giovedì 30 giugno 2011

Kabul: Le ragioni dell'attacco talebano all'Hotel Intercontinental

Nella notte tra il 28 e il 29 giugno un commando, probabilente talebano ha assaltato l'Hotel Intercontinental Kabul provocando almeno 18 morti
Un tentativo di vanificare i tentativi di pacificazione nel Paese. Ma anche e sopratutto un chiaro messaggio lanciato agli americani : ritiratevi in fretta oppure colpiremo altri obiettivi civili stranieri. Implicito l'avvertimento agli afghani: quando le forze della coalizione si saranno ritirate sappiate che saremo noi a riprendere il controllo della situazione. Dunque vi conviene stare dalla nostra parte.
Le minacce sono reali: la presenza degli insorti nel territorio afghano resta rilevante. Se l'attacco doveva avere come obiettivo il mostrare l'inadeguatezza delle forze di sicurezza afghane, si può affermare che è stato organizzato e condotto al meglio.

lunedì 27 giugno 2011

Napoli di nuovo sommersa dei rifiuti, con lo scaricabarile tra le istituzioni

Napoli come ogni estate è sepolta dall'immondizia e deve assistere all'immancabile rimpallo di responsabilità tra istituzioni: il sindaco neoeletto De Magitris evoca la presenza della camorra nel pilotare l'emergenza rifiuti( e probabilmente non ha tutti i torti) e accusa provincia, regione e governo di essere assenti. Ovviamente i chimati in causa respingono le accuse al mittente. Per capire di chi sono le responsabilità bisogna guardare alla titolarità delle competenze. Il Comune deve occuparsi della raccolta dei rifiuti e la provincia deve metter a disposizione i siti in cui scaricarli. Evidentemente entrambi sono gravemente inadempienti. Va detto che la regione in caso di emergenza dovrebbe organizzare il trasferimento dei rifiti nelle altre province. La magistratura ha indagato il presidente Caldoro in carica da poco più di un anno, per epidemia colposa; probabilmente secondo i giudici partenopei nel decennio della gestione Bassolino-Iervolino la spazzatura emanava profumo di lavanda. E il governo? Qui la voce grossa la Lega che cavalcando un argomento di facile presa sul suo elettorato si oppone ad ogni tipo di decreto che scarichi sulle altre Regioni la spazzatura campana. D'altronde De Magistris si era fatto la campagna elettorale sostenendo che non c'era bisogno del termovalizzatore: i napoletani lo hanno preso alla lettera e risolvono il problema bruciando la monnezza nelle strade e spandendo diossina nell'aria.

sabato 25 giugno 2011

Draghi alla presidenza della BCE? Il merito è di Mario Draghi

Il merito della nomina di Mario Draghi alla presidenza della Banca centrale europea non è nè merito dell'Italia nè del governo, ma solo di Mario Draghi, del suo curriculum e del prestigio internazionale che si è guadagnato in anni di lavoro. se proprio bisogna attribuire un padrino eccellente, questo ruolo può essere legittimamente ricoperto dall'Economist che da tempo sponsorizzava il governatore di BankItalia come l'uomo più adatto a guidare l'istituto con sede a Francoforte.
Piuttosto penso che un uomo della competenza di Draghi sarebbe stato molto utile in Italia sopratutto in questi tempi di magra. E' auspicabile che a sostituirlo non sia un nuovo Antonio Fazio.

