Il dibattito politico di questi giorni si è arricchito di uno scambio di opinioni nelle pagine del Corriere tra il politologo Galli Della Loggia e il segretario del PD Walter Veltroni
Galli della Loggia nella sua analisi sembra celebrare il de profundis sulle velleità riformiste del PD. E delle speranze di Veltroni di essere un autorevole leader di una sinistra moderna. I fatti sembrerebbero dargli ragione: la tentazione girotondista, il progressivo cedere alle pulsioni manichee della base , il legame mai risolto con il sindacato e le sue tendenze massimaliste sono tutti sintomi che avevo notato da un po' che Ora vengono confermati da questa analisi.
Puntuale è venuta la replica di Veltroni che punta a sottolineare la discontinuità con il passato operate nei primi mesi dell'opposizione. Discontinuità innegabili ma che appaiono più sfumate, con pericolosa propensione all'invluzione. Veltroni inoltre non entra nel merito delle critiche fatte da Galli Della Loggia relative alle relazioni con il sindacato, alle tentazioni di ricavalcare l'antiberlusconismo come metodo prevalente di lotta politica, alla gestione di alcune vicende concrete ( difesa dello status qu9o nel sistema universitario contro la Riforma Gelmini, scarsa chiarezza sulla questione della produttività della pubblica amministrazione, gestione tafazziana della vicenda della Commissione vigilanza Rai). Non lo fa perchè non ne ha la forza. Quella di Veltroni appare come una una dichiarazione di impotenza, amplificata dalla distanza tra buone intenzioni e . Resta la fiducia e la stima per l'uomo, e l'apprezzamento per il coraggio delle scelte già fatte. Rimane insoluta la questione della solidità della leadership e l'incertezza sulla sostenibilità del sup progetto politico
mercoledì 19 novembre 2008
Il botta e risposta Galli Della Loggia - Veltroni
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