sabato 24 dicembre 2011

Gli attentati di Damasco e l'isolamento diplomatico di Bashar Assad

A chi attribuire la paternità degli attentati che a Damasco hanno provocato oltre 40 morti e centinaia di feriti? Sono stati organizzati da Al qaeda come sostiene il governo siriano, oppure commissionati dallo stesso presidente Assad come sostengono gli oppositori? Un'ipotesi quest'ultima tutt'altro che priva di senso vista la spregiudicatezza del regime siriano che da mesi reprime con metodica ferocia le manifestazioni di dissenso ( secondo l'ONU a novembre si era registrati già 3500 morti tra gli oppositori).
Resta la condizione di sempre maggiore isolamento in cui versa Bashar Assad con numerosi Stati della regione mediorientale ( tra tutti Turchia e Giordania) che lo hanno invitato a dimettersi e la Lega Araba che ha votato delle sanzioni e ha inviato degli osservatori proprio questa settimana per verificare la situazione. Le arroganti sicurezze del dittatore siriano stanno venendo meno e non è escluso che possa aver giocato la carta del sanguinoso depistaggio come estremo tentativo di mantenersi ancorato al potere.

lunedì 19 dicembre 2011

La morte di Kim Jong-il: i possibili scenari per la Corea del Nord e per i vicini asiatici



Scene di disperazione nella Corea del Nord per la morte del caro leader Kim Jong-il, uno dei dittatori più retrogradi del pianeta. Eppure probabilmente lo schock dei nordcoreani per la perdita della loro guida politica è sincera: si tratta di un popolo indottrinato che non ha conosciuto dalla seconda guerra mondiale altro che la dinastia dei Kim e per di più  indebolito da condizioni di vita e sanitarie terribili , aggravatesi dopo la carestia del 1995, e pertanto incapace di qualsiasi indipendente reazione organizzata.
L'erede designato è il figlio terzogenito di Kim Jong-il, Kim Jong-un di cui si sa pochissimo e che si ritiene non abbia nemmeno 30 anni. Data la giovene età sarà probabilmentre eterodiretto dallo zio Jang Song-taek, vice presidente dellla comissione nazionale di difesa, vero centro nodale del sistema nordcoreano, carica considerata per importanza seconda sola a quella del Leader supremo. Proprio all'interno delle forze armate si gioca il destino del Paese con il rischio di rese dei conti e lotte intestine e con la possibilità di rivolte tra i soldati che stanno appena un po meno peggio del resto della popolazione di cui condividono comunque la precarietà nelle condzioni di vita. Visti i bellicosi precedenti, c'è anche la preoccupazione che la instabilità interna porti a azioni di forza verso l'esterno con lancio di missili o altre azioni militari rivolte in particolare ai danni dei vicini sudcoreani e giapponesi con i primi che hanno messo le loro forze armare in stato d'allerta mentre a Tokyo il governo ha tenuto una riunione di emergenza
Infine le possibilità di una svolta riformista che attenui l'isolamento del Paese anche se non possono essere escluse restano assai improbabili, almeno nell'immediato, in virtù delle dinamiche interne a un'elite familiare che mira esclusivamentre al mantenimento del potere.

domenica 18 dicembre 2011

Asta frequenze tv: il trappolone della Lega al governo Monti e la vendetta contro il Cavaliere

Il governo Monti ha accolto un ordine del giorno dell'Idv e della Lega in cui si impegna "ad annullare l'assegnazione gratuita delle frequenze tv e a sostituirla con asta a titolo oneroso". Si tratta di un'impegno doveroso con cui forse si potrà alleggerire la pressione sul contribuente tartassato. Ma è un'impegno per nulla scontato perché contrasta con gli interessi di Berlusconi che non ha esitato a definire "un'imboscata" l'iniziativa leghista. Il Carroccio con un abile mossa politica cerca di prendere due piccioni con una fava: fare lo sgambetto a Monti e proporsi come interprete del malcontento popolare per la manovra economica "lacrime e sanuge". Il governo Monti per parte sua ha dei vincoli dettati dagli interessi delle maggioranze parlamentari che lo sostengono: se l'asta si facesse davvero, il Cavaliere potrebbe cogliere l'occasione per staccare la spina all'esecutivo ma dovrebbe poi spiegare agli Italiani perchè, in tempi di crisi, l'erario dovrebbe rinunciare a un introito ( una tantum) oscillante tra i 2 e i 16 miliardi per favorire i soliti noti.