venerdì 24 giugno 2011

Paradosso Belgio: uno stato senza governo ma in boom economico

Il 13 giugno 2010 i belgi si recavano al voto per le consultazioni politiche. Da allora è passato più di un anno e il Paese si ritrova ancora senza un governo, con un esecutivo dimissionario che svolge gli affari correnti, che poi tanto correnti non sono giacche nel frattempo il Belgio è entrato nella coalizione che fa la guerra in Libia. Il re ha dato incarico al leader dei socialisti valloni Di Rupo per trovare un accordo, ma è difficile che prima delle amministrative dell'autunno 2012 arrivino risultati: Alla base di questa cronica instabilità il solito conflitto tra fiamminghi e valloni e difficilmente prima di allora una delle due etnie sarà disposta a cedere, con i primi a reclamare maggiore autonomia e i secondi che temono di perdere alcune gestioni centralizzate in termini di servizi sociale. La NVA partito fiammingo che ha vinto le elezioni ha una forte propensione verso la secessione; per contro i partiti valloni si oppongono alla perdita di competenze statali e c'è anche un fenomeno minoritario ci richiesta di riunificazione con la Francia. Nonostante questo impasse il Belgio cresce economicamente: secondo le stime OCSE il PIL aumenterà del 2,4% alla fine dell’anno. E se i soldi circolano la mancanza di un governo si sente meno. Anzi paradossalmente l'assenza dell'esecutivo ha diminuito la conflittualità in parlamento che in questo periodo ha approvato una serie di norme importanti tra cui quello sulla politica finanziaria che dovrebbe consentire di tornare entro il 2012 al di sotto del 3% di deficit, la proibizione del burqa nei luoghi pubblici e la procedura sulla regolarizzazione degli immigrati.
Il Belgio funziona anche perché un gran numero di competenze sono gestite dalle regioni e dai governi locali; inoltre il 40% del bilancio complessivo è gestito dalle regioni.
Se è vero che fiamminghi e valloni non si parlano( solo l'1% dei matrimoni tra fiamminghi e valloni; ci sono più matrimoni tra belgi e immigrati) la Secessione resta in gni caso difficile da attuarsi: come già detto in Belgio molte decisioni sono già decentrate e d'altro canto molte decisioni riguardanti il Belgio prese a livello europeo. C'è poi il problema Bruxelles, capitale storica delle Faindra, ma oggi a capo di una sia propria regione nonché sede di istituzioni sovranazionale. In caso di secessione quale sarebbe il suo destino?

domenica 19 giugno 2011

A Pontida Bossi stuzzica la pancia padana: pollice verso al Cavaliere

L'atteso discorso di Bossi a Pontida si è risolto come prevedibile in una serie di slogan annti-immigrazione e contro il centralismo romano, buoni per mantenere buona la base ( per quanto tempo, non è dato saperlo) arrabbiata dopo gli schiaffoni presi alle amministrative e nei referendum. Poche le proposte, tante le richieste per lo più di difficile attuazione. Il Senatur ha rilanciato la necessità di una riforma fiscale senza però indicare come si potesse materialmente agire per ridurre le tasse senza andare a sgretolare i già scalcagnati conti pubblici. Per la richiesta di due ministeri al Nord sarà interessante capire come medierà Berlusconi con i furiosi colonnelli romani Polverini e Alemanno. Per non parlare dell'aggravio di costi che questo trasferimento richiederebbe, quando invece per risparmiare sui costi della politica sarebbe tanto utile qual drastico taglio sulle province che il Carroccio invece considera un perno del suo apparato di potere
Unico elemento veramente interessante, Bossi ha messo per la prima volta in discussione la leadership di Berlusconi nella coalizione di centrodestra. E nel prato di Pontida appariva uno striscione inneggiante a Bobo Maroni presidente del Consiglio

Le conseguenze dei referendum sull'acqua.

64 miliardi di euro: questa è la cifra stimata per gli investimenti necessari ad una efficiente gestione del settore dell'acqua.
Il recentissimo referendum ha abrogato la possibilità di una remunerazione del capitale , ragion per cui i privati non avranno più alcun interesse ad investire nella gestione dei servizi pubblici idrici.
Quindi dove verranno presi questi soldi? Le soluzioni sono tre : 1)si può attingere alla fiscalità generale ( quindi dalle tasse dei contribuenti) che però già si deve occupare di molte altre cose dall'istruzione, alla sanità, alla ricerca, 2)oppure si farà altro debito con l'emissione di titoli ( che dovranno essere restituiti con gli interessi), ad esempio da parte degli enti locali o della Cassa depositi e Prestiti; 3) infine i Comuni possono tagliare altri servizi di loro competenze e stornare i soldi risparmiati verso l'acqua pubblica.
L'alternativa è non effettuare questi investimenti, rinunciando a tutto ciò che comporta una gestione di qualità che significa scarsi controlli sulla potabilità dell'acqua, poca manutenzione delle strutture per evitare la dispersione idrica, scadente trattamento delle acque fognarie con depuratori efficienti. Ma questa prospettiva può essere considerata degna di un Paese civile?

mercoledì 15 giugno 2011

Una svolta per la Rai? Presidente e direttore generale eletti dagli abbonati

" Mi candido a direttore generale" e mi faccio eleggere con i voti degli abbonati. Dopo quella su Annozero a costo di 1 euro a puntata, una nuova proposta provocatoria di Michele Santoro. Stavolta però ben più sostanziosa: perché l'idea che le nomine dei dirigenti del servizio pubblico televisivo ( in primis il presidente ) siano effettuate da coloro che lo finanziano mediante il canone è tutt'altro che da scartare. Sarebbe un ottimo modo per smarcare finalmente la Rai dall'invadente tutela della politica.

