mercoledì 11 dicembre 2013

Il governo Letta 2 e la cura ricostituente di Renzi

Nel discorso per la nuova fiducia alle Camere si è sentito un Enrico Letta diverso rispetto al primo intervento programmatico fatto ad aprile. Letta è stato molto più chiaro sulle cose da fare e sui tempi entro cui realizzarle. Per quanto riguarda le riforme istituzionali ha parlato di un numero limitato di obiettivi ( riduzione numero parlamentari, superamento bicameralismo perfetto, cancellazione delle province, riforme del titolo V sui rapporti tra Stato e regioni) da realizzare entro un anno. Più vago è stato invece il riferimento alla legge elettorale ma anche in questo caso oltre a un riferimento al maggioritario Letta ha detto che si dovrà procedere in tempi stretti, entro alcune settimane. C'è stata quindi una separazione netta della riforma elettorale dai destini delle altre riforme, accelerata anche dalla bocciatura del Porcellum da parte della Corte costituzionale
Mi sembra evidente anche che a far cambiare atteggiamento al presidente del Consiglio è stato il nuovo assetto della maggioranza con l'uscita di Forza Italia, ma anche e sopratutto il risultato delle primarie con il nuovo segretario Matteo Renzi, pronto a incalzare l'azione dell'esecutivo. Ora si tratterà di vedere se alle parole seguiranno i fatti. Visto il procedere stentato avuto finora dal governo è giusto essere diffidenti, ma allo stesso tempo mi sento di dare una seconda chance a Letta, il quale è auspicabile sia consapevole che è davvero all'ultima chiamata. Non è più tempo per l'inazione. Bisogna intercettare la ripresa economica che è in atto in tutta Europa. Se il governo non sarà in grado di cambiare passo nel 2014 dovrà farsi da parte.

mercoledì 2 ottobre 2013

Enrico Letta vince il braccio di ferro con il Cav e ottiene la fiducia

Berlusconi ha fatto dietrofront. Dopo aver ordinato ai suoi di sfiduciare il governo Letta, il Cavaliere doveva far fronte alla più grave fronda interna della propria ventennale esperienza politica, con un manipolo di una ventina di senatori, guidati da Angelino Alfano, pronti a scaricarlo per rimanere nella maggioranza e con un altra quarantina che momentaneamente rimanevano nel partito ma che esprimevano evidenti malumori verso la linea di rottura. Evidentemente impreparato a una simile emorragia interna di parlamentari, Silvio faceva buon viso a cattivo gioco e annunciava il suo voto di fiducia al governo. Nonostante abbia cercato di limitare i danni l'indebolìmento della sua figura di leadership appare oggi ancora più marcato. Cercherà di prendere tempo e rinserrare le fila ma forse a questo punto solo la discesa in campo della figlia Marina potrebbe invertire il declino del partito-azienda. Enrico Letta invece può cantare vittoria e proseguire la sua avventura a Palazzo Chigi con rinnovata autorità, anche se per me rimangono gli interrogativi sulla effettiva capacità di portare avanti quel'azione di incisiveriforme da lui evocata nel discorso alle Camere e di cui il Paese ha indubbio bisogno.

sabato 28 settembre 2013

Dimissioni dei ministri Pdl dal governo Letta. Fine della innaturale alleanza?

Le dimissioni in massa dei ministri del PdL su direttiva del capo Silvio Berlusconi, segna ufficialmente l'apertura della crisi per il governo Letta. Il rinvio del provvedimento che doveva stoppare l'aumento dell'Iva previsto per il 1 Ottobre è la motivazione con cui si è giustificata la rottura. Ma va rilevata anche la coincidenza poco casuale dell'imminente voto della Giunta per le immunità del Senato proprio sulla decadenza di Berlusconi.
Attendiamoci il teatrino dello scaricabarile sulle responsabilità della fine di un'alleanza apparsa sin dall'inizio precaria perchè composta da forze politiche che sino ad allora si erano cntrastste in modo aspro. Sta di fatto che l'aumento dell'Iva appare ormai difficile da evitare e ciò influirà in modo negativo sui consumi, sopratutto dei redditi più bassi. Come al solito sull'altare del fallimento dei politici vengono sacrificati i più deboli.

