mercoledì 7 dicembre 2016

Disagio sociale e fiducia nella Costituzione

Doveva essere un voto sulla Costituzione ma alla fine è stato anche un esame per il governo. Renzi ha perso la sfida della riforma costituzionale in modo più netto di qualsiasi previsione dei sondaggi, sopratutto perché nelle urne i giovani e il sud hanno voluto far sentire massicciamente un disagio sociale sottovalutato da chi regge il Paese. La personalizzazione del voto da parte del presidente del Consiglio ha inoltre fornito ai suoi avversari,dentro e fuori al Pd, un'occasione facile e insperata per metterlo in difficoltà. L'elevata partecipazione rende ancora più rilevante il peso della sconfitta.
Oltre alla debacle del premier, l'altro elemento significativo che emerge dalla consultazione referendaria è l'amore dei cittadini italiani per la Costituzione che ha saputo garantire in Italia 70 anni di democrazia. Già Berlusconi nel precedente tentativo di riforma del 2006 dovette scontrarsi con lo zoccolo duro degli elettori che ha ben più fiducia nella classe politica del 1948 rispetto a quella attuale. Una quota rilevante di popolazione vede dunque nella Carta un punto di riferimento ancora solido in un'epoca di ben scarse certezze. Ciò non significa che la Costituzione non possa essere migliorata in quelle parti che sentono maggiormente l'usura del tempo . Ma forse i politici ora ci penseranno due volte prima di usarla per farsi propaganda.

domenica 27 novembre 2016

Referendum costituzionale e propaganda terroristica

In vista del referendum costituzionale del 4 dicembre i due opposti schieramenti così profondamente divisi nella valutazione della riforma appaiono invece del tutto simili nel metodo con cui hanno impostato le loro rispettive campagne: terrorizzare i cittadini elettori lanciando messaggi in cui si prefigurano scenari apocalittici qualora a vincere sia il campo avverso; con la conseguenza che la discussione nel merito dei contenuti della revisione costituzionale viene messa sovente in secondo piano. Cosi per coloro che promuovono la riforma Votare No condannerà l'Italia all'immobilismo e all'isolamento; mentre coloro che vi si oppongono insistono nel sostenere che Votare Si significhi far scivolare l'Italia verso una deriva autoritaria. La causa dei toni aspri e a tratti violenti raggiunti in questa campagna referendaria risiede nel fatto che dietro alle divergenze sulla riforma istituzionale si nasconde un conflitto per la conquista del potere tra i sostenitori di Renzi e i suoi oppositori. Uno scontro oramai degenerato fino a creare una profonda e inedita frattura nel Paese sulla stessa Costituzione, che sino ad ora pur nei suoi difetti era stata riconosciuta come elemento fondante e unificante per la civile convivenza democratica. Qualunque sia il risultato del referendum , a partire dal 5 dicembre si dovrà lavorare per ritornare a valorizzare la Carta Costituzionale come il patto fondamentale in cui si possano continuare a riconoscere la stragrande maggioranza dei cittadini italiani.

