La "soap opera" come l'ha definita Marchionne si è conclusa. Il governo tedesco ha detto si all'offerta di Magna e l'accordo dovrebbe essere sottoscritto in ogni suo punto entro poche settimane. L'affare ancor prima che economico era politico ed è per questo che la GM prima di cedere Opel ha aspettato il benestare di Berlino. Si tratta di una vittoria dei socialdemocratici, e della Ostpolitik di Schroeder in particolare. La cancelliera Merkel, trovandosi isolata ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Il nostro governo, impegnato con i problemi ormonali di Papi Silvio, non ha avuto alcun ruolo: il ministro Scajola inviato a Berlino, anche di fronte alle evidenze contrarie, recitava le litanie dell'ottimismo tanto care al suo Capo .
Per Fiat rimane l'imperativo categorico di espandersi industrialmente per sopportare la spietata concorrenza di un mercato in forte crisi di sovrapproduzione. Prossime mosse l'assalto alla svedese Saab e alla fetta sudamericana di GM. Se queste acquisizioni dovessero riuscire ( in particolare la seconda) per il Lingotto la strada per garantirsi un futuro meno incerto sarebbe meno in salita.
Opel: Il tedesco Magna. La Fiat digiuna. Il governo dorme
L'ottimismo manieristico del Cavaliere e la fiducia concreta di Draghi
La relazione annuale del governatore della banca d'Italia Draghi ha fatto una fotografia della situazione difficile in cu versa l'economia italiana con la recessione: il PIL nel 2009 scenderà del 5% e la disoccupazione potrebbe crescere al 10%. Per la banca d'Italia "1,6 milioni di lavoratori dipendenti e parasubordinati non avranno diritto ad alcun sostegno in caso di licenziamento. Tra i lavoratori a tempo pieno del settore privato oltre 800mila, l’8% dei potenziali beneficiari, hanno diritto a un’indennità inferiore a 500 euro al mese. La prima preoccupazione della politica economica attiene al rischio di un ulteriore deterioramento del mercato del lavoro. La crisi ha reso più evidenti manchevolezze di lunga data del nostro sistema di protezione sociale: esso rimane frammentato. Lavoratori altrimenti identici ricevono trattamenti diversi solo perché operano in un’impresa artigiana invece che in una più grande". E una chiusura sulla necessità di ricostruire la fiducia per superare la crisi. Una fiducia che "non si ricostruisce con la falsa speranza, ma neanche senza speranza: uscire da questa crisi più forti è possibile". E qui sta la grande differenza con l'ottimismo di maniera predicato da Berlusconi. Per Draghi la fiducia nel mercato si ricostruisce affrontando i problemi in maniera concreta, partendo dalle riforme sopratutto quella del mercato del lavoro cui il governatore faceva riferimento.
La scalata di Fiat a Opel diventa un affare di geopolitica
Per l'acquisizione di Opel sono rimaste Fiat e Magna. ed è chiaro che la gara non si baserà solo sui requisiti economici ed industriali dei contendenti. Gli aspetti politici sembra possano acquisire invece un peso crescente. Anzitutto sullo sfondo ci sono le prossime elezioni per il cancellierato che si terranno in Germania in autunno. I due principali partiti, SPd e CDU giocano la loro partita elettorale anche su opel. i socialdemocratici temono l'impatto negativo della perdita di posti di lavoro, i cristianodemocratici in aggiunta non vogliono che la vicenda pesi troppo sul groppone dei contribuenti e vorrebbero che l'esborso pubblico per salvare Opel fosse ridotto al minimo.
La Spd Preferisce Magna, mentre la cdu di Merkel tenderebbe verso Fiat anche se il governatore dell'Assia Koch ( sempre CDU) teme che l'acquisizione del Lingotto porterebbe riflessi occupativi negativi nel suo lander.
Ci sono poi le influenze geopolitiche: dietro il gruppo austro-canadese Magna ci sono capitali russi: la banca Sberbank e il gruppo automobilistico Gaz. Inoltre l'ex cancelliere socialdemocratico Schoroeder non ha mai nascosto i suoi legami con l'establishment politico economico russo ed è probabile che in queste settimane abbia giocato un ruolo attivo di lobby . Marchionne dopo l'accordo con Chrysler invece potrebbe giocarsi la carta Obama.
