sabato 15 settembre 2012
I dirigenti del Pd pensano a spartirsi il bottino prima di aver vinto la guerra. D'Alema, Veltroni, Fioroni e compagnia sono già d'accordo con Bersani che una vola al governo si spartiranno tra loro ministeri e scranni di presidente delle due Camere. Matteo Renzi però non è d'accordo e candidandosi alle primarie ha annunciato che se vincerà, verrà dato il benservito a tutti i vertici del partito che in questi anni hanno avuto la corresponsabiità di far vincere Berlusconi contribuendo a gettare l'Italia nel baratro. Ma ha anche assicurato una collaborazione leale con Bersani qualora sia lui a vincere.
La consistenza della candidatura e della proposta di governo di Renzi è tutta da verificare. Tuttavia al sindaco di Firenze possono essere già attribuiti due meriti. Ha reso queste primarie una vera competizione politica. E'un salto di qualità rispetto alle primarie concepite da Prodi che sostanzialmente servivano solo a designare formalmente una leadership nei fatti già incontrastata. Di conseguenza Renzi ha trasferito in Italia un po' delle spirito della autentiche primarie americane in cui i contendenti prima si scannano tra di loro in una lotta senza esclusione di colpi, ma una volta che è emerso il vincitore, tutti, compresi gli sconfitti delle primarie, si mettono a sua disposizione per consentirgli di portare avanti al meglio la sfida elettorale e concrettizare l'eventuale programma di di governo. Esattamente il contrario di quanto finora successo nel centro-sinsitra dove i nodi e le divisioni emergevano irrisolti quando arrivava il momento di confrontarsi in concreto con i problemi del Paese, e il perenne scontro tra opposte fazioni paralizzava l'azione di governo.
Matteo Renzi coglie il vero spirito delle primarie
I dirigenti del Pd pensano a spartirsi il bottino prima di aver vinto la guerra. D'Alema, Veltroni, Fioroni e compagnia sono già d'accordo con Bersani che una vola al governo si spartiranno tra loro ministeri e scranni di presidente delle due Camere. Matteo Renzi però non è d'accordo e candidandosi alle primarie ha annunciato che se vincerà, verrà dato il benservito a tutti i vertici del partito che in questi anni hanno avuto la corresponsabiità di far vincere Berlusconi contribuendo a gettare l'Italia nel baratro. Ma ha anche assicurato una collaborazione leale con Bersani qualora sia lui a vincere.
La consistenza della candidatura e della proposta di governo di Renzi è tutta da verificare. Tuttavia al sindaco di Firenze possono essere già attribuiti due meriti. Ha reso queste primarie una vera competizione politica. E'un salto di qualità rispetto alle primarie concepite da Prodi che sostanzialmente servivano solo a designare formalmente una leadership nei fatti già incontrastata. Di conseguenza Renzi ha trasferito in Italia un po' delle spirito della autentiche primarie americane in cui i contendenti prima si scannano tra di loro in una lotta senza esclusione di colpi, ma una volta che è emerso il vincitore, tutti, compresi gli sconfitti delle primarie, si mettono a sua disposizione per consentirgli di portare avanti al meglio la sfida elettorale e concrettizare l'eventuale programma di di governo. Esattamente il contrario di quanto finora successo nel centro-sinsitra dove i nodi e le divisioni emergevano irrisolti quando arrivava il momento di confrontarsi in concreto con i problemi del Paese, e il perenne scontro tra opposte fazioni paralizzava l'azione di governo.
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