impedire alla protesta di piazza di far sentire le proprie rivendicazioni. Spetta agli inquirenti accertare i fatti; personalmente però non amo per niente la filosofia complottista perchè rimanda alla tentazione di scaricare le colpe su un altro indefinito. L'idea di una misteriosa Spectre, origine di tutti i mali è un comodo alibi per annullare le proprie responsabilità da cui nessuno in questo caso può chiamarsi fuori: chi ha organizzato il corteo deve interrogarsi se ha fatto tutto il possibile per prevenirne la degenerazione. Dall'altra parte c'è il governo che in uno stato democratico ha il dovere di garantire la compatibilità tra il diritto costituzionale a manifestare e quello dei cittadini a non doversi chiudere in casa per sfuggire all'orda barbarica e quando non riesce ad assolvere il compito rivela semplicemente la sua inadeguatezza.
Al netto di tutte le polemiche gli unici che ieri avevano il diritto di essere indignados erano i Romani.
domenica 16 ottobre 2011
A Roma le ragioni degli indignados sopraffatte dalla violenza
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