Uul fronte economico da segnalare la richiesta di ulteriori 300 milioni di euro da parte dell' ad di Gm per i debiti di Opel non coperti da prestiti ponte. Una cifra superiore al previsto che potrebbe modificare le offerte lanciate e favorire magna che ha più capitali da spendere sopratutto se avrà l'appoggio finanziario del Cremlino.
Franceschini come Tafazzi. Scivola sull'educazione data da Berlusconi ai figli
E il bello è che si era ripromesso di non occuparsi della vicenda privata di Berlusconi. Il giorno dopo queste parole pronunciate a Ballarò il segretario del PD smentisce se stesso e riferendosi al cavaliere rivolge la domanda cruciale al popolo italiano: "fareste educare i vostri figli da quest'uomo?" la replica sdegnata di tutti i figli di Berlusconi a difesa del padre non si faceva attendere "Alla domanda se un padre sia capace ad educare un figlio gli unici in grado di rispondere sono i figli stessi. La politica non dovrebbe sconfinare in giudizi relativi al ruolo di padre, che con la politica nulla hanno a che vedere. Riteniamo di essere stati cresciuti ed educati in un ambiente famigliare equilibrato e ricco di valori". A ciò seguiva un impacciato tentativo di Franceschini di spiegare meglio il significato di quella frase. Ma la scivolata rimane. Franceschini avrebbe dovuto lasciare che fosse la libera stampa italiana e straniera a cucinarsi a fuoco lento il Cavaliere. In perfetta coerenza con il taffazzismo dominante nel Partito Democratico, ha invece dato al suo avversario un'inaspettata possibilità di risollevarsi.
Il fossile Nord Corea e il problema dell'arma nucleare alle potenze non democratiche
Perchè la Nord Corea ha realizzato un nuovo test nucleare sotterraneo? Anzitutto il regime di Kim-Jong-Il ha il suo pilastro nel sostegno dell'esercito. Questo tipo di azioni rafforzano il legame tra regime e classe militare. Inoltre Pyongyang ha fatto chiaramente intendere di ritenere superato il vecchio sistema di negoziazione multilaterale sulla vicenda nucleare e cerca di intessere un rapporto più stretto con l'America di Obama verificando se le aperture del presidente Usa siano reali o meno.
La Corea del Nord è un fossile politico. Se rimane in vita è perché gli interessi della regione dell'Est Asia lo permettono. Sia Cina che Giappone non vedono di buon occhio la riunificazione della Corea che creerebbe una terza potenza nell'area. Inoltre la Nord Corea è legata doppio filo con la Cina poiché i fondi del regime di Kim sono gestiti a Macao. Un eventuale crollo del regime farebbe emergere la catastrofe umanitaria in un cui la popolazione nordcoreana vive spingendo verso la frontiera cinese milioni di disperati. Un emergenza che Pechino farebbe fatica ad affrontare.
un ultima osservazione: i test nucleari nordcoreano si affiancano all'annuncio di Akhmadinejad di non voler più discutere il tema del nucleare iraniano con le potenze mondiali del 5+1. Una serie di avvenimenti che ripropongono il problema della gestione dell'arma atomica da parte degli Stati non democratici.
Mills e Pannella. I gemelli diversi
Cosa unisce David Mills e Marco Pannella? Da una parte l'avvocato inglese condannato in primo grado per aver mentito a favore di Berlusconi nei processi che riguardavano la corruzione della guardia di finanza e All Iberian ( nel primo processo Berlusconi è stato assolto per insussistenza del caso, nel secondo caso per prescrizione ( All Iberian 1) e perché il fatto non costituisce più reato dopo la depenalizzazione del falso in bilancio prevista dallo stesso governo Berlusconi). Mills che secondo i giudici mentì su mandato proprio di Berlusconi. Dall'altra marco pannella alle prese con l'ennesimo sciopero della fama e della sete fatto per protestare contro le nomine Rai, da lui ritenute "bulgare", e contro il silenzio mediatico ai danni della sua lista in vista delle elezioni europee.
Il legame tra Mills e Pannella è ovviamente Berlusconi. Perchè in Italia nel bene e nel male non si parla che del Cavaliere. Ed ecco il leader radicale, invitato ad Anno Zero su invito pressante di Napolitano e del presidente della commissione di vigilanza Zavoli, che dopo aver cercato di spiegare il significato della sua presenza, fagocitato dall'ombra onnipresente del Cavaliere e dei suoi vari guai ( giudiziari, personali, politici) che aleggiava sul dibattito, si sfogava: " Mi sembra di essere a Tele Berlusconi" "Che cazzo ci sto a fare qui?".
