lunedì 30 gennaio 2017

Dopo la Consulta cercasi legge elettorale per la governabilità

Con l'eliminazione del ballottaggio dall'Italicum, la Corte Costituzionale ha restituito all'inerte classe politica un sistema elettorale sostanzialmente proporzionale per entrambi i rami del Parlamento e dunque tale da consentirle in teoria di poter andare subito al voto, nonostante permangano importanti differenze ( il premio di maggioranza al 40% nella Camera, le elevate soglie di sbarramento dell'8% per la lista e del 20% per la coalizione al Senato). Nella pratica però è molto probabile che dalle urne emerga un quadro politico assai frammentato e dunque incapace di produrre maggioranze solide e governi stabili.
Sarebbe necessario che, dopo la supplenza della Consulta, la politica riprendesse il primato dell'azione e si adoperasse per correggere la legge elettorale in modo da rafforzare la prospettive di governabilità per la prossima legislatura. Sul tema le forze politiche hanno però interessi e idee molto divergenti e non sembra ci siano i presupposti per un compromesso al rialzo. Spingono per il maggioritario quelle formazioni come Lega e Pd che ritengono di avere una solida struttura a livello territoriale capace di produrre una batteria di candidati di collegio credibili. Viceversa i Cinque stelle propendono per il proprorzionale proprio perché si sentono ancora indietro nella costruzione di una classe dirigente. Anche Forza Italia appare orientata verso il proporzionale nella speranza di mantenersi centrale nel quadro politico, nonostante l'erosione di consenso avvenuta in questi ultimi anni. Emerge uno scenario in cui ogni partito si affanna a coltivare il proprio piccolo orticello, incurante delle superiori esigenze di un Paese chiamato ad affrontare le sfide di un economia da rilanciare dopo anni di recessione e di un quadro internazionale reso sempre più confuso dalla Brexit, dagli esordi in America della presidenza Trump e con alle porte le elezioni francesi e tedesche.

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