La questione delle quote rosa in parlamento è espressione di un mero conflitto di potere all'interno della Casta politica: le parlamentari donne le vogliono perchè così avrebbero più opportunità per mantenersi attaccate alla poltrona, e gli uomini le osteggiano per lo stesso istinto di sopravvivenza politica, non certo per misoginia.
La vera parità di genere si fa con buone leggi che favoriscano l'adeguato inserimento delle donne nel lavoro, per migliorare la compatibilità tra il ruolo di lavoratrice e quello di donna, moglie o madre all'interno della famiglie, e con una battaglia culturale che promuova il rispetto della donna in tutti gli ambiti della vita sociale e che demolisca gli stereotipi che ancora oggi ne ostacolano la piena affermazione e dignità.
E' ovvio che servirebbe anche una consistente quota di donne che siedano in Parlamento. Ma sarebbe auspicabile sopratutto che a rappresentarci ci fosse un altro tipo di donna: competente, autorevole, autenticamente emancipata, non certo le attuali parlamentari che per conquistarsi un posto al sole hanno per lo più scelto la strada dell'adulazione verso i capi dei rispettivi partiti. E per favorire ciò, occorrerebbe una ben diversa legge elettorale, non certo quel pastrocchio dell'Italicum che si sta andando ad approvare.
martedì 11 marzo 2014
Dietro le quote rosa la battaglia della Casta per le poltrone in Parlamento
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