mercoledì 26 settembre 2012
La proposta del ministro dell'istruzione Francesco Profumo di modificare i programmi scolastici dell'ora di religione per adattarli al mutamento della società italiana in senso multiculturale è sicuramente un passo positivo ancorchè insufficente. Positivo perchè si va a promuovere lo studio dei diversi fenomeni religiosi sotto il profilo storico, culturale, sociale, indirizzandosi verso l'abbandono definitivo di quei retaggi confessionali che ancora caratterizzano l'ora di religione in Italia. Insufficente perchè sarebbero necessari docenti adeguati a un tale mutato approccio: purtroppo invece a tutt'oggi per incominciare la carriera di insegnante di religione accanto al placet del dirigente scolastico è necessaria la segnalazione della curia diocesana. Tutti gli insegnanti ( anche quelli oggi di ruolo) hanno dovuto seguire questa trafila che certamente non favorisce la creazione di un corpo docente indipendente dalla Chiesa e consapevole della necessità di offrire agli sudenti una didattica libera da ogni tentativo di indottrinamento teologico.
Non sorprende dunque che l'iniziativa sia stata accolta con sfavore dalle gerarchie ecclesistiche e dai partiti ( UDC e PDL in primis) più attenti alle loro prese di posizione. Ma in uno Stato laico, con una scuola laica dotata di programmi laici, l'opinione della Chiesa sull'idoneità degli insegnati non può essere considerata valida nè tantomeno vincolante.
Profumo di laicità a scuola
La proposta del ministro dell'istruzione Francesco Profumo di modificare i programmi scolastici dell'ora di religione per adattarli al mutamento della società italiana in senso multiculturale è sicuramente un passo positivo ancorchè insufficente. Positivo perchè si va a promuovere lo studio dei diversi fenomeni religiosi sotto il profilo storico, culturale, sociale, indirizzandosi verso l'abbandono definitivo di quei retaggi confessionali che ancora caratterizzano l'ora di religione in Italia. Insufficente perchè sarebbero necessari docenti adeguati a un tale mutato approccio: purtroppo invece a tutt'oggi per incominciare la carriera di insegnante di religione accanto al placet del dirigente scolastico è necessaria la segnalazione della curia diocesana. Tutti gli insegnanti ( anche quelli oggi di ruolo) hanno dovuto seguire questa trafila che certamente non favorisce la creazione di un corpo docente indipendente dalla Chiesa e consapevole della necessità di offrire agli sudenti una didattica libera da ogni tentativo di indottrinamento teologico.
Non sorprende dunque che l'iniziativa sia stata accolta con sfavore dalle gerarchie ecclesistiche e dai partiti ( UDC e PDL in primis) più attenti alle loro prese di posizione. Ma in uno Stato laico, con una scuola laica dotata di programmi laici, l'opinione della Chiesa sull'idoneità degli insegnati non può essere considerata valida nè tantomeno vincolante.
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