martedì 8 maggio 2012
La vittoria di François Hollande alle presidenziali francesi è un voto più di condanna per la politica di Sarkozy e di inquietudine per gli effetti della crisi economica che di convinto apprezzamento per il neo inquilino dell'Eliseo.
Dietro la scelta di Hollande si cela la speranza dell'elettorato transalpino di mantenere un buon tenore di vita e uno Stato sociale forte. Desideri che però si scontrano con una realtà poco incoraggiante: un debito pubblico salito fino al 90%, stime di crescita prossime allo zero e una spesa pubblica che ha raggiunto il 56% del PIL, la Francia se la passa piuttosto male.
Il nuovo presidente francese punta a rilanciare la crescita economica ma alcuni punti del suo programma, come l'idea di aumentare le tasse sul lavoro e sugli imprenditori e la pensione a 60 anni, appaiono incoerenti con questo obiettivo. La revisione del fiscal compact e il rilancio degli eurobond finanziati da tutti i Paesei per un piano di ricerca, sviluppo e opere pubbliche sono invece proposte interessanti che come è noto però incontrano le resistenze della Germania. Ciò apre spazi di manovra per l'Italia: Monti può sostenre Hollande nelle sua richiesta di misure delle crescita. Un eventuale revisione del fiscal compact non significa rinunciare al rigore dei conti pubblici. La fragile Italia non si può permettere di coltivare illusioni.
Le prospettive per l'Italia e l'Europa della vittoria di Hollande
La vittoria di François Hollande alle presidenziali francesi è un voto più di condanna per la politica di Sarkozy e di inquietudine per gli effetti della crisi economica che di convinto apprezzamento per il neo inquilino dell'Eliseo.
Dietro la scelta di Hollande si cela la speranza dell'elettorato transalpino di mantenere un buon tenore di vita e uno Stato sociale forte. Desideri che però si scontrano con una realtà poco incoraggiante: un debito pubblico salito fino al 90%, stime di crescita prossime allo zero e una spesa pubblica che ha raggiunto il 56% del PIL, la Francia se la passa piuttosto male.
Il nuovo presidente francese punta a rilanciare la crescita economica ma alcuni punti del suo programma, come l'idea di aumentare le tasse sul lavoro e sugli imprenditori e la pensione a 60 anni, appaiono incoerenti con questo obiettivo. La revisione del fiscal compact e il rilancio degli eurobond finanziati da tutti i Paesei per un piano di ricerca, sviluppo e opere pubbliche sono invece proposte interessanti che come è noto però incontrano le resistenze della Germania. Ciò apre spazi di manovra per l'Italia: Monti può sostenre Hollande nelle sua richiesta di misure delle crescita. Un eventuale revisione del fiscal compact non significa rinunciare al rigore dei conti pubblici. La fragile Italia non si può permettere di coltivare illusioni.
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