mercoledì 4 settembre 2013

Il governo stabilizza i precari. Uno schiaffo al merito e alla Costituzione

La massiccia diffusione del precariato nella pubblica amministrazione è stata negli anni una scorciatoia per aggirare il dettato costituzionale che prescrive ( art. 97) che sia il concorso lo strumento con cui determinare l'accesso al pubblico impiego. Il governo introducendo una riserva al 50% nei futuri concorsi per la stabilizzazione dei precari ha legittimato questa pratica scorretta di selezione generatrice di clientelismo. Una riserva così ampia falsa la competizione tra i candidati: da una parte i precari che godranno di una corsia preferenziale per il posto fisso; dall'altra i comuni mortali che non avendo santi in paradiso avranno molte minori opportunità di venire assunti. Uno schiaffo alla meritocrazia! Se la pubblica amministrazione non brilla per efficienza è anche per l'abuso di queste pratiche e il provvedimento del governo induce a pensare che le cose di certo non miglioreranno.

martedì 27 agosto 2013

La svolta di Grillo sul Porcellum. Una motivazione inconfessabile

Beppe Grillo vuole le elezioni e pur di andarci subito è disposto a mantenere il Porcellum, dopo che per anni si era scagliato ( giustamente) contro i perversi effetti antidemocratici di questo sistema elettorale su cui va ricordato pesa come una spada di Damocle la probabile prossima pronuncia di incostituzionalità da parte della Consulta. Nel suo blog dichiara di essere convinto di poter vincere e di governare da solo. Sostiene che i partiti alleati nel governo Letta vogliono modificare la legge elettorale proprio perchè temono che con il Porcellum il Movimento Cinque stelle possa sbaragliare la concorrenza.
Grillo forse è davvero convinto di possedere il carisma e il tocco magico per stravolgere quella che fino ad ora si è rivelata un evidenza empirica del Porcellum: l'impossibilità di ottenere una maggioranza stabile e coesa al Senato. Ma al di là delle dichiarazioni di facciata è possibile che sia un altro e assai poco nobile il vero motivo alla base della svolta: con il Porcellum il capo-partito può scegliersi direttamente i propri candidati anche perchè le Parlamentarie , le primarie via web del M5S, non si sono dimostrate un efficace strumento di selezione per l'eseguità dei militanti coinvolti ( poche decine di migliaia), per la scarsa trasparenza sui criteri di gestione delle votazioni, per la dubbia adeguatezza e l' evidente impreparazione  di molti dei vincitori. Grillo nei mesi scorsi aveva già scagliato più volte i propri strali contro coloro che proponevano forme di dissenso rispetto alla linea di condotta da lui imposta per il Movimento. In definitiva con il Porcellum ancora in piedi sarà molto più facile per lui e per Casaleggio rimanerne i padroni incontrastati.

venerdì 2 agosto 2013

L'Aventino al tempo di Schifani

O Napolitano dà la grazia a Silvio o ci dimettiamo in massa a partire dei ministri del governo. Quel grande statista di Schifani indica l'Aventino come via con cui la classe dirigente del PdL cerca di salvare se stessa e il proprio Capo dall'oblio politico. E il Partito democratico sarà disposto ad accettare questo ricatto istituzionale pur di mantenersi attaccata alle cadreghe?

giovedì 1 agosto 2013

La politica di palazzo scossa dalla condanna definitiva di Berlusconi per evasione fiscale

Con la condanna definiva in Cassazione  Silvio Berlusconi è per la giustizia italiana un frodatore del  fisco. Il rinvio al giudizio di appello sulla definizione della pena accessoria all'interdizione dei pubblici uffici pospone solo di qualche mese la decadenza del Cavaliere da parlamentare. E ora il Partito democratico potrà ancora rimanere alleato di governo con un partito il cui leader carismatico è da oggi un pregiudicato per un reato estremamente grave? E quale sarà il futuro del PDL: verrà imboccata la via dell'Aventino, oppure si opterà per un passaggio graduale di consegne in famiglia con la leadership affidata alla figlia Marina? O ancora sarà invece l'occasione per assistere alla nascita di una destra completamente rinnovata? tante domande su cui ci sarà tempo per riflettere ma una sola certezza: la politica italiana da domani non sarà più la stessa.

giovedì 4 luglio 2013

Dopo la deposizione di Morsi il futuro dell'Egitto resta incerto

In Egitto si è dunque arrivati al colpo di Stato. Il presidente deposto Muhamad Morsi poteva anche non piacere ma era pur sempre il primo capo di Stato eletto democraticamente del Paese africano. A mio parere non ha pagato tanto il tentativo di islamizzazione quanto il non essere riuscito a dare risposte efficace alla crisi economica e alla perdita di attrattiva verso gli investimenti esteri in cui si dibatte da tempo l'Egitto e che erano costati il potete anche a Mubarak
Ora l'esercito è tornato ad avere un ruolo di assoluto protagonista. Tutto come prima della rivoluzione di Piazza Tahrir dunque? Non proprio, perchè ora il golpe dell'esercito ha avuto un massiccio sostegno popolare. Tuttavia va ricordato che Morsi e i Fratelli Musulmani avevano vinto morsi perchè i loro oppositori non erano riusciti a presentate uno straccio di candidato candidato che potesse catalizzare il consenso in maniera credibile. E poi si può veramente pesare di far fuori una forza popolare come la Fratellanza Musulmana senza spaccare l'Egitto? E' da augurarsi che le inevitabili divisioni non sfocino in un ulteriore bagno di sangue.

