Il piano per abbattere il debito pubblico predisposto da Vittorio Grilli rischia di essere molto meno efficace di quanto il ministro dell'economia pensi e non solo a causa dello spread che preme sempre più insistente sugli interessi dei nostri titoli di Stato.
L'intenzione è di vendere progressivamente gli immobili pubblici ( con un valore stimato tra i 300 e i 700 miliardi) in quote di circa 20 miliardi annui. Ma anche considerando che la crisi è cominciata proprio dalla bolla speculativa dell'immobiliare appare evidente come il mercato sia in una fase di stanca e il prezzo di vendita attualmente rischia di essere considerevolmente più basso ( circa il 20-25% in meno) rispetto a quanto il governo stima di incassare: in definitiva più che vendere si tratterebbe di svendere una parte dei gioielli di famiglia.
Un altro pilastro del progetto Grilli, la cessione delle municipalizzate con il loro fatturato di oltre 40 miliardi di euro, probabilmente salterà: c'è stato un referendum che ha bocciato la gestione privata dei servizi pubblici locali ( in carico proprio alla municipalizzate) e anche la Corte Costituzionale, con la sua recentissima sentenza che ha bocciato la nuova disciplina disposta dal governo Berlusconi con la manovra dell'agosto 2011, ha rammentato che le modifiche alla regolamentazione del settore non potranno in alcun modo aggirare il chiaro responso della volontà popolare
lunedì 23 luglio 2012
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento