mercoledì 23 giugno 2010

Sul futuro diella Fiat di Pomigliano l'ombra del sindacalismo massimalista

La Fiat ha proposto un piano di 700 milioni di euro di investimenti per lo stabilimento di Pomigliano d'Arco. Va ricordato che i motivi per cui la Fiom, unico tra i sindacati ad essersi opposto all'accordo, non riguardano la durezza prevista per i turni di lavoro ma due clausole che dovrebbero limitare le assenza in massa per malattie per ragioni non di salute ( la partita di calcio del mercoledì per intenderci) e gli scioperi indetti in violazione degli accordi sottoscritti. Si tratta di misure legittime , assolutamente non contrastanti con la Costituzione, aventi come obiettivo la tutela della necessaria produttività. La maggioranza dei lavoratori l'ha capito dando il proprio assenso all'accordo. Ma il 37% di lavoratori contrari potrebbe indurre la Fiat a lasciare la produzione della Panda in Polonia per timori di boicottaggi. Sarebbe una brutto segnale di immagine per l'Italia , un Paese che nell'Unione Europea riesce ad attrarre investimenti esteri meno di tutti, Grecia esclusa

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