martedì 18 giugno 2013

Sforare il deficit: Berlusconi ha la ricetta anticrisi

Secondo Berlusconi dovremo sforare il rapporto del 3% tra deficit e PIL pur di trovare gli 8 miliardi di risorse necessari per abolire l'Imu  e evitare l'aumento dell'Iva. Tanto l'Europa non ci caccerà mai.
Berlusconi quando si tratta di sforare è un vero esperto: nel 2008 l'Italia aveva il 2,7% nel rapporto deficit PIL, ma con lui al governo abbiamo toccato il 5,4% che comportò nel 2009 l'apertura della procedura di infrazione comunitaria per deficit eccessivo da cui si è usciti dolo poche settimane fa grazie sulle misure del governo Monti. Il Cavaliere sa anche come togliere la tassa sulla prima casa visto che abolì nel 2008 l'ICI. Eppure nonostante queste misure nel 2009 l'Italia andò in recessione. Anzi proprio l'eccesso di deficit ha aggravato il debito pubblico costringendo l'Italia a spendere più soldi per pagare gli interessi in salita vertiginosa. Quando si tratta di indebitarsi e non crescere Berlusconi sa proprio il fatto suo.

lunedì 10 giugno 2013

La resa di Alemanno, ultimo giapponese della destra sociale.

Alemanno era l'ultimo esponente della destra sociale dell'ex MSI poi AN ancora sulla breccia. Con il suo tonfo romano si chiude forse definitivamente l'epoca dei Fini, Polverini, Storace, esponenti di una forza politica che aveva cavalcato il giustizialismo di Mani Pulite e che ora per contrappasso viene da esso schiacciato in virtù del peso di troppi scandali legati alla gestione del potere. Per il resto il secondo turno delle amministrativo amplifica il massiccio astensionismo già registrato due settimane prima. E in questo contesto di generale rifiuto della politica è naturale che a resistere sia stato il partito democratico, meglio organizzato sul territorio e capace di mobilitare con maggiore prontezza il proprio zoccolo duro. Ma a sinistra farebbero un grave errore a considerare risolti i problemi. Resta per loro la necessità di allargare a livello nazionale la base di consenso.

martedì 28 maggio 2013

Alle amministrative il partito dell'astensione batte il Cinque Stelle

Sono solo due i dati politici di rilievo di questo primo turno di ammnistrative di maggio 2013:il forte astensionismo ( è andato a votare appena il 62,38% degli aventi diritto) e il calo generalizzato del Movimento Cinque Stelle che non ha mai superato il 15% senza raggiungere un dolo ballottaggio.
Il partito del non voto è il primo d'Italia, a testimoniare una profonda sfiducia della gente verso la politica. Un rifiuto che non risparmia nemmeno i grillini che in questi primi mesi di presenza in Parlamento non si sono mostrati all'altezza delle speranze di cambiamento che gli elettori avevano riposto in loro.
Per il resto hanno prevalso com'è naturale le logiche locali e anche a Roma gli elettori si sono pronunciati su come Alemanno ha governato la città.

lunedì 13 maggio 2013

La sinistra e il perenne dilemma dei processi di Berlusconi

Sarebbe un errore da parte della sinistra sperare di fare fuori politicamente per via giudiziaria Berlusconi dopo la conferma della condanna in appello per evasione fiscale. Il Cavaliere acquisirebbe definitivamente l'aura di martire presso il suo elettorato. E un eventuale ineggibilità per interdizione da pubblici uffici priverebbe Berlusconi solo di un posto nel Palazzo, mentre il suo potere economico e la sua possibilità di influenzare pesantemente la vita pubblica dall'esterno rimarrebbero intatte. Berlusconi va battuto con il buon governo e buone idee per migliorare l'Italia: una strada che i suoi avversari hanno finora mostrato di non saper seguire.

martedì 30 aprile 2013

Enrico Letta, governo al servizio di chi?

Enrico dichiara di fare un governo al servizio del Paese. Intanto l'abolizione completa dell'IMU sulla prima casa sarebbe un regalo straordinario alla propaganda di Berlusconi ( oltre che delle proprie ville e di quelle dei figli). Vedremo quanto di quanto è stato annunciato nel suo discorso per la fiducia alla Camera ( riduzione delle tasse sul lavoro, taglia agli sprechi nella pubblica amministrazione e nella politica) verrà davvero realizzato. Si è parlato pochissimo di scuola e giustizia, per nulla ( ovviamente) di conflitto di interessi.
Letta ha proposto una verifica tra 18 mesi sul progetto di riforme istituzionali. Evidentemente conta di durare molto a lungo, forse l'intera legislatura. Staremo a vedere se il Pd e la sinitra sopravviverà così tanto all'abbraccio fatale con quello che fino a ieri era il suo nemico dichiarato. Per me sarebbe stato meglio proporre obiettivi meno ambiziosi ma più immediati e concreti, fare una legge elettorale decente e restituire al più presto la parola agli elettori.

giovedì 25 aprile 2013

Enrico Letta, e il confine tra compromesso e inciucio

Il compromesso in politica è essenziale per trovare un modus operandi tra soggetti con punti di vista differenti. L'alternativa è risolvere i conflitti con le armi oppure instaurare una dittatura.
Spero che per il suo governo Enrico Letta abbia chiara la differenza tra compromesso e inciucio: occuparsi del Paese con gli avversari è compromesso, consegnare un salvacondotto giudiziario a Berlusconi pur di cercare di salvare quel che resta del PD è inciucio.

Spagna , 6 milioni di disoccupati a inizio 2013

Il tasso di disoccupazione della Spagna è salito fino a un nuovo record del 27,2% della forza lavoro nel primo trimestre del 2013, secondo quanto riportano i dati ufficiali.Il numero totale di disoccupati in Spagna ora ha superato la cifra di 6 milioni, anche se la crescita della disoccupazione ha rallentato la sua progressione. I dati evidenziano la fatica della Spagna ad emergere da una crisi economica che è cominciata cinque anni fa.

mercoledì 24 aprile 2013

Chi incastrerà Enrico Letta?

Governare sarà un impresa per il nuovo presidente incaricato Enrico Letta. Tutti cercheranno di fargli le scarpe: i suoi compagni di partito impegnati a farsi la guerra tra loro, Berlusconi che non vede l'ora di potere incassare con il voto i gentili omaggi che i suoi avversari riescono sempre a fornirgli, gli oppositori grillini che gridano all'inciucio e non perdono occasione per aizzare la piazza.Riuscire a fare poche cose ( una buona legge elettorale, qualche taglio alla spesa pubblica e ai costi della politica, qualche provvedimento che favorisca la crescita) sarebbe già importante. Poi si ridia la parola agli elettori.

Il cazziatone Napolitano e la casta di sordi

Torno a scrivere dopo molti mesi sul blog da animale(a)sociale, sconcertato da un parlamento balcanizzato, paralizzato dai veti incrociati di forze politiche di minoranze e di minorati costrette per manifesta incapacità a supplicare un uomo di 88 anni a rimanere Presidente della Repubblica. Come interpretare poi la scena paradossale dell'assemblea che plaudiva alle accuse di irresponsabilità e incoscienza rivolte loro da Napolitano? È un segno della casta che si sentiva sollevata per lo scampato pericolo, in cui ciascuno applaudiva sperando che il rimbrotto riguardasse gli altri. In definitiva, una conferma della loro assoluta inadeguatezza.

sabato 5 gennaio 2013

L'anomalo diritto ( e dovere ) di Monti a candidarsi premier

Può piacere o meno ma in Italia il premier viene eletto dal Parlamento, non dai cittadini. Dunque Mario Monti ha il diritto a candidarsi alla presidenza del Consiglio anche senza percorrere la strada delle elezioni.
In un certo senso però il suo è anche un dovere: Monti dopo un anno a Palazzo Chigi in cui l'azione di governo è stata condizionata dai veti incrociati delle componenti di quella che lui stesso ha definito "strana maggioranza" è opportuno che si metta in gioco per chiarire fino in fondo quale idea ha per il futuro dell'Italia e dove vuole portarla con la sua agenda. Resta comunque evidente l'anomalia di un senatore a vita che si candidi alla presidenza del Consiglio, bypassando le elezioni. Ma di ciò gli elettori che voteranno le liste pro Monti saranno consapevoli.
Invece è tutt'altro che una novità nel panorama politico italiano che la proposta politica di una coalizione sia fortemente dipendente dalla personalità del suo leader. Ma come coniugare il personalismo con l'ambizione di dare centralità ai contenuti? Superare questa contraddizione la prima sfida cui dovrà far fronte Monti nel suo nuovo profilo "politico".