il successo popolare v-day deve far riflettere chi si occupa di politica sulla potenza della rete. L'evento organizzato da Beppe Grillo è partito dal suo blog ed è stato promosso quasi esclusivamente su Internet tra l'indifferenza per non dire l'ostracismo degli altri sistemi mediatici. Emerge una volglia di partecipazione del'opinione pubblica che si lega a una crecente irritazione verso le forme più tradizionali di conduzione e gestione della politica. Sui contenuti proposti và registrata una alternanza tra questioni condivisibili, come quella del parlamento pulito off limits per chi ha subito una sentenza di condanna penale e proposte demagogiche come quella di un limite di due mandati per i parlamentari. Non si capisce perchè chi ha dimostrato competenza nella sua attività politica sul campo non possa più tutelare l'interesse generale proprio quando l'acquisita esperienza gli renderebbe più facile muoversi con profitto nel funzionamento delle isituzioni. E poi si presevera nel diffondere la menzogna della legge Biagi come origine del precariato: abbiamo già dimostrato in un precedente post l'insussistenza di questa accusa per cui rimandiamodirettamente ad esso. Il rischio di una deriva populistica esiste: ma se i politici di professione fanno ridere loro malgrado(o piangere a seconda dei punti vista) non deve sorprendere che la scena possa venire occupata da un comico.
domenica 9 settembre 2007
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