venerdì 25 novembre 2016

Trump, il TPP e la sfida aperta alla Cina

Trump considera la Cina uno dei principali ostacoli alla piena ripresa economica americana. Tuttavia conferma di voler mettere nel cassetto il TPP ,il trattato commerciale transpacifico che comprendeva 12 Paesi con esclusione della Cina che sembra dunque essere lo Stato che potrebbe maggiormente avvantaggiarsi da questa decisione del presidente eletto.
Per la verità l'utilità economica del TPP per gli Stati Uniti è stata messa in discussione in quanto il trattato sarebbe troppo complesso e farraginoso per portare effettivi vantaggi. I problemi della denuncia del trattato potrebbero nascere sul piano dei rapporti con Paesi come Giappone e Australia che non hanno nascosto la propria delusione per la decisione di Trump.
Pechino mostra comunque di voler approfittare della situazione di stallo, con un'azione su più fronti: mentre il presidente Xi Jinping si reca in America Latina per migliorare le relazioni diplomatiche con quell'area, la Cina propone un proprio accordo commerciale, la Regional Comprehensive Economic Partnership, esteso a 15 Paesi con esclusione degli Stati Uniti, e sul piano della propaganda cerca di presentare il cambio di rotta di Trump come una prova di inaffidabilità del presidente e della stessa democrazia americana.
Dal canto suo Trump sembra voler cambiare la strategia di Obama basata sui trattati di ampio respiro, indirizzandosi verso accordi commerciali bilaterali per stabilire dei rapporti di forza anche sul piano politico. Anche la Cina utilizzava l'arma degli accordi bilaterali in senso non solo commerciale, e dunque per quanto apparentemente possa gioire per l'abbandono del TPP, in realtà avverte le mosse americane come una minaccia diretta alle sue ambizioni di potenza regionale e globale. L'attivismo di Pechino è dunque anche un messaggio indiretto agli Stati Uniti per cercare di indurre Trump a più miti consigli facendogli capire che se un rapporto di maggiore collaborazione è vantaggioso per entrambi i Paesi, in ogni caso non ci sarebbero timori a raccogliere il guanto di sfida lanciato da Washington.

mercoledì 23 novembre 2016

La navetta parlamentare: un falso problema

In un sistema bicamerale, la navetta parlamentare è il passaggio ripetuto di un progetto di legge da una camera all'altra prima dell'approvazione definitiva. Secondo il procedimento di bicameralismo paritario in vigore in Italia un progetto per essere tradotto in legge deve essere approvato da entrambi i rami del Parlamento con lo stesso testo. I sostenitori della riforma costituzionale Renzi- Boschi affermano che eliminando il bicameralismo perfetto si ridurrebbero di molto le navette parlamentari, aumentando così notevolmente la produttività legislativa del Parlamento.
In realtà uno studio dell'associazione Openpolis sulle leggi approvate dall'inizio dell'attuale legislatura dimostra l'impatto già ora contenuto della navetta sull'attività parlamentare. Infatti delle 252 leggi sinora approvate nella XVII legislatura solo 50 hanno richiesto la navetta con tre o più passaggi parlamentari, mentre per le altre 202 leggi è stato sufficiente l'iter ordinario di due approvazioni. Ugualmente modesta è stata l'influenza della navetta sul complesso del dibattito parlamentare: solo il 4% del tempo in più è stato utilizzata per discussioni di leggi che sono andate oltre la seconda approvazione.

mercoledì 9 novembre 2016

Donald Trump presidente di un'America spaccata

L'impossibile è ora divenuto realtà. Contro ogni pronostico Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti. Nel giudicare oramai compromessa la sua candidatura dopo le recenti e improvvide affermazioni misogine, io stesso avevo decisamente sottovalutato il peso della rabbia e della paura della classe media bianca che di fronte agli effetti della globalizzazione e della crisi economica, rischia sempre più di scivolare verso la povertà. Poco importa l'essere stato in buona compagnia con la maggior parte degli analisti nel sottostimare le dimensioni dell'involuzione populista dell'opinione pubblica di fronte alle sfide della modernità. Probabilmente gli americani hanno voluto punire l'elite rappresentata da Hillary Clinton, ma contestualmente hanno premiato un personaggio che insulta le donne, individua negli immigrati i responsabili dei problemi economici e sociali, definisce il riscaldamento climatico un'invenzione dei cinesi creata ad arte per sabotare l'industria americana. Da oggi dire delle colossali stupidaggini può diventare elemento di propaganda decisivo per diventare l'uomo più potente sulla faccia della terra.
Il verdetto elettorale in una democrazia va comunque accettato. Ma una democrazia comporta anche il diritto di critica e il dovere di esprimere preoccupazione per aver affidato un così grande potere a un individuo del tutto imprevedibile. Forse Trump da presidente abbandonerà gli eccessi della campagna elettorale ma sperare che il ruolo istituzionale lo normalizzi è illusorio. La volgarità del personaggio difficilmente lascerà spazio ad una completa responsabilità nell'azione di governo tanto più che potrà appoggiarsi sulla maggioranza del Congresso repubblicana e dunque godere di un ampio margine di manovra nel realizzare il suo programma. Fortunatamente però Trump non rappresenta tutta l'America; esisterà ancora una parte di popolazione che gli si opporrà e lavorerà per creare una valida alternativa. Forse si allargheranno le distanze anche tra le due sponde dell'Atlantico. Ma questo potrebbe essere persino un bene e indurre l'Europa ad assumersi dopo decenni di tutela a stelle e strisce quelle responsabilità in materia di difesa e politica estera sinora scansate ma che il ruolo economico e politico del Vecchio continente imporrebbero.

