sabato 7 maggio 2011

La pace tra Hamas e Fatah non elimina i dissensi su Israele.

Hamas e Fatah hanno siglato al Cairo, con la mediazione dell'Egitto, un accordo per la formazione di un governo tecnico di personalità indipendenti in prospettiva di elezioni presidenziali e legislative da tenersi nel 2012. Si pone così fine a un conflitto interno iniziato nel 2007 tra le due principali formazioni palestinesi che aveva portato a una divisione di fatto nel controllo del territorio: Gaza era governata da Hamas e la Cisgiordania da Fatah. Il presidente dell'ANP Abu Mazen e il leadfer di Hamas Khaled Meshaal hanno inoltre concordato la futura entrata di Hamas nell'OLP. Ma restano le divergenze sull'approccio verso Israele: Hamas al contrario di Fatah non ha riconosciuto l'esistenza dello stato ebraico. La differente ideologia influisce anche nel giudizio sulla morte di Bin Laden: se per il primo ministro palestinese Salam Fayyad si è trattato di una pietra miliare per la causa della pace, la fine di una persona coinvolta in atti eclatanti di distruzione e terrore, secondo il capo del governo di Hamas nella striscia di Gaza, Ismail Haniyeh, Bin Laden era un "guerriero santo arabo" e la sua uccisione è un crimine perpetrato dagli Stati Uniti. Difficile pensare che Israele possa fare la pace con chi non ne ricnosce l'esistenza e considera Bin Laden un santo.

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