domenica 4 gennaio 2009

La destra statalista non molla il boccone Alitalia. Letizia Moratti e la Lega difendono la Milano ladrona

Il piano voli della Cai sceglie Fiumicino. I voli previsti dalla nuova compagnia che comincerà a volare dal 13 gennaio vedono nettamente privilegiato le rotte dallo scalo romano rispetto a Malpensa. Sono 66 le destinazioni da Fiumicino: 21 domestiche, 32 internazionali, 13 intercontinentali. £5 da Milano di cui 11 domestiche (6 da Linate e altre 5 spalmate tra Malpensa e il Forlanini), 21 internazionali (7 da Linate, quella sul Parigi CdG operata da entrambi gli scali, e 13 da Malpensa e 3 intercontinentali tutti da Malpensa. Da ciò si evince come la compagnia si stia orientando verso la scelta Air France rispetto a Lufthansa che avrebbe avuto intenzione di controllare da subito la nuova azienda. In definitiva si è ritornata alla scelta iniziale tanto disprezzava in campagna elettorale da Berlusconi con in più un ulteriore aggravio per il cittadino dato dai 300 milioni di prestito ponte più i debiti della bad company fallita (circa 1,5 miliardi di euro . In più la supervalutazione di Airone ( altri 800 milioni di euro).
Non contenta di aver fatto disastri, la politica torna alla carica e pretende di continuare a dettare le scelte della nuova azienda. Poco importa che la Nuova Alitalia non sia più una compagnia pubblica. Ed ecco il sindaco di Milano Moratti chiedere al governo di scegliere Lufthansa. Peccato che il governo non può permettersi scegliere proprio nulla riguardo una decisione di esclusiva competenza degli imprenditori privati. Si direbbe che Donna Letizia per convenienze politiche si si sia convertita una tantum al capitalismo di Stato. Per non parlare della Lega che per bocca di Castelli minaccia sfaceli qualora non venga tutelata Malpensa: poco importa che per difendere un interesse locale siano stati sottratti dalle tasche di tutti i cittadini miliardi di euro. Parafrasando un motto leghista: qui è Milano la ladrona!!!
In un paese dove il mercato funziona, simili uscite potrebbero essere prese alla leggera come sfoghi di politici frustrati per i fallimentari risultatati delle proprie iniziative. Ma in Italia dove non si fa impresa se non a stretto braccetto con la politica c'è da stare sicuri che queste lagnanze non rimarranno inascoltate. In poche parole la pasticciata telenovela Alitalia non è ancora all'atto finale: attendiamoci nuovi condizionamenti da parte della politica. E temo che i costi che dovranno pagare i contribuenti si alzeranno ulteriormente.

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