mercoledì 17 settembre 2014

Aumento dell'Iva: un errore da non ripetere

Aumentare l'Iva per finanziare la riduzione delle tasse sul lavoro: si tratta di una proposta lanciata da Bruxelles al governo italiano e che troverebbe la sua giustificazione nell'attuale contesto di deflazione che ne ridurrebbe al minimo gli effetti dannosi per la popolazione.
La mia opinione è invece di decisa contrarietà a qualsiasi innalzamento dell'Iva. Anzitutto la deflazione è proprio una conseguenza della forte riduzione dei consumi e per stimolare la domanda interna tutto serve fuorchè aumentare le tasse in questa direzione. L'aumento dell'Iva interesserebbe principalmente i beni di prima necessità e andrebbe a incidere in modo pesante sul potere d'acquisto dei redditi più bassi, cioè coloro che già adesso stanno subendo in maniera più pesante gli effetti della crisi economica.
Inoltre nel recente passato per consentire allo Stato di fare cassa abbiamo già assistito ad aumenti dell'Iva che hanno portato l'aliquota 20 al 22% i cui effetti recessivi sull'economia reale stiamo per l'appunto tuttora subendo.
Per ridurre le tasse sul lavoro occorre procedere a un'azione decisa contro la corruzione e gli sprechi della macchina statale, migliorare l'efficenza delle amministrazioni pubbliche, recuperare gettito dalla lotta all'evasione. Ma sopratutto bisogna smetterla di pensare che a mettere una pezza debbano essere i soliti comuni mortali già tartassati.

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