giovedì 15 dicembre 2011

Tobin tax: pro e contro della tassa sulle transazioni finanziarie

Si vocifera della possibilità di introdurre nella manovra economica la Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie e lo stesso Mario Monti ha esplicitamente aperto a tale prospettiva. La Tobin tax venne ipotizzata negli anni 70 dall'economista James Tobin ( che è stato professore a Yale proprio di Monti) allo scopo di stabilizzare i mercati, tutelandoli dagli eccessi speculativi. Con tale imposta inoltre l'erario potrebbe raccogliere parecchi miliardi di euro che consentirebbero al governo di alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio e meno abbiente. Ma ci sono anche delle controindicazioni sull'uso della Tobin tax per fare cassa, giacchè essa potrebbe risolversi in un incitamento alla fuga dei capitali rendendo di fatto più povero il Paese che la applica; un rischio che molti economisti ritengono sopravvalutato anche se è probabile che la Tobin Tax produrrebbe i suoi migliori risultati se concordata a livello sovranazionale ( si ipotizzava ad esempio che la sua gestione venisse affidata alle Nazioni Unite) o quantomeno promossa dall'Unione Europea.
Tuttavia ci sono anche studiosi come Francesco Giavazzi che sono totalmente contrari all'applicazione della Tobin tax in quanto frenerebbe la circolazione della liquidità incrementando la variabilità dei mercati, innescando effetti economici depressivi. C'è un precedente storico che sostiene questo tipo di argomentazioni: la Svezia introdusse negli anni 80 una tassa sulle transazioni finanziarie che portò pochi soldi al fisco e provocò un drammatico crollo del volume delle negoziazioni che tornarono a livelli normali quando l'imposta venne abolita nel 1991.

martedì 13 dicembre 2011

La tragedia di Francesco Pinna e il respiro di Jovanotti e della Fornero

Il destino di Francesco Pinna: morire da precario a 20 anni per 5 euro l'ora, schiacciato dal crollo di impalcature allestite per un concerto di Jovanotti. Morire per un tozzo di pane per far divertire gli altri.
Lorenzo Jovanotti dal suo account twitter: "questa tragedia mi toglie il fiato". Faccia un bel respiro e rifletta sulla sicurezza di chi lavora nei cantieri dei suoi concerti.
Al ministro Elsa Fornero: le morti bianche sul lavoro sono un emergenza nazionale tanto quanto le pensioni e i conti pubblici. A lei l'ingrato ma doveroso compito di operare per prevenirle, cercando di riuscire dove la politica per indifferenza e incompetenza ha fallito

venerdì 9 dicembre 2011

Il brodino anticrisi dell'Europa: Unione fiscale e fondo salva Stati gestito dalla BCE

Dal consiglio europeo di Bruxelles si attendevano misure coraggiose per affrontare di petto la crisi economica: occorreva intraprendere i primi passi per creare un unione politica, ponendo fine all'anomalia di una moneta senza Stato, e affidare un ruolo più incisivo alla banca centrale europea come prestatore di ultima istanza ai governi e garante del debito pubblico degli Stati. E invece con l'impegno per il pareggio di bilancio e il fondo salva stati ( FESF) gestito dalla Banca centrale europea, ma entro i limiti delle disponibilità finanziarie prefissate dagli Stati membri, ancora una volta assistiamo alla montagna che partorisce il topolino. Al di là del fatto che la Gran Bretagna non abbia aderito aderito a questo accordo il vero problema è che l'Europa resta ancorata al rigore sui conti pubblici imposto dai tedeschi ( che non è esattamente il massimo in tempi di recessione) offrendo di se stessa l'immagine dell'impaurito agnello che si offre al lupo della speculazione.