Nella domanda Pannella si è dato la risposta: la sua presenza benché al solito torrenziale era del tutto inutile nel contesto di quel programma. Un artificio sopportato di malavoglia dallo stesso Santoro. Perchè alla fine della fiera tutti i discorsi devono tornare a riferirsi a Berlusconi. E anche pannella pur da vittima si è dovuto adeguare.
Il Der Spiegel : gli europei complici della Shoah. Verità storica o tentativo di attenuare le responsabilità tedesche?
Il settimanale Der Spiegel fa una chiamata di correità con i popoli europei per i crimini del nazismo. L'accusa di complicità è ripresa dalle tesi dello storico tedesco Michael Wildt secondo cui “i tedeschi da soli non sarebbero stati in grado di mettere in atto lo sterminio di milioni di ebrei”; il suo collega Dieter Pohl reputa che furono 200mila i non tedeschi ad aver “preparato, appoggiato ed eseguito le azioni di sterminio”. Lo ‘Spiegel’ scrive che “gendarmi ucraini e poliziotti lettoni, soldati romeni e ferrovieri ungheresi, contadini polacchi e impiegati del catasto olandesi, sindaci francesi, ministri norvegesi, soldati italiani (cioè i repubblichini di Salò), tutti hanno collaborato all’Olocausto”.
Quello che scrive lo Spiegel è storicamente fondato: i collaborazionisti stranieri del nazismo furono presenti in molti paesi d'Europa. E va dato atto al periodico tedesco di riconscere che tra gli italiani l’antisemitismo non era molto radicato ed era di fatto ordinato dall’alto, per riguardo ai tedeschi. Per questo non fu un caso isolato quello del comandante militare italiano di Mostar, in Bosnia, che si rifiutò di prelevare gli ebrei dalle loro case, giudicando queste azioni ‘non compatibili con l’onore dell’esercito italiano’”.
Resta da domandarsi che questa iniziativa sia dovuta a un desiderio di ricostruirte una verità storica o a un tentativo di annacquare le responsabilità tedesche di fronte alla Shoah cercando di introdurre l'assioma del " tutti colpevoli, nessun colpevole". Se l'intento fosse quest'ultimo sarebbe da guardare con grande preoccupazione come qualsiasi tentativo di sminuire le responsabilità dinanzi al più grande crimine del XX° secolo.
La visita di Benedetto XVI in Terrasanta getta un seme di speranza per la pace
Nel suo viaggio in Terra santa benedetto XVI ha compiuto ciò che ci si aspetta da un uomo votato a promuovere la pace. Riaffermando la sua posizione favorevole a un dialogo culturale che non vada nella direzione di un sincretismo religioso, il papa ha offerto in Giordania la mano tesa all'islam, non rinunciando però a ricordare che una religione tradisce se stessa quando diviene pretesto per la violenza. In Israele e Palestina ha promosso la soluzione dei due Stati per due popoli ( la stessa portata avanti da Obama), invocando la pace sulle martoriate popolazioni di quella terra. E la visita allo Yad Vashem, il mausoleo della Shoah è stata la risposta più eloquente a coloro che accusavano Ratzinger di non essere stato abbastanza esplicito nella condanna dei dei negazionisti.
Pretendere di più sarebbe stato sbagliato: si tratta di una serie di piccoli ma significativi passi che se opportunamente coltivati potrebbero dare un importante impulso eliminare le diffidenze e a instaurare un clima di positivo confronto tra i popoli e le religioni in conflitto nella regione mediorientale.
Bilancio del primo anno di governo Berlusconi. Molte chiacchere, pochi risultati
Primo anno del governo Berlusconi. Il tempo passato e le cose fatte consentono di esprimere un giudizio sull'operato dell'esecutivo. Sinteticamente si può dire che ai tanti annunci sono seguiti pochi fatti. Non sono stati minimamente presi in esame quelle misure che sarebbero necessari e per dare un volto più moderno al nostro paese: le liberalizzazioni, la riforma del mercato del lavoro. La crisi è stata affronta senza una strategia di fondo chiara: la decisione di tutelare il sistema bancario, garantendo i risparmi dei depositi va nella direzione giusta. Non altrettanto invece la distribuzione delle risorse a sostegno dell'economia. Provvedimenti come la social card si sono rivelati inefficaci e illusori. Il sistema Italia ha bisogno di tanti piccoli interventi nel territorio molto più utili per riattivare il ciclo economico delle iper pubblicizzate "grandi opere". Si prometteva una riforma della scuola e dell'università che andasse incontro alle esigenze degli studenti di una migliore qualità dell'insegnamento, ma finora si sono visti solo tagli indiscriminati che penalizzano sopratutto chi fa una buona didattica e una buona ricerca.
