Nel discorso per la nuova fiducia alle Camere si è sentito un Enrico Letta diverso rispetto al primo intervento programmatico fatto ad aprile. Letta è stato molto più chiaro sulle cose da fare e sui tempi entro cui realizzarle. Per quanto riguarda le riforme istituzionali ha parlato di un numero limitato di obiettivi ( riduzione numero parlamentari, superamento bicameralismo perfetto, cancellazione delle province, riforme del titolo V sui rapporti tra Stato e regioni) da realizzare entro un anno. Più vago è stato invece il riferimento alla legge elettorale ma anche in questo caso oltre a un riferimento al maggioritario Letta ha detto che si dovrà procedere in tempi stretti, entro alcune settimane. C'è stata quindi una separazione netta della riforma elettorale dai destini delle altre riforme, accelerata anche dalla bocciatura del Porcellum da parte della Corte costituzionale
Mi sembra evidente anche che a far cambiare atteggiamento al presidente del Consiglio è stato il nuovo assetto della maggioranza con l'uscita di Forza Italia, ma anche e sopratutto il risultato delle primarie con il nuovo segretario Matteo Renzi, pronto a incalzare l'azione dell'esecutivo. Ora si tratterà di vedere se alle parole seguiranno i fatti. Visto il procedere stentato avuto finora dal governo è giusto essere diffidenti, ma allo stesso tempo mi sento di dare una seconda chance a Letta, il quale è auspicabile sia consapevole che è davvero all'ultima chiamata. Non è più tempo per l'inazione. Bisogna intercettare la ripresa economica che è in atto in tutta Europa. Se il governo non sarà in grado di cambiare passo nel 2014 dovrà farsi da parte.
mercoledì 11 dicembre 2013
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