giovedì 27 ottobre 2016

Un Mattarellum 2.0 per superare l'Italicum

A fronte della disponibilità manifestata da Renzi a rivedere la legge elettorale, Stefano Passigli ha lanciato l'idea di un Mattarellum corretto che assegnerebbe 475 seggi in altrettanti collegi regolati dall'uninominale maggioritario. Fatti salvi i 12 seggi della circoscrizione estero, altri 90 seggi andrebbero al primo partito come premio di maggioranza, 30 seggi al secondo partito, e 23 seggi sarebbero redistribuiti come diritto di tribuna trai partiti minori che hanno conseguito a livello nazionale una percentuali di consensi compresa tra il 2 e il 20%. A mio parere si tratta di un buon punto di partenza nella discussione su un eventuale superamento dell'Italicum, poiché in essa vi sono racchiusi gli aspetti più virtuosi del maggioritario in termini di sovra-rappresentazione dei partiti maggiori ( che di conseguenza favorirebbe la stabilità del rapporto fiduciario tra maggioranza e governo) e di creazione di un legame più stretto tra elettori e candidati di collegio, garantendo comunque la rappresentanza in parlamento delle formazioni più piccole.

domenica 9 ottobre 2016

Donald Trump, il pifferaio di Hillary Clinton

“Se sei un Vip puoi fare alle donne tutto ciò che vuoi”. Con queste dichiarazioni sessiste Donald Trump si è probabilmente giocato le residue speranze di conquistare la Casa Bianca. Ma non è certo un caso che il relativo video risalente al 2005 sia emerso solo a poche settimane dal voto. Al candidato repubblicano manca il tempo materiale per dimostrare di essere diventato un uomo migliore di quello che appare dalle parole pronunciate oltre dieci anni fa. I suoi avversari avevano un asso nella manica ed hanno scelto il momento giusto per giocarserlo. A confermarlo vi sono le rivelazioni di Wikileaks sulla strategia della campagna elettorale della Clinton. Nelle email pubblicate dal sito di Assange si scopre la strategia dello staff democratico volta a far emergere nel fronte repubblicano i candidati più estremisti, capaci alla lunga di risultare sgradevoli all'interno del loro stesso partito. Il pifferaio Donald Trump poteva stordire e indebolire i repubblicani, e ciò lo collocava in cima alla lista degli avversari desiderati da Hillary Clinton che a sua volta vede così avvicinarsi l'obiettivo di diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti.

venerdì 16 settembre 2016

La tragedia di Tiziana Cantone. Le colpe di Internet e quelle degli individui.

Non è il web il responsabile della triste vicenda di Tiziana Cantone, la giovane donna suicidatasi per l'impossibilità di sottrarsi al linciaggio morale scatenatosi su forum e social network a seguito della pubblicazione in rete di un suo video a luci rosse. E' ipocrita scaricare sulla potenza del mezzo le colpe delle persone che ne fanno un cattivo uso. Ci sono evidenti responsabilità individuali che non possono e non devono essere annacquate dalle analisi pseudosociologiche fiorenti su vecchi e nuovi media. Coloro che hanno diffuso su Internet quel video senza il consenso della ragazza e coloro che creando pagine web dedicate ad insultarla ne hanno rilanciato l'effetto virale, saranno probabilmente chiamati a risponderne davanti a un aula di tribunale. E' necessario interrrogarsi sull'educazione a un uso consapevole di web e social. Ma è sopratutto doveroso rilanciare l'importanza dell'educazione a tutto tondo, rimettendo al centro dei nostri valori la dignità della persona umana. Rispetto e dignità che un'assoluta mancanza di umanità hanno sottratto a Tiziana negli ultimi mesi di vita. E che un senso di pietà dovrebbe restituirle ora che l'irreparabile si è tragicamente compiuto.