Nessun intervento apprezzabile neppure nel welfare. Continuiamo ad avere un sistema previdenziale iniquo e troppo costoso per le nuove generazioni che la pensione rischiano di non vederla mai. In Italia esistono due mercati del lavoro paralleli: da una parte gli ipergarantiti e dall'altra chi in caso di licenziamento si troverebbe in mezzo alla strada perché non ha alcun diritto.
Il piano casa sembrava essere una grande occasione soprattutto per gli speculatori. la tragedia dell'Abruzzo forse farà riflettere in questo senso. Ma nel frattempo la vera emergenza dell'edilizia popolare verrà affrontata?
Sulla giustizia questo governo si è occupato solo della posizione del premier con il Lodo Alfano. I reali problemi dei cittadini che si trovano alle prese con un sistema processuale pachidermico non sembrano essere per ora in agenda.
Sul fronte fiscale questo governo ha appena approvato il federalismo. Ma aveva in precedenza cancellato l'unica vera tassa federalista: l'ICI.
Ci sono anche le cose positive però: si è riportato all'ordine del giorno il problema del nostro fabbisogno energetico rimettendo in gioco anche l'energia nucleare, si è affrontata la questione rifiuti a Napoli, la campagna antifannulloni nella P.A ha prodotti risultati positivi anche se probabilmente inferiori a quelli esibiti dal ministro Brunetta, la questione immigrazione clandestina è stata affrontata con punte di inquietante demagogia ma si sono presi anche duri e necessari provvedimenti.
Messi sul piatto tutti i pro e i contro, il bilancio dell'operato del governo Berlusconi resta sinora in rosso. Rimango in attesa di vedere quando ai tanti buoni propositi seguiranno i fatti. E spero da cittadino che si creino i presupposti affinché, possa rivedere il mio giudizio.
L'Italia nel baratro. Il Pil a -5,9%. E la cura di Berlusconi è sempre l'ottimismo
L'Istat certifica il crollo del PIL per il primo trimestre del 2009: -5,9%!!. E' il risultato peggiore dal 1980. I dati macroeconomici sono di gran lunga peggiori di quelli di USA e Gran Bretagna che pure sono all'origine della recessione. Nonostante ciò, e incurante delle critiche che gli rivolgono fior di economisti sull'insufficienza delle misure prese per arginare la crisi, Il Cavaliere insiste nel sostenere che vi sono segnali di miglioramento. Non si levano voci che facciano obiezioni. Eppure la domanda dovrebbe sorgere spontanea: "Signor Presidente del Consiglio, stiamo andando a fondo. Perchè insiste con quest'ottimismo di maniera? Che cosa intende fare per invertire la tendenza, visto che ciò che finora ha fatto non è sufficiente?"
Alitalia sceglie Fiumicino come hub. Il mercato sconfigge la politica
Come ampiamente prevedibile Cai ha annunciato che l'hub per la nuova Alitalia sarà Fiumicino. Alla fine della fiera il mercato è tornato a far rispettare la sua legge: le rotte verso Roma sono più appetibile di quelle di Malpensa. La lega Nord che aveva premuto per una decisione politica a favore dell'aeroporto milanese è rimasta scornata. I contribuenti italiani si trovano con 4 miliardi di euro sul groppone: tanti sono i debiti accumulati dalla fallita old company fatta fallire dalla coppia Berlusconi-Bossi per l'opposizione all'acquisizione da parte di Air france, che tra l'altro è poi subentrata in ogni caso come partner internazionale
La Camera approva mozione pro scuole paritarie. Il governo progetta favori per le scuole cattoliche?
