Mentre a Gaza il frastuono provocato dalle armi è sempre più forte, A Washington regna il silenzio più assoluto sulle vicende mediorientali. Se quello di Bush equivale ad un assenso verso l'attacco israeliano, è ancora un enigma invece quello di Obama. Potrebbe trattarsi di silenzio diplomatico nella consapevolezza che potrebbe essere controproducente esprimere una posizione quando si è ancora privi del potere. O forse si tratta di un sintomo che indica come la sua politica estera non si discosterà di troppo da quella di chi lo ha preceduto alla Casa Bianca. Ad avvalorare qusta ipotesi la nomina a Segretario di Stato di Hillary Clinton, le cui simpatie verso Israele sono note.
lunedì 5 gennaio 2009
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4 commenti:
Il tuo dubbio è anche mio,temo che dopo aver suscitato tante speranze annche Obama si piegherà alla ragion di stato e alle pressioni che arriveranno dal suo stesso governo.Questa forse è la prima delusione che dà ma certo non l'ultima.
si Stefania.
tutti gli stati operano per perseguire i propri interessi e gli Stati Uniti non fanno eccezione. Obama sarà semplicemente meno avventato di Bush nel perseguirli.
un modo per evitare di prendere questo tipo di delusioni sarebbe quello di valutare la politica americana sulla base della coincidenza con le posizioni europee. che non è detto sianomigliori tra l'altro.
Ciao Fabrizio,
complimenti per il blog e gli argomenti di cui scrivi. Le tue riflessioni che ho avuto modo di leggere mi paiono molto interessanti e mail banali. Grazie per aver linkato tra i commenti del nostro Khayyam's Blog il tuo post sul silenzio di Obama, assolutamente in linea con quanto scritto nei giorni scorsi.
Un caro saluto da Roma.
grazie Roberto. L'apprezzamento di una persona competente è uno stimolo per continuare a cercare di analizzare i fatti del mondo senza pregiudizi e reticenze.
contraccambio i complimenti per il blog :)
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