La politica italiana sembra intenzionata a passare l'estate discutendo di riforme istituzionali ( presidenzialismo, semipresidenzialismo, sfiducia costruttiva ecc). Tutti temi importanti ma su cui per giungere a un qualche risultato occorre il tempo necessario per modificare la costituzione, che si preannuncia piuttosto lungo giacchè come specificato dall'art 138 della Carta la revisione costituzionale richiede un doppio passaggio parlamentare e in seconda lettura una maggioranza qualificata in alternativa a un refererendum confermativo.
C'è da chiedersi come mai ci sia questo stato questo improvviso risveglio nel voler cambiare la struttura della repubblica a fine legislatura, dopo che per quattro anni ci si è crogiolati nella più assoluta inerzia. Tanto più che per una buona riforma elettorale che mandi in soffitta il Porcellum si potrebbe fare in poche settimane: basterebbe copiare i sistemi elettorali che ci sono già in altri Paesi e che funzionano ( ad esempio il nostro più rinomato politologo, Giovanni Sartori, da tempo suggerisce il maggioritario a doppio turno sul modello francese). Visto il poco tempo a disposizione e la non eccelsa qualità delle intelligenze sarebbe auspicabile che la volontà riformatrice si concentrasse sugli obiettivi più facilmente raggiungibili. A meno che tutto il dibattito nasconda l'ennesimo teatrino all'italiana in cui si dichiara l'intenzione di cambiare salvo poi voler lasciare le cose come stanno.
domenica 10 giugno 2012
Il dibattito su legge elettorale e riforme: seria volontà o teatrino della politica?
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