lunedì 11 gennaio 2010

Dallo ius sanguinis allo ius soli. Si alla legge sulla cittadinanza Sarubbi- Granata.


"un negro non può essere italiano". Con questo principio gli ultras di molti stadi d'Italia accolgono le esibizioni del giocatore dell'Inter di pelle nera Mario Balotelli. E il diritto da ragione alla loro inciviltà: In Italia il principio per acquisire la cittadinanza è quello dello ius sanguinis. Detto in parole povere: si è cittadini se si nasce da genitori italiani. Nei paesi di avanzata cultura giuridica invece prevale lo ius soli, ovverosia diventa cittadino chi nasce nel territorio del relativo Stato. E per questo Balotelli essendo nato In Italia ma da genitori nigeriani pur avendo nel parlare una evidente cadenza bresciana, è diventato cittadino italiano solo al compimento della maggiore età perché le lungaggini burocratici hanno impedito che l'affido della sua nuova famiglia italiana ( i Balotelli appunto)si tramutasse in adozione.
Di casi come quello di Balotelli in Italia ce ne sono tanti: figli di immigrati nati nel nostro Paese che nonostante siano perfettamente integrati nel contesto sociale non godono dei diritti della cittadinanza. Cittadini di fatto , ma non per il diritto italiano.
A tal proposito è' in discussione in Parlamento una proposta di legge presentata dal deputato del PDL Fabio Granata e da quello del PD Andrea Sarubbi che porrà fine a questa ingiustizia introducendo il principio dello ius soli per i figli di immigrati residenti stabilmente e legalmente in Italia o ai minori che hanno completatato regolarmente un ciclo di studi scolastico o professionale; ridurrà inoltre da 10 a 5 anni di residenza i tempi necessari per la richiesta ddella cittadinanza da parte dello straniero, previo sostenimento di una prova d'italiano, l'obbligo di frequentare corsi d'integrazione e la pronuncia di una giuramento di fedeltà alla Repubblica.

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