la camera ha approvato ieri due mozioni presentate dal PDL e dall'UDC che impegnano il governo a "realizzare interventi volti a facilitare e promuovere le condizioni per l'effettiva libertà di scelta educativa delle famiglie fra scuole statali e paritarie" e a "a garantire la certezza dei finanziamenti e dei tempi di erogazione delle risorse per le scuole paritarie e l'equivalenza con le altre istituzioni formative, anche europee". Va detto che una mozione è un atto del parlamento che non vincola l'esecutivo. Tuttavia in questo caso da una chiara indicazione degli intendimenti prevalenti nella maggioranza volti a favorire un rafforzamento delle scuole private rispetto a quelle pubbliche. Tanto più che contestualmente venivano bocciato le due mozioni dell'opposizione che chiedeva il ripristino " delle somme destinate alla scuola pubblica decurtate con la finanziaria" e l'esclusione di ulteriori oneri per lo Stato per finanziare gli istituti privati e di intensificare i controlli sulle scuole non statali che chiedono la parità.
In via di principio io sarei anche favorevoli a una maggiore concorrenza tra scuole pubbliche e private che potrebbe così favorire la qualità complessiva del sistema scolastico. Il problema è che in Italia le scuole private sono spesso di ispirazione cattolica , spesso non di grande qualità e che si tramutano in diplomifici pronti a regalare il titolo di studio agli asini che vengono bocciati nelle scuole pubbliche. Il testo delle mozioni approvate enfatizza il principio della libertà di scelta educativa per le famiglie e l'importanza della realizzazione di un autentico pluralismo educativo. In realtà molto più banalmente sembra trattarsi di un provvedimento che nasconde intenti di tipo confessionale.
I due volti delle politiche sull'immigrazione del Popolo della Libertà
"Carrozze in metropolitana riservate ai milanesi" aveva detto il deputato leghista Matteo Salvini. per tutelare i meneghini dalla nociva coabitazione con gli immigrati. A rafforzare ilo concetto è intervenuto nientemeno che il premier Berlusconi che si è detto contrario "all'Italia multietnica" voluta dalla sinistra. Sarebbe tuttavia sbagliato ricondurre tutta la politica della destra sull'immigrazione a questi tratti di demagogica intolleranza. Infatti la decisione di adottare il pugno duro contro gli sbarchi dei clandestini , rispendendoli immediatamente nei luoghi di origine è una risposta concreta alla richiesta di sicurezza dell'opinione pubblica che si basa non solamente su una una paura immotivata verso i migranti irregolari ( come dimostrava peraltro la ricerca del sociologo Marzio Barbagli da me recensita tempo addietro). E difatti anche il Pd si spacca su questa posizione: mentre il segretario Franceschini contesta i meotodi del governo, Fassino invece ricnosce che la politica dei respingimenti è perfettamente legittima. Una divisione che conferma come il nodo irrisolto a sinistra sia quello di trovare una sintesi di compromesso coerente tra principi ideali e necessita di agire per dare risposte concrete ai cittadini. Un carenza pagata già troppe volte in sede elettorale
La Spagna sul baratro economico. Le responsabilità di Zapatero
La Spagna è forse il paese europeo che sta maggiormente subendo i contraccolpi della crisi economica. I dati del primo trimestre 2009 registrano un tasso di disoccupazione al 17%: 3300000 persone si trovano senza lavoro. Sono anche le conseguenze di una crescita economica disordinata del periodo Aznar, legata a elementi speculativi e un eccessivo sviluppo del settore immobiliare. Zapatero una volta giunto al potere non solo non ha corretto queste distorsioni ma le ha cavalcate, creando i presupposti per l'attuale disastro economico che la crisi globale ha solamente accentuato. per uscirne il primo ministro socialista propone di implementare l'economia verde così da creare nuovi posti di lavoro. E si vocifera di una possibile grande coalizione con i popolari.
L'Unione Europea, la crisi economica e i giochi di parole dell'informazione italiana
Nella stampa italiana si è data la notizia secondo cui la Commissione Europea avrebbe dato un giudizio positivo sull'operato del governo contro la crisi e che dopo la recessione del 2009 si avranno i primi segnali di ripresa nel 2010. In realtà se si legge il documento in cui la Commissione fa le sue previsioni di primavera emerge una versione lievemente differente. E' vero che la Commissione riconosce che le misure prese dal Governo hanno avuto il merito di ridurre l'impatto della recessione sulla finanza pubblica ma per quanto riguarda la situazione economica nel 2010 la Commissione Europea non parla di crescita ma di stabilizzazione. In dettaglio si prevede uno 0,1 % di crescita di PIL nel 2010. Il parametro di riferimento è l'anno precedente, ovverosia il -4,4% del 2009. Se il Paese rimane stabile rispetto al crollo di quest'anno si può parlare, ad essere benevoli, di stagnazione , non certo di ripresa. E infatti la stessa Commissione prevede per il 2010 un incremento della disoccupazione al 9,4% (8,8 nel 2008)
Il punto che ho più volte messo in evidenza riguarda la debolezza delle misure prese dal governo per creare i presupposti per la ripresa. Sperare di stimolarla ricorrendo ai giochi di parole non è certo incoraggiante.
