Può piacere o meno ma in Italia il premier viene eletto dal Parlamento, non dai cittadini. Dunque Mario Monti ha il diritto a candidarsi alla presidenza del Consiglio anche senza percorrere la strada delle elezioni.
In un certo senso però il suo è anche un dovere: Monti dopo un anno a Palazzo Chigi in cui l'azione di governo è stata condizionata dai veti incrociati delle componenti di quella che lui stesso ha definito "strana maggioranza" è opportuno che si metta in gioco per chiarire fino in fondo quale idea ha per il futuro dell'Italia e dove vuole portarla con la sua agenda. Resta comunque evidente l'anomalia di un senatore a vita che si candidi alla presidenza del Consiglio, bypassando le elezioni. Ma di ciò gli elettori che voteranno le liste pro Monti saranno consapevoli.
Invece è tutt'altro che una novità nel panorama politico italiano che la proposta politica di una coalizione sia fortemente dipendente dalla personalità del suo leader. Ma come coniugare il personalismo con l'ambizione di dare centralità ai contenuti? Superare questa contraddizione la prima sfida cui dovrà far fronte Monti nel suo nuovo profilo "politico".
sabato 5 gennaio 2013
L'anomalo diritto ( e dovere ) di Monti a candidarsi premier
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Monti Mario,
politica italiana
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