domenica 10 giugno 2012

Il dibattito su legge elettorale e riforme: seria volontà o teatrino della politica?

La politica italiana sembra intenzionata a passare l'estate discutendo di riforme istituzionali ( presidenzialismo, semipresidenzialismo, sfiducia costruttiva ecc). Tutti temi importanti ma su cui per giungere a un qualche risultato occorre il tempo necessario per modificare la costituzione, che si preannuncia piuttosto lungo giacchè come specificato dall'art 138 della Carta la revisione costituzionale richiede un doppio passaggio parlamentare e in seconda lettura una maggioranza qualificata in alternativa a un refererendum confermativo.
C'è da chiedersi come mai ci sia questo stato questo improvviso risveglio nel voler cambiare la struttura della repubblica a fine legislatura, dopo che per quattro anni ci si è crogiolati nella più assoluta inerzia. Tanto più che per una buona riforma elettorale che mandi in soffitta il Porcellum si potrebbe fare in poche settimane: basterebbe copiare i sistemi elettorali che ci sono già in altri Paesi e che funzionano ( ad esempio il nostro più rinomato politologo, Giovanni Sartori, da tempo suggerisce il maggioritario a doppio turno sul modello francese). Visto il poco tempo a disposizione e la non eccelsa qualità delle intelligenze sarebbe auspicabile che la volontà riformatrice si concentrasse sugli obiettivi più facilmente raggiungibili. A meno che tutto il dibattito nasconda l'ennesimo teatrino all'italiana in cui si dichiara l'intenzione di cambiare salvo poi voler lasciare le cose come stanno.

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