giovedì 8 dicembre 2011

La manovra economica di Monti: troppe tasse , poca crescita

La manovra di emergenza del governo Monti ha un impatto totale di 34 miliardi lordi ( di cui 20 netti destinati al deficit), la maggior parte dei quali provengono da tasse. Un insieme di provvedimenti che rischiano di avere un'impatto recessivo in particolare per quelle imposte che colpiranno direttamente i consumi (l'Iva se entrerà a regime a partire dal secondo semestre 2012, e l'accise sulla benzina in un Paese in cui il trasporto avviene su gomma). Pur essendoci un netto passo in avanti rispetto alla politica economica del governo Berlusconi si poteva fare meglio intervenendo con più tagli alla spesa ( rappresentati sopratutto dalla riforma pensionistica). Troppo poco anche sul fronte della crescita limitata alla deducibilità Irap delle nuove assunzioni per under 35 e donne. Progressi in tema di lotta all'evasione fiscale con la tracciabilità dei pagamenti superiori ai 1000 euro affiancata dalla possibilità per il fisco di esaminare i movimenti dei conti correnti.

mercoledì 7 dicembre 2011

La riforma delle pensioni di Elsa Fornero essenziale per il futuro dei giovani

Introduzione del contributivo per tutti, innalzamento dell'età pensionabile a 66 anni da subito per gli uomini ( per le donne ci si arriverà per gradi nel 2018) e possibilità di andare in pensione con 42 anni di contributi per gli uomini e 41 per le donne;  rapida estinzione delle pensioni di anzianità: la riforma previdenziale predisposta dal ministro Elsa Fornero rappresenta una rivoluzione copernicana del welfare, difficile da comprendere nella sua pesantezza ma assolutamente necessaria. Bastano i dati del rapporto OCSE "Pensions at a glance 2011" a ricordarci l'insostenibilità intergenerazionale del precedente sistema: l'Italia spende per la previdenza il 14% del PIL, il doppio dell media dei Paesi OCSE; l'età media di pensionamento è inferiore di quasi 3 anni per gli uomini ( 61,1 contro 63,9) e di 4 anni per le donne (58,7 contro 62,5) rispetto alla media OCSE. I tassi di attività delle persone appartenenti alla fascia tra i 55 e i 69 anni rimangono inferiori rispetto alla media OCSE: 62% degli uomini di età compresa tra 55-59 è inserita nel mercato del lavoro rispetto a circa il 78% nei paesi dell'OCSE. Una percentuale che scende ulteriormente con l'età: solo il 30% delle persone di età 60-64 e circa il 13% nel fascia di età 65-69 partecipa al mercato del lavoro rispetto al 54,5% e 29,3% della media OCSE. Nonostante ciò  il tasso di sostituzione tra l'assegno di pensione e l'ultima retribuzione lavorativa resta più alto rispetto agli altri Paesi dell'OCSE.
Della riforma ci sono anche elementi che fanno storcere il naso come il blocco delle indicizzazioni per le pensioni al di sopra dei 936 euro ( in Commissione parlamentare è stato proposto di innalzare il limite a 1400 euro). Inoltre visto che la stretta attuale è dovuta a decenni di lassismo non sarebbe stato scandaloso chiedere un contributo a coloro che si sono avvantaggiati del generoso sistema retributivo e delle baby pensioni. Ma era questa la direzione da seguire per un Paese che invecchia e in cui il carico di produrre beni e servizi sarà sulle spalle di sempre meno lavoratori, quei giovani che così possono avere ancora una prospettiva di futuro.

sabato 3 dicembre 2011

L'aggressione squadrista a Giannino è la sconfitta della libera circolazione di idee