mercoledì 7 settembre 2016

Se Renzi nega la crescita zero

L'Italia torna alla crescita zero nel secondo trimestre 2016. Eppure Renzi e Padoan insistono nell'affermareche ilPaese continua a crescere sia pure in maniera impercettibile. Voler difendere il proprio operato non aiuta a essere proattivi nella ricercadi ciò che non funziona e che non sta aiutando a ridare competitività al sistema produttivo italiano. Gli interventi sul lato dei consumi si sono rivelati troppo frammentati per poter incidere in modo significativo. Occorrerebbe scegliere un numero limitato di obiettivi ( come la ridurre tassazione sul lavoro) ed operare con maggiore incisività su di essi. E cercare di stimolare gli investimenti riducendo tasse a imprese.

martedì 19 aprile 2016

Il referendum non trivella Renzi

Sulle trivelle Renzi ha fatto le prove generali per il referendum costituzionale del prossimo autunno. Nato come scontro di potere tra Governo nazionale e regioni, dopo che queste ultime si sono defilate, il referendum si è tramutato in un braccio di ferro tra la maggioranza e alcune opposizioni, che però sul quesito referendario hanno mostrato scarsa capacità di mobilitazione. Inoltre aver caricato di significati politici un referendum prevedibilmente destinato a non raggiungere il quorum è stato un autogoal di cui Renzi ha approfittato per evidenziare agli occhi dell'opinione pubblica la velleitaria debolezza nell'azione dei suoi avversari.

sabato 2 aprile 2016

La lezione di Bruxelles: il terrorismo si batte con l'intelligence

L'intelligence fa la differenza nella lotta contro il terrorismo: è questa la lezione più importante da tenere a mente dopo i tragici fatti di Bruxelles. Tra il 1998 e il 2003 in Italia le nostre forze di sicurezza hanno sgominato numerose cellule jihadiste che al qaeda cercava di impiantare nelle nostre città. Mentre il Belgio ha invece ignorato la progressiva radicalizzazione che avveniva in alcuni quartieri come Molenbeek.

P.S: si veda anche l'interessante articolo di Alessandro Orsini, il piano del califfato per neutralizzare la cattura di Salah, il Messagero 23 marzo 2016, pag 1

martedì 22 marzo 2016

L'Unione Europea con la Turchia maschera i respingimenti

Nell'accordo con la Turchia sui migranti l'Unione europea mette in soffitta i diritti umani. Vengono di fatto ammessi i respingimenti dei clandestini verso un Paese il cui governo è da tempo nell'occhio del ciclone per la repressione del dissenso, della libertà di stampa e dei diritti delle minoranze e che non è certo in grado di garantire il rispetto delle convenzioni internazionali in tema di diritto di asilo. L'Europa ha ceduto anche al ricatto politico imposto da Erdogan che ottenuto il raddoppio degli aiuti economici da 3 a 6 miliardi di euro e la possibilità per i turchi di ottenere i visti per l'Europa qualora l'applicazione dell'accordo vada a regime.