La macchina da guerra mediatica contro Veronica nasconde i timori del Cavaliere per la sua immagine
Il Tg5 è oramai ridotto a una cassa di risonanza della propaganda del Cavaliere. Del bel telegiornale messo in piedi da Enrico Mentana non rimane che il nome. Dopo aver cercato per alcuni giorni di mettere sotto silenzio la notizia della separazione di Berlusconi, Carlo Rossella ha deciso di dedicargli un servizio in cui faceva risaltare solo le ragioni del premier: era Veronica a doversi scusare per essere caduta nel tranello della sinistra e per aver cercato di metterlo in cattiva luce e allontanarlo dai figli.
E' probabile che questo sia solo l'inizio di una feroce campagna stampa dei media pro Silvio volta a distruggere l'immagine di Veronica. Ed è un esempio di quale livello di ritorsione Berlusconi sia pronto a operare nei confronti di chi non è più dalla sua parte.
Ciò che il Cavaliere teme più di tutto è un eventuale impatto negativo nei confronti dell'opinione pubblica, in particolare dell'elettorato cattolico. Un segnale in questo senso l'ha dato il quotidiano della CEI "l'Avvenire" che in un editoriale di oggi ha preso duramente posizione contro il comportamento di Berlusconi definendolo "ciarpame". La stessa espressione usata da Veronica
L'espansione di Fiat: quali vantaggi per l'Italia?
Quale significato ha la campagna di acquisizioni compiuta dalla Fiat in questi giorni? e quali potrebbero esser i vantaggi per il sistema produttivo italiano?
nel settore auto sembra essere in auto un processo inarrestabile di concentrazione. Solo poche case automobilistiche sopravviveranno sul mercato globale e la strategia di Marchionne punta a rendere l'azienda torinese capace di recitare un ruolo da protagonista. Tuttavia le acquisizioni di Chrysler e Opel potrebbero avere impatti molto diversi la punto di vista dei lavoratori italiani. Nel primo caso Fiat crea i presupposti per aprirsi le porte del mercato americano con un alleanza con una casa automobilistica che non produce modelli direttamente concorrenziali. Nel caso di Opel invece si tratta di una casa che produce auto di media e piccola cilindrata, lo stesso settore produttivo di Fiat e l'accordo verrebbe fatto per favorire le economie di scala. Si andrebbe però ad innescarsi una concorrenza tra impianti tedeschi e italiani che rischierebbe di penalizzare una delle due realtà produttive. E i sindacati nostrani temono che a venir sacrificate possa essere in questo caso proprio la realtà italiana.
Il declino dei laburisti di Gordon Brown e il destino dei Gurkha nepalesi
I gurkha, componenti dell'unità dell'esercito britannico composta da soldati nepalesi e famosa per il coraggio e la fedeltà con cui si è messa al servizio della Corona britannica da duecento anni, rischia di costare caro al governo di Gordon Brown. Oggetto della controversia il progetto laburista di restringere i requisiti per concedere ai Gurkha la residenza nel Regno Unito. Inaspettatamente si è creata una vera e propria lobby pro Gurkha che ha mersso in minoranza il governo alla Camera dei Comuni. quello dei soldati nepalesi probabilmente non è un episodio isolato ma la prima avvisaglia del declino del Labour Party che i sondaggi danno in forte crisi per le elezioni europee di giugno. E la stesa popolarità del primo ministro dopo aver registrato un picco nei mesi scorsi in quanto si pensava che Brown fosse l'uomo giusto per affrontare la crisi, sta ora rapidamente scemando. Per i conservatori di Cameron sembrano dunque maturi i tempi per il ritorno al 10 di Downing Street dopo dodici anni di potere della rosa porpora