martedì 27 agosto 2013

La svolta di Grillo sul Porcellum. Una motivazione inconfessabile

Beppe Grillo vuole le elezioni e pur di andarci subito è disposto a mantenere il Porcellum, dopo che per anni si era scagliato ( giustamente) contro i perversi effetti antidemocratici di questo sistema elettorale su cui va ricordato pesa come una spada di Damocle la probabile prossima pronuncia di incostituzionalità da parte della Consulta. Nel suo blog dichiara di essere convinto di poter vincere e di governare da solo. Sostiene che i partiti alleati nel governo Letta vogliono modificare la legge elettorale proprio perchè temono che con il Porcellum il Movimento Cinque stelle possa sbaragliare la concorrenza.
Grillo forse è davvero convinto di possedere il carisma e il tocco magico per stravolgere quella che fino ad ora si è rivelata un evidenza empirica del Porcellum: l'impossibilità di ottenere una maggioranza stabile e coesa al Senato. Ma al di là delle dichiarazioni di facciata è possibile che sia un altro e assai poco nobile il vero motivo alla base della svolta: con il Porcellum il capo-partito può scegliersi direttamente i propri candidati anche perchè le Parlamentarie , le primarie via web del M5S, non si sono dimostrate un efficace strumento di selezione per l'eseguità dei militanti coinvolti ( poche decine di migliaia), per la scarsa trasparenza sui criteri di gestione delle votazioni, per la dubbia adeguatezza e l' evidente impreparazione  di molti dei vincitori. Grillo nei mesi scorsi aveva già scagliato più volte i propri strali contro coloro che proponevano forme di dissenso rispetto alla linea di condotta da lui imposta per il Movimento. In definitiva con il Porcellum ancora in piedi sarà molto più facile per lui e per Casaleggio rimanerne i padroni incontrastati.

venerdì 2 agosto 2013

L'Aventino al tempo di Schifani

O Napolitano dà la grazia a Silvio o ci dimettiamo in massa a partire dei ministri del governo. Quel grande statista di Schifani indica l'Aventino come via con cui la classe dirigente del PdL cerca di salvare se stessa e il proprio Capo dall'oblio politico. E il Partito democratico sarà disposto ad accettare questo ricatto istituzionale pur di mantenersi attaccata alle cadreghe?

giovedì 1 agosto 2013

La politica di palazzo scossa dalla condanna definitiva di Berlusconi per evasione fiscale

Con la condanna definiva in Cassazione  Silvio Berlusconi è per la giustizia italiana un frodatore del  fisco. Il rinvio al giudizio di appello sulla definizione della pena accessoria all'interdizione dei pubblici uffici pospone solo di qualche mese la decadenza del Cavaliere da parlamentare. E ora il Partito democratico potrà ancora rimanere alleato di governo con un partito il cui leader carismatico è da oggi un pregiudicato per un reato estremamente grave? E quale sarà il futuro del PDL: verrà imboccata la via dell'Aventino, oppure si opterà per un passaggio graduale di consegne in famiglia con la leadership affidata alla figlia Marina? O ancora sarà invece l'occasione per assistere alla nascita di una destra completamente rinnovata? tante domande su cui ci sarà tempo per riflettere ma una sola certezza: la politica italiana da domani non sarà più la stessa.