martedì 24 gennaio 2012

La Costa Concordia, il potere, il mercato e le regole del buon senso

Con il tragico nubifragio della Costa Concordia chi come me non è lupo di mare ha appreso che le navi da crociera fanno inchini, slalom tra le isole e altre manovre azzardate e ovviamente fuori dalla regole.
Talvolta si tratta di licenze ( assai poco poetiche) che si prendono i comandanti delle navi. Quello di Schettino rappresenta un caso emblematico delle libertà che si concedono in Italia i detentori del potere, pronti a raccontare balle per giustificare la propria incapacità e a darsela a gambe quando l'imprevisto volge al peggio.
Altre volte però sono proprio i clienti alla ricerca di forti emozioni a chiedere di avvicinarsi troppo alla costa. Bisognerebbe avere il coraggio di rifiutarsi, di privilegiare alle esigenze del mercato quelle della sicurezza. Ma quando prevale la mentalità del considerare le regole un fastidio o addirittura un intralcio, ecco che far prevalere il buon senso diventa utopia. Chi trasgredisce le regole diventa un furbo da ammirare. E' stato così per gli evasori del fisco che hanno avuto per complici le persone che non chiedevano la fattura. Ora di fronte alle manovre "lacrime e sangue" ci si comincia ad accorgere di quanto sia salato il prezzo da pagare per aver tollerato tanto a lungo questi comportamenti.
un mio vecchio professore diceva che la società è come un incrocio stradale: bisogna stabilire come si deve circolare per prevenire gli incidenti. Ma se le regole diventano ostacoli da aggirare, è più facile andare contro gli sciogli che affiorano all'improvviso e inabissarsi come la Costa Concordia.

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