Il giornalista Oscar Giannino è stato aggredito alla Statale di Milano con lanci di pomodori da un gruppo di squadristi che si spacciano per studenti ed è stato costretto suo malgrado a lasciare l'ateneo senza poter prununicare l'intervento
La cosa più triste è che i facinorosi delinquenti hanno raggiunto il loro obiettivo.
Giannino sa difendersi benissimo da solo con la forza delle sue idee, ma anche se non avrebbe bisogno la solidarietà gli è dovuta. Piuttosto sono gli studenti civili, anche coloro che non condividono le idee di Giannino, che hanno perso. Quando a qualcuno viene impedito con la forza di esprimere le proprie idee, perdono qualcosa tutti coloro che credono che la libertà sia innanzitutto confronto tra idee differenti, ma perdono sopratutto i giovani che della libera circolazione delle idee hanno bisogno come il pane per acquisire piena consapevolezza di se. Gli studenti della Statale reinvitino Giannino a parlare e isolino la minoranza violenta: è l'unico modo per riappropriarsi della libertà a loro sottratta.

venerdì 2 dicembre 2011

Servizio pubblico di Michele Santoro orfano di Berlusconi

Dopo essere partito con il botto, Servizio Pubblico di Michele Santoro si sta gradualmente ridimensionando: la prima puntata aveva fatto quasi tre milioni di spettatori e il 12% di share salvo poi perdere progressivamente audience nei successivi appuntamenti. La puntata di giovedì 1 dicembre ha tenuto incollati due milioni di spettatori, quasi un terzo in meno rispetto all'esordio.
Servizio Pubblico risulta ripetitivo, ricalcando troppo da vicino lo schema di Anno Zero. Ma sopratutto il venir meno al governo dell'odiato Cavaliere toglie molti motivi per seguire il talk politico antiberlusconiano per eccellenza. Per risollervare le sorti del suo auditel la banda Santoro banda dovrà trovarsi alla svelta un nuovo nemico che le consenta di ergersi nuovamente a unica paladina della libera informazione.

La vendetta boomerang: Concita De Gregorio, l'Unità e Emma Bonino



Concita de Gregorio ha rivelato che nelle elezioni regionali del Lazio il Pd avrebbe boicottato il suo candidato Emma Bonino per far vincere Renata Polverini, esponente del centrodestra vicina a Gianfranco Fini in modo da consolidare il progetto di alleanza con il Terzo Polo. La De Gregorio che al tempo dei fatti era direttore dell'Unità, ha detto che ricevette questa confidenza da un altissimo dirigente del partito. Ora si toglie il sassolino dalla scarpa, pochi mesi dopo aver lasciato con qualche contrasto la direzione del quotidiano fondato da Antonio Gramsci.
Si dice che la vendetta sia un piatto da consumare freddo; in questo caso trovo che si tratti di un boomerang per la professionalità della De Gregorio. Se l'indiscrezione non è vera, si tratterebbe di una notizia inventata, cosa che un giornalista non dovrebbe mai fare: ma l'unico modo per dimostrarne la veridicità è rivelare la fonte cioè il nome del dirigente del PD che invece la De Gregorio ha voluto mantenere nell'anonimato. Se al contrario si trattava di qualcosa di vero, un giornalista, e ancor più un direttore, avrebbe dovuto portarla a conoscenza dei suoi lettori. Ma la De Gregorio ha spiegato questa presunta reticenza con motivazioni che sanno di arrampicata sugli specchi. Ha detto che pubblicare quella notizia avrebbe costituito un danno nell'ottica del giornalista responsabile. In tal caso la De Gregorio si sarebbe presa una bella tirata d'orecchi da Enzo Biagi secondo cui il vero editore di riferimento è chi legge il giornale. La De Gregorio ha anche sostenuto che non poteva pubblicare una rivelazione confidenziale, salvo poi smentirsi nei fatti abbandonando questo genere di scrupolo (???) pochi mesi dopo essere stata congedata dalla direzione dell'Unità.
Insomma in ogni caso una rivelazione da prendere con le molle perchè fatta con colpevole ritardo e con una tempistica che rivela il secondo fine di vendicarsi, e per questi motivi degna di attenzione più per il comportamento non proprio inappuntabile dell'autrice che per la notizia in se.

(fonte youtube: radioeco di Pisa)