domenica 28 febbraio 2016

Sulle unioni civili Renzi fa propaganda contro i Cinque stelle

Sulle unioni civili Renzi è passato dal voto con libertà di coscienza al voto di fiducia. Un'inversione di rotta che testimonia l'importanza del tema non solo sul piano etico ma anche dal punto di vista politico. Quando era chiaro che il Movimento Cinque Stelle rischiava di acquisire una centralità parlamentare sgradita al PD si è dapprima tentato di forzare la situazione con il cosiddetto supercanguro, ben sapendo che i pentastellati non si sarebbero, per principio, mai prestati ad appoggiare una procedura che elimina la discussione in aula. Successivamente per rinserrare le fila della maggioranza si è stralciato il controverso articolo sull'adozione del figlio del partner della coppia omosessuale e eliminato il riferimento all'obbligo di fedeltà che avrebbe reso le unioni civili praticamente identiche al matrimonio. Uno stratagemma usato da Renzi per rivendicare l'esclusiva paternità della legge e scaricare le colpe dello stralcio sui cinquestelle, visti oramai come il principale avversario in vista delle prossime elezioni politiche.

martedì 9 febbraio 2016

Su unioni civili e stepchild adoption la politica guarda al Paese diviso

Al di là della sbandierata libertà di coscienza le forze politiche ragionano in termini di consenso anche sul tema delle unioni civili, considerato divisivo all'interno dell'opinione pubblica. Renzi tira dritto e vuole portare avanti in aula senza modifiche dell'ultim'ora il disegno di legge per rivendicare un atteggiamento del PD da “vera sinistra” dinanzi al suo elettorato più progressista. Per ragioni opposte le destre osteggiano il provvedimento sia pur con diversi accenti. Particolarmente delicata la posizione del Nuovo centro destra che vorrebbe almeno lo stralcio della c.d. stepchild adoption per evitare di dare l'ennesima impressione di impotenza e vedersi screditato nell'ambizione di presentarsi al suo bacino di elettori cattolici come difensore della “famiglia tradizionale”. E proprio sull'adozione del figliastro anche il Movimento Cinque Stelle ha registrato diversi cambi di rotta: dopo essersi impegnati a votare il ddl Cirinnà solo qualora fosse rimasta anche la stepchild adoption,i pentastellati svoltavano verso la libertà di coscienza sull'intero disegno di legge, ma dopo le proteste della base,Grillo faceva parziale marcia indietro mantenendo la libertà di coscienza solo sulla stepchild adoption e riproponendo invece l'originario impegno a votare a favore sul resto del testo. Come ha fatto notare il professor D'Alimonte sul Sole24 ore, Grillo e Casaleggio ,oltre che per mettere in difficoltà Renzi con Alfano, hanno tenuto conto dei sondaggi che da mesi segnalavano la contrarietà della maggioranza dei potenziali elettori del cinquestelle alla stepchild adoption. Il timore di perdere l'elettorato moderato e la connotazione trasversale del movimento hanno prevalso nel determinare la tattica politica di Grillo rispetto agli umori progressisti dei militanti.

leggere anche
R. D'Alimonte, M5S, la mossa di Grillo per non perdere gli elettori moderati, Il sole 24ore del 09-02-2016 pag 9
sondaggio ipsos "Maggioranza favorevole alle unioni civili. Ma 7 su dieci sono contrari alle adozioni", consultabile su http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/

sabato 16 gennaio 2016

La strategia di Renzi nello scontro con Juncker

Renzi alza i toni dello scontro con la Commissione europea nella consapevolezza che il 2016 sarà un anno chiave con molte incognite per il suo futuro politico: la procedura di infrazione aperta per i presunti aiuti di Stato a favore dell'Ilva di Taranto, la fragile ripresa economica da consolidare nella speranza che si mantenga la congiuntura internazionale favorevole, la necessità di dare solidità ai conti pubblici per evitare che nel 2017 scattino le clausole di salvaguardia con il rischio di introdurre decine di miliardi di nuove tasse. Il botta e risposta con Juncker serve anche a trasferire la polemica all'esterno, distogliendo almeno temporaneamente l'attenzione sulle incerte prospettive per l'Italia. E sullo sfondo la tentazione di monetizzare il possibile successo nel referendum istituzionale andando a elezioni anticipate per assicurarsi altri cinque anni a Palazzo Chigi con il sostegno di una nuova maggioranza parlamentare, solida e fedele, garantitagli dall'Italicum.