martedì 15 febbraio 2011

Con Fini nè Futuro nè Libertà. I malumori di Urso e Viespoli


Futuro e libertà il giorno dopo il congresso di Milano rischia già la scissione. Fini ha affidato ai suoi fedelissimi, Italo Bocchino in primis, la gestione del partito, mettendo all'angolo la minoranza. Adolfo Urso viene ridotto a portavoce togliendogli l'incarico di capogruppo alla Camera a favore di Benedetto della Vedova. Viespoli rimane capogruppo al Senato ma non nasconde il mal di pancia per non essere stato coinvolto nella creazione dell'organigramma del partito. Barabreschi è a un passo dall'addio.
Fini se ne era andato dal PDL lamentando la scarsa democrazia interna ma ora sta agendo con il piglio del capetto nel piccolo partitino che si è creato a sua immagine e somiglianza . Un errore che aveva già ripetuto ai tempi di AN e che gli era costata l'ostilità dei suoi colonnelli. FLI si configura come partito di dissidenti che al suo esordio conosce già dissidi. Se il buon giorno si vede dal mattino...

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