Doveva essere un voto sulla Costituzione ma alla fine è stato anche un esame per il governo. Renzi ha perso la sfida della riforma costituzionale in modo più netto di qualsiasi previsione dei sondaggi, sopratutto perché nelle urne i giovani e il sud hanno voluto far sentire massicciamente un disagio sociale sottovalutato da chi regge il Paese. La personalizzazione del voto da parte del presidente del Consiglio ha inoltre fornito ai suoi avversari,dentro e fuori al Pd, un'occasione facile e insperata per metterlo in difficoltà. L'elevata partecipazione rende ancora più rilevante il peso della sconfitta.
Oltre alla debacle del premier, l'altro elemento significativo che emerge dalla consultazione referendaria è l'amore dei cittadini italiani per la Costituzione che ha saputo garantire in Italia 70 anni di democrazia. Già Berlusconi nel precedente tentativo di riforma del 2006 dovette scontrarsi con lo zoccolo duro degli elettori che ha ben più fiducia nella classe politica del 1948 rispetto a quella attuale. Una quota rilevante di popolazione vede dunque nella Carta un punto di riferimento ancora solido in un'epoca di ben scarse certezze. Ciò non significa che la Costituzione non possa essere migliorata in quelle parti che sentono maggiormente l'usura del tempo . Ma forse i politici ora ci penseranno due volte prima di usarla per farsi propaganda.
mercoledì 7 dicembre 2016
Disagio sociale e fiducia nella Costituzione
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