Se la Corea del Nord lancia missili balistici che sorvolano il Giappone e procede nell'effettuare esperimenti nucleari con ordigni sempre più potenti non è certo per una insensata volontà di mostrare i muscoli. Al contrario alla base della strategia di Kim Jong-un vi sono calcoli tanto spregiudicati quanto logici .
Anzitutto il dittatore nordcoreano è convinto che dotarsi dell'arma atomica garantirà la sopravvivenza al suo regime, costituendo un deterrente contro eventuali aggressioni esterne. E con buona ragione: non a caso il suo programma nucleare ha subito un accelerazione negli ultimi anni dopo gli avvenimenti che hanno portato alla destituzione e alla morte di Saddam Hussein e Gheddafi i quali dopo aver accarezzato anch'essi l'idea dell'atomica hanno poi rinunciato all'idea. Kim è probabilmente convinto che questa rinuncia sia all'origine della loro disgrazia e intende premunirsi per non fare la loro fine.
Kim lancia un messaggio anche agli Stati che lo proteggono, in primis Cina e Russia. Pechino ha fortemente stigmatizzato le ultime iniziative nordcoreane e molti osservatori sospettano che i cinesi da tempo stiano cercando un modo per sbarazzarsi di un alleato diventato troppo scomodo e difficile da gestire. La Corea del Nord però è oramai in grado di gestire la sua tecnologia atomica in modo autonomo e se si aggiunge che possiede già armi convenzionali chimiche sufficienti per provocare milioni di morti nei Paesi vicini, Kim sembra avvertire che qualora i suoi “amici” cerchino di scaricarlo, lui sarà pronto a usare tutti i mezzi per difendersi.
Se all'esterno la Corea del Nord si avvale del sostegno cinese, al suo interno la colonna portante del potere di Kim è l'apparato militare. Ogni risorsa della Corea del Nord è rivolta a potenziare e sue capacità belliche e Kim intende rendere il suo legame con i vertici militari sempre più forte anche sul piano simbolico.
giovedì 7 settembre 2017
L'assicurazione sulla vita di Kim Jong-un
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