lunedì 13 giugno 2011

Acqua e nucleare, nel referendum vince l'Italia gattoparda

A una prima lettura l'esito del referendum mi spingerebbe a brindisi e canti di giubilo. Gli italiani hanno disubbidito al Cavaliere. Per ben due volte : andando a votare e dichiarandosi contrari alla legge salva-Papi. Poche settimane dopo l'esito delle amministrative un nuovo rovescio per Berlusconi. Forse un segnale della volontà di girare definitivamente pagina
I risultati sono una prima risposta a coloro che per anni si sono ostinati a proporre quesiti sulla supercazzola lubrificata del sarchiappone americano salvo poi scandalizzarsi per l'incomprensibile assenteismo dell'elettorato. Questa grande risposta partecipativa è merito dei social network? Forse, ma in realtà è bastato sopratutto proporre quesiti chiari, che impattano sul vivere quotidiano delle persone perché non ci vuole un fine giurista per capire che il legittimo impedimento significa che la legge per qualcuno è più uguale degli altri cittadini né essere degli ingegneri per dire se il nucleare ti piace o meno. Non mi illudo comunque: questi soggetti non si fanno scoraggiare dall'evidenza contraria e alla prima occasione torneranno alla carica con un referendum sulla legalizzazione delle flatulenze negli autobus pubblici e con la loro ossessione quorumicida. Sarà allora importante ricordare loro che in una democrazia conta la volontà della maggioranza e che alla minoranza non basta autoproclamarsi migliore per dimostrare di avere ragione.
La parentesi dell'euforia termina non appena riprendo lo spunto iniziale: siamo proprio sicuri che dopo questi referendum ci aspetta un cambiamento , un'Italia migliore? Ho più di un dubbio se si considera che coloro che hanno sostenuto la consultazione sul nucleare e sull'acqua pubblica sono gli stessi che negli ultimi decenni non sono stati in grado di proporre uno straccio politica energetica alternativa e di suggerire un valido sistema alternativo a quello delle municipalizzate che, attualmente gestiscono i servizi pubblici locali in maniera per lo più inefficiente e molto costosa. Tra l'altro va osservato come le deformazioni ideologiche sul referendum dell'acqua abbiano creato un vero e proprio mostro virtuale: l'oggetto del quesito non era la privatizzazione dell'acqua come hanno propagandato i promotori, ma l'obbligatorietà della gara per aggiudicarsi la concessione che tra l'altro avrebbe potuto essere vinta anche da una società pubblica, per non parlare della deroghe previste dalla legge.
Dire NO è sempre la parte più semplice della recita. Poi arriva il momento della responsabilità e bisognerà indicare come uscire dall'attuale disastrosa situazione energetica che vede l'Italia con il costo più alto dell'energia elettrica e dove trovare le decine di miliardi di euro necessari a rimodernare un sistema di gestione e distribuzione dell'acqua a pezzi. I liquidi ( intesi come denari) verranno presi dalla tasche degli italiani tartassati che già ora boccheggiano per la crisi? E hai voglia a cianciare di sviluppo, ripresa economica e occupazione se le nostre imprese non possono disporre di energia a costi competitivi. Il timore fondato è che saranno i gattopardi a monopolizzare la scena e dietro la rivoluzionaria volontà di cambiare il manovratore, si finisca per lasciare sonnacchiosamente tutto il resto invariato.

Turchia: l'AKP di Erdogan vince, ma non cannibalizza la scena elettorale

Alle elezioni generali in Turchia vince l'AKP, il partito del premier Erdogan con il 50% dei consensi, ma complice anche l'attuale sistema proporzionale, non avrà, come sperava, la maggioranza dei due terzi in parlamento necessaria a modificare la Costituzione del 1980. Per un verso le resistenze dell'UE all'ingresso della Turchia nell'organizzazione hanno indebolito ed Erdogan ha cavalcato il boom economico del Paese che presenta tassi di crescita cinesi, promettendo per di più un massiccio programma di opere pubbliche ( ad esempio una nuova città appena fuori Istanbul e un canale che colleghi il Mar Nero con il Mar di Marmara): l'elettorato turco gli ha dato fiducia ma ha preferito non alimentarne lo strapotere. Così Erdogan potrà formare un governo monocolore ma per riformare la Carta dovrà accordarsi con le altre forze politiche in particolare i partiti curdi che hanno ottenuto un buon successo. Ma questa eventuale alleanza si presenta complessa: i curdi hanno promesso la legalizzazione degli indipendentisti del PKK, cosa che Erdogan non può permettersi pena il crollo verticale del suo consenso.

domenica 12 giugno 2011

Coerenza e referendum: nel 2006 Bersani e Di Pietro sostenevano la gestione privata dell'acqua

L'opposizione di sinistra si è schierata a favore dei referendum in particolare quello sulla c. d. privatizzazione dell'acqua, che in realtà riguarda la possibilità di appaltare il la gestione del servizio di fornitura a società a capitale misto pubblico privato. Ma quando erano al governo con Prodi nel luglio 2006 Bersani e Di Pietro sottoscrissero un disegno di legge ( il ddl Lanzilotta) che prevedeva l'assegnazione della gestione dei servizi pubblici locali a società miste con capitali anche private e tramite procedure a evidenza pubblica. E proprio Di Pietro in qualità di ministro dell infrastrutture sottoscrisse la parte relativa alla gestione dell'acqua. Il leader dell'Italia dei Valori è recidivo: dieci prima come ministro dei lavori pubblici del governo Prodi Di Pietro approvò la possibilità di ottenere una remunerazione del 7% suyl capitale investito per i privati che investivano nelle public utilities remunerazione del capitale investito. In pratica fino a pochi anni fa il PD e l'IDV sostenevano gli stessi temi che ora invece sono decisi ad abrogare.
Una fulminea inversione di rotta sulla cui sincerità è lecito avere molti dubbi

giovedì 9 giugno 2011

Il Brasile libera il terrorista Battisti. La corte dell'Aja ultima spiaggia per la giustizia.

La sentenza da parte del Tribunale supremo federale del Brasile che rimette in libertà Cesare Battisti ha motivazioni esclusivamente politiche: si è voluto evitare che una decisione di un organo giudiziario su ricorso di uno Stato estero smentisse il pronunciamento del presidente della Repubblica Lula.
Nel merito la sentenza che viola un accordo bilaterale di estradizione tuttora in vigore è totalmente errata anche perchè accoglie il punto di vista di Lula basato sul falso e assurdo presupposto che in Itali Battisti avrebbe corso il rischio di subire persecuzioni. Al contrario le carceri italiane sono state più volte esaminate nel corso degli anni da un autorevole comitato del Consiglio d'Europa che vigila sui trattamenti inumani e degradanti, e tale organismo nelle sue relazioni ha sempre escluso che i detenuti nel nostro Paese subissero discriminazioni sulla base della loro etnia, religione, o delle loro convinzioni politiche.
C'è da dire che l'Italia ha mancato nel non proporre tempestivamente ai brasiliani uh estradizione condizionata alla verifica da parte del suddetto comitato di Strasburgo del rispetto della tutela dei diritti del detenuto Battisti o nel suggerire che la pena potesse essere scontata in Brasile ( dove non è previsto l'ergastolo)
Resta come unica strada da intraprendere il ricorso alla Corte internazionale di giustizia che darà certamente torto al Brasile, il quale opporrà l'insindacabilità delle sentenza del tribunale supremo nel diritto interno e dunque non accetterà comunque di estradare Battisti. Ma poiché la Corte dell'Aja prescrive un'adeguata soddisfazione per il vincitore, il Brasile oltre a dover sopportare una grave danno di immagine con la sentenza a lui sfavorevole verrà costretto a corrispondere un cospicuo risarcimento ai familiari delle vittime di Battisti: una magra consolazione, ma sempre meglio della prospettiva di una giustizia inesistente.

mercoledì 8 giugno 2011

Il Calcioscommesse tra imbrogli, millanterie e tentazioni scandalistiche

Ci sono elementi sostanziosi nella nuova Calciopoli legata allescommesse: il portiere Paoloni che mette il calmante nell'acqua dei compagni di squadra per farli giocare male, l'anomalo flusso di scommesse e le ingenti somme giocate su partite attenzionate dai personaggi indagati dalla magistratura, ma ci sono vere e proprie millanterie con partite date sicuramente combinate e che invece terminano con risultati completamente diversi da questi annunciato. Tutto ciò dovrebbe indurre gli inquirenti a grande prudenza nel vagliare il materiale dell'inchiesta. Ma proprio dai procuratori provengono alcune improvvide mosse come quella del pm che si lascia scappare una dichiarazione in cui parla di sensazioni di combine tra squadre di serie a. Ma la giustizia deve procedere sulla base di indizi e prove concrete e non di sensazioni.
Ugualmente suscitano perplessità la fuga di notizie su calciatori di primo piano ( Vieri, De Rossi, Totti) su cui per stessa ammissione dei magistrati non esiste alcun elemento che possa far sospettare un loro coinvolgimento. Ma allora per quali motivo i loro nomi sono stati dati in pasto alla stampa?
Per evitare che quanto di buono c'è nell'inchiesta finisca per essere travolto dalle illazioni scandalistiche occorre vigilare che ci muova in direzione dell'accertamento dei fatti e si eviti il sensazionalismo e la tentazione di ricorrere ai processi sommari.

martedì 7 giugno 2011

La telenovela Rai - Santoro ai titoli di coda.


Si conclude l'annosa telenovela tra la Rai e Santoro con il divorzio del popolare giornalista dal servizio pubblico.
La Rai per togliersi di torno un personaggio sgradito a Berlusconi rinuncia a un programma come Anno Zero che faceva 6 milioni di ascolto medi a puntata e in più pagherà un buonuscita milionaria ( pagata dai contribuenti) al conduttore.
Santoro probabilmente andrà a la 7: qui non potrà più recitare la parte del martire della libera informazione e per questo forse la qualità del prodotto da lui offerto ne guadagnerà. Ad attenderlo ci sarà Enrico Mentana, pioniere del progetto di terzo polo informativo. Il buon Mitraglietta dopo il traumatico addio da Mediaset dovette attendere un anno in purgatorio prima di poter riprendere a lavorare. Invece Santoro dovrebbe cominciare la nuova collaborazione già dal prossimo autunno: un segnale della minor pervasività attuale del potere berlusconiano

Il Portogallo in preda alla crisi si affida alla destra di Pedro Passos Coelho

Nelle elezioni in Portogallo cade il governo socialista di Socrates e vince la coalizione di centro destra guidata da Pedro Passos Coelho del partito socialista democratico. il dato più importante è stato il massiccio astensionismo: il 41% non si è recato alla urne. Per i portoghesi resta la medicina amara da digerire delle misure di austerità e risanamento dei conti pubblici richiesti dagli organismi internazionali e dall'Unione Europea in cambio del prestito di 78 miliardi di euro necessario per far uscire il Paese dal rischio bancarotta. Il Portogallo è ancora in piena recessione: ha una disoccupazione del 12% e si stima che per la fine dell'anno il PIL calerà del 2%

Alfano segretario e primarie: nel PDL è vera svolta?

Alfano segretario del partito e apertura alle primarie: queste sono le due mosse che il Popolo della Libertà ha approntato all'indomani della batosta elettorale delle amministrative per cercare di recuperare il feeling con l'opinione pubblica.
Nel centro destra si è sinora vissuto sotto l'ala protettrice di Berlusconi Re Mida capace di trasformare in voti tutto ciò con cui entrava in contatto, per cui era sufficiente sottostare al suo carisma per ricavarne effetti benefici in termini di potere e successo politico. Ora che questo mito dell'invincibilità sembra perduto ci si porrà il problema di ragionare politicamente a prescindere dal Cavaliere oppure questi resta l'unico e indiscutibile leader della destra italiana? Dare una risposta oggi sarebbe prematuro. Mi limito a osservare che la designazione di Alfano a segretario è dipesa essenzialmente dalla volontà di Berlusconi e il futuro congresso avrà il mero compito di ratificare una decisione già presa dall'alto. E' proprio questo verticismo centralista che dovrà scomparire perché si possa parlare di una svolta nel PDL. Ma se la futura strategia dovrà essere ancora subordinata al benestare del Capo, significa che saremo di fronte a un operazione di maquillage politico.

domenica 5 giugno 2011

Le origini della crisi di Fincantieri

Sull'economia italiana boccheggiante piomba il rebus Fincantieri. Ma non si tratta di un problema che giunge improvviso e inaspettato, al contrario esso trova le sue radici nel lungo periodo. La crisi ha colpito anche la cantieristica navale e le commesse si sono dimezzate. Per di più la concorrenza internazionale si è fatta sempre più agguerrita: nel settore delle navi da crociera resta all'avanguardia in virtù del rinomato stile italiano nell'arredamento ( dove siamo insediati dai tedeschi , che si servono tra l'altro di indotto italiano, e dai francesi) ; al contrario nelle navi commerciali si è da tempo perso il passo con le nazioni più competitive.
Fincantieri ha bisogno di capitali reperibili con quotazione in borsa o con un prestito statale oneroso e necessari per modernizzare la produttività quei cantieri che altrimenti rischiano di uscire dal mercato. Una pezza la si può mettere con agevolazioni ai committenti ( come ha fatto Cassa depositi e prestiti con Carnival). Per rilanciare il settore si può tornare a sviluppare il progetto delle "autostrade del mare" così da stornare una parte del traffico merci per via marittima
Per ora l'azienda ha annunciato che i cantieri di Sestri Ponente e Castