L'ayatollah Rafsanjani scopre le carte nel sermone pronunciato in occasione la preghiera del venerdì all'università di Teheran e si avvicina alle posizioni del leader dell'opposizione Moussavi. Rafsanjani ha chiesto esplicitamente la liberazione dei manifestanti arrestati i giorni scorsi e ha aggiunto "Sappiamo cio' che Khomeini voleva. Non voleva il terrore delle armi, anche nei momenti di lotta" una critica diretta non ad Akhmadinejad a cui si è aggiunta l'attacco diretto al Consiglio dei Guardiani che «non ha usato nel modo migliore possibile» il tempo a disposizione per esaminare le denunce dei brogli. Il bersaglio dunque è la stessa Guida suprema Khamenei; Rafsanjani non nasconde l'aspirazione a divenirne il successore. In Iran dietro agli interessi religiosi si mettono in evidenza anche quelli economici: Rafsanjani è l'esponente della ricca borghesia commerciale che si è arricchita in questi anni e che si sente minacciata dal populismo di Ahmadinejad con il suo piano di redistribuzione delle risorse. Egli è sopratutto una vecchia volpe della teocrazia degli ayatollah: se si è esposto in maniera così diretta significa che i malumori all'interno della società iraniana stanno crescendo e potrebbero portare a nuovi ( e forse radicali) sviluppi della situazione politica.
sabato 18 luglio 2009
Iran: la vecchia volpe Rafsanjani si schiera dalla parte della protesta.
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