sabato 26 giugno 2010

L'Italia del calcio al collasso dopo i mondiali in Sudafrica. Perchè Lippi lascia e Abete no?


L'Italia di Lippi esce dal primo turno della Coppa del mondo di calcio, e per la prima volta nella sua storia senza vincere nessuna partita nella fase finale. Ad eliminarci non sono state Brasile o Argentina., ma paraguay e Slovacchia, due oneste compagini senza grandi valori tecnici ma con un umiltà e una determinazione mancata agli azzurri. A precederci nel girone persino la Nuova Zelanda, numero 78 del ranking Fifa, con soli 4 professionisti nella rosa composta per lo più da calciatori dopolavoristi.
La figuraccia sudafricana non giunge inaspettata. L'anno precedente in Confederations Cup si erano collezionate magre esibizioni e nel giro di pochi mesi gli azzurri avevano subito due nette sconfitte dal Brasile ( 2-0 e 3-0) , a indicare l'accresciuto gap da recuperare dalle nazionali di punta. Nel frattempo Lippi di fronte agli scricchiolii che si manifestavano non solo non si è adoperato per risolverli ma li ha aggravati fino a giungere al crollo finale. Il c.t ha tenuto pochissimo conto di ciò che aveva espresso il campionato: lasciando a casa coloro che avevano offerto un buon rendimento come Cossu, Balzaretti e Poli, non tendendo conto della qualità e dell'accresciuta maturità di Cassano, preferendo portare a tutti i costi i suoi pretoriani Camoranesi e Gattuso pur reduci da una stagione ampiamente negativa; si è dimostrato confuso lasciando a casa il miglior centrocampista della stagione Perrotta, preferendogli un Marchisio in evidente imbarazzo nel giocare da incursore dietro le punte, ruolo che non gli si addice e che invece è tagliato su misura per il romanista. Discorso diverso va fatto per Balotelli, reclamato a furor di popolo nel gruppo , ma che invece secondo me durante in virtù delle intemperanze all'Inter non si è meritato di far parte del gruppo. ma anche durante la competizione mondiale si è proseguito negli errori, inserendo giocatori fuori ruolo e ignorando elementi come Quagliarella e Maggio che appena una volta inseriti alla prova dei fatti si sono dimostrati i più in forma.
Rimedi tardivi dettati più dalla disperazione che dalla logica.
L'Italia pallonara torna dunque a casa a capo chino. Lippi lascia l'incarico; invece chi lo ha scelto rimane in sella. Il presidente della Federazione Abete annuncia di non aver alcuna intenzione di dimettersi e di avere la coscienza a posto. Resta il fatto che durante la sua gestione si è passati dal titolo di campione del mondo e da un medaglia di bronzo olimpica alla peggiore spedizione mondiale di sempre e a un Under 21 a forte rischio di eliminazione per gli Europei con conseguente perdita dopo trent'anni del treno a cinque cerchi. dati che dovrebbeero indurre a fare un passo indietro anche chi tiene le redini del calcio patrio

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