In Italia Arnaud Montebourg è balzato all'onore delle cronache per l'elogio della politica economica anticrisi di Matteo Renzi. Ma queste dichiarazioni erano parte di un più ampio ragionamento in cui l'oramai ex ministro dell'economia transalpino criticava apertamente il governo di cui ancora faceva parte perchè, a suo dire, troppo debole nei confronti della politica dell'austerity proposta dalla Ue e dalla Merkel. Parole che hanno diviso l'opinione pubblica francese tra chi condivideva le critiche al rigore e chi invece osservava lo strano ruolo di un ministro dell'economia che non solo indeboliva il proprio governo ma criticava la politica economica di cui era corresponsabile.
Logica conseguenza di questa uscita è stata l'esclusione di Montebourg dall'esecutivo a seguito del rimpasto proposto dal primo ministro Valls e condiviso dal presidente Hollande. Quest'ultimo è il vero bersaglio della critica: Montebourg sembra determinato a presentarsi alla prossime primarie socialiste per l'Eliseo. Ma quest'attacco accresce le difficoltà dei socialisti - e quindi anche sue- di fronte all'avanzata della destra estrema di Marine Le Pen.
Montebourg in Francia si è distinto come un feroce critico della globalizzazione ed è stato l'artefice di una norma che permette allo Stato francese di porre un veto nei confronti degli investimenti esteri in settori strategici. La sua politica economica vuole mettere al centro la crescita anche a costo di un rilassamento dei conti pubblici e del controllo sul deficit.
martedì 26 agosto 2014
Montebourg contro Hollande: la sinistra francese si spacca sull'economia
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