sabato 27 ottobre 2012

La recessione, Monti e la cattiva memoria di Berlusconi

L'aspetto più importante della conferenza stampa di Berlusconi a commento della sua condanna per frode fiscale non è stato l'annuncio di rimanere in campo ( non si sa come) perchè era chiaro che anche se non si candidava premier Papi Silvio avrebbe continuato a far politica per tutelare i propri interessi. La vera novità è l'ipotesi di sfiduciare il governo Monti le cui iniziative "ci portano a una spirale recessiva". Come al solito il Cavaliere quando non gli conviene ha la memoria corta giacchè con lui al governo la recessione toccò il fondo con un calo del 5% nel PIL per il 2009.

Se il berlusconismo sopravvive alle sentenze giudiziarie

Silvio Berlusconi
A mio parere la condanna in primo grado di Berlusconi a 4 anni per frode fiscale nell'ambito del processo non determina la fine politica del Cavaliere. Per un verso la sua parabola era già ampiamente in fase discendente come testimoniato dai sondaggi che danno il PDL fortemente ridimensionato attorno al 15%. E'un fatto positivo che le sorti politiche del leader storico del centrodestra non siano strettamente determinate dagli esiti delle sue vicende giudiziarie, perchè ciò avrebbe inutilmente inasprito il confronto politico distogliendo l'attenzione dai veri problemi del Paese.
Berlusconi stesso era conscio del suo declino e la decisione di non candidarsi alle prossime politiche era il visibile suggello di questa nuova consapevolezza. Ma la sua influenza economica e ideologica rimane fortissima come testimonia il coro indignato di esponenti della destra che parlano di sentenza politica. Berlusconi anche al di fuori dell'agone politico continuerà a essere considerato il padre del centrodestra italiano e quindi la sua eredità verrà raccolta da chi ne prenderà il testimone. E ciò da me non può che essere giudicato negativamente: Berlusconi nella sua esperienza politica ha constantemente confuso il suo ruolo pubblico con i suoi interessi privati. La sua annunciata rivoluzione liberale non solo è fallita, ma non è mai cominciata. Il Cavaliere è sempre stato interessato esclusivamente alla propria libertà di azione e la costante ricerca dell'impunità tramite le leggi ad personam e lo svuotamento del reato di falso in bilancio ne sono la evidente testimonianza. Le conseguenze dannose vanno al di là delle stesse intenzioni di Berlusconi: nel corso di questi anni si è consolidato quel clima opaco nella gestione della cosa pubblica che è poi sfociato nell'attuale stato di corruzione diffusa. Non ci sono dunque grandi possibilità per pensare che la mentalità del berlusconismo scompaia improvvisamente nè che si venga a creare un centro-destra capace di far emergere in Italia le forze autenticamente liberali del Paese.

Il capro espiatorio del terremoto dell'Aquila

L'Italia è l'unico Paese occidentale in cui degli scienziati sono stati condannati per omicidio colposo per le conseguenze di un terremoto. La colpa degli allora componenti della commissione grandi rischi, che sono anche i maggiori esperti di sismologia del nostro Paese, sarebbe quella di aver giudicato come improbabile il verificarsi a L'Aquila di una scossa di forte entità sei giorni prima del terremoto del 6 aprile 2009, inducendo gli abitanti del capoluogo abruzzese ad abbassare la guardia. In realtà leggendo il verbale delle riunione del 31 marzo non si esclude che il terremoto possa avvenire dato che l'Aquila è zona sismica, ma si fa una valutazione probabilistica poi tragicamente smentita dai successivi accadimenti. Se da un punto di vista psicologico ed emotivo ciò può aver certamente rassicurato gli aquilani, da qui a intravedere una relazione diretta con gli eventi luttuosi ce ne corre. La scossa rivelatasi fatale era di magnitudo 6,3, un'intensità che in altre zone del globo a ben più elevata sismicità della nostra ( California e Giappone) non provoca nè decessi nè danni. I morti sono avvenuti non a causa di un parere scientifico ma perché le case erano poco sicure e il territorio non era stato messo in sicurezza e di ciò gli scienziati non hanno alcuna colpa. Gli scienziati condannati sono il capro espiatorio di un evento i cui veri responsabili per la devastazione del territorio e la costruzione e manutenzione di edifici non sicuri, restano a piede libero senza che li sia stata ancora comminata alcuna sanzione.

martedì 16 ottobre 2012

Il rottamatore Renzi e i rottami del Pd

Veltroni e Castagnetti hanno annunciato che non si ricandideranno alle prossime elezioni per un posto in Parlamento. Al contrario di ciò che pensa Bersani ci voleva proprio la rottamazione di Renzi per indurre i dinosauri del Pd a fare qualche riflessione in merito. Il sindaco di Firenze intercetta un desiderio di cambiamento molto presente nell'elettorato non solo di sinistra. Senza quei toni provocatori da Gian Burrasca sarebbe stato assai più difficile assistere a questi "spontanei" passi indietro. E forse ci sarà bisogno di qualche sua ulteriore punzecchiatura per indurre altri rottami ( D'alema su tutti) a prendere la stessa decisione

lunedì 8 ottobre 2012

Il corto circuito democratico di Renata Polverini

Nel Lazio dei Batman Fiorito, degli sfizi pruriginosi dei politici pagati con i soldi dei contribuenti, del gioco a rimpiattino su chi abbandona prima o dopo la poltrona, l'ultima cosa di cui stupirsi è che ci sia la presidente di Regione Renata Polverini che cincischi nello stabilire la data per le nuove elezioni minacciando di mantenere per mesi in naftalina un Consiglio regionale i cui componenti dovrebbero prendere lo stipendio per non fare nulla.
Non si può però non rilevare il paradosso di un Presidente dimissionato che dovrebbe adempiere solamente all'ordinaria amministrazione, ma che di fatto ha nelle mani l'assoluto ed enorme potere discrezionale di stabilire quando restituire al popolo sovrano la possibilità di scegliersi i suoi rappresentanti. La Polverini esercita un diritto conferitogli dalla legge ma che fa a pugni con la logica democratica. Ma in questo scenario di fine ancien regime, ai poco nobili politici, decaduti e impegnati a salvare la pellaccia, le ripercussioni antidemocratiche di tali comportamenti sono in coda ai loro pensieri.

Venezuela: Chavez per la quarta volta presidente nel segno del socialismo bolivariano

Hugo Chavez
Il presidente venezuelano Hugo Chavez si è assicurato un quarto mandato, nonostante stia combattendo una battaglia con il cancro, e nelle elezioni presidenziali abbia dovuto affrontare la sfida del tenace avversario dell'opposizione Henrique Capriles Radonski. Il Consiglio elettorale del paese ha annunciato che Chavez ha vinto con il 54 per cento dei voti, mentre Capriles ha ricevuto il 45 per cento. Il leader venezuelano inizierà il suo nuovo mandato di sei anni nel prossimo mese di gennaio.
Nel corso di un discorso di vittoria dal palazzo presidenziale di Caracas, Chavez ha mostrato ai suoi sostenitori la spada dell'eroe dell'indipendenza Simon Bolivar e ha promesso di continuare la sua rivoluzione socialista. "Il Venezuela continuerà sulla via del socialismo democratico e bolivariano del 21° secolo", ha dichiarato. Ma il Paese rimane con i suo problemi: lo smantellamento dell'industria privata e uno Stato sociale con molto assistenzialismo finanziato dalle rendite del petrolio. In un apparente riconoscimento della critiche piovutegli durante la campagna elettorale per i black-out, il crimine, e l'inflazione che affliggono il paese, Chavez si è impegnato a "essere un presidente migliore."
Capriles, da parte sua, si è congratulato con Chavez ma lo invita a riconoscere il significato dei risultati elettorali. "C'è un paese che è diviso e essere un buon presidente significa lavorare per tutti i venezuelani"

giovedì 4 ottobre 2012

Giuseppe Saggese e la cattiva coscienza dei Comuni italiani

Giuseppe Saggese, ad di Trbutitalia società specializzata nelle riscossione delle imposte degli enti locali (Ici, Tarsu ecc), è stato arrestato perché secondo l'accusa invece di depositare ai Comuni i soldi delle tasse riscossi, se ne serviva per comparsi barche e farsi le vacanze. La somma sottratta ammonta a oltre 100 milioni.
Quella di Saggese non è solo l'ennesima vicenda di ruberie e truffe ai danni del settore pubblico, ma anche il sintomo del pressapochismo e dell'incompetenza con cui vengono gestire le finanze nella pubblica amministrazione: è dal 2008 che si sono cominciati a registrare gli ammanchi e lascia allibiti che su 400 comuni colpiti dagli ammanchi erariali pochi abbiamo preso le tempestive contromisure e che ci siano voluti anni per arrivare ad individuare l'origine degli ammanchi e le relative responsabilità. E' anche per episodi come questo che gli enti locali si trovano a piangere miseria. Si tratta degli stessi Comuni che vorrebbero abbandonare Equitalia. Per tornare a gestire le proprie entrate sul modello di Trbutitalia?