Ci stiamo lasciando alle spalle una campagna elettorale fatta di promesse irrealistiche e mirabolanti, attacchi personali, talvolta anche violenti nelle parole e nei gesti, con il comune denominatore dell'incapacità da parte delle forze politiche di offrire una visione del futuro credibile. Di fronte a cotanta mediocrità sarebbe comprensibile se l'elettore reagisse con atteggiamenti di scoraggiamento e abulia, che sarebbero tuttavia sbagliati se si traducessero nel rifiuto di esercitare il proprio diritto di voto. L'astensione sarebbe una rinuncia al proprio ruolo di cittadini, e qualora si manifestasse in modo massiccio indebolirebbe la democrazia. Invece è proprio nei momenti più difficili che in un Paese l'opinione pubblica fa sentire il proprio ruolo con una partecipazione incisiva e determinata. Andare a votare il 4 marzo significa non arrendersi all'idea di divenire sudditi di un futuro deciso da altri.
venerdì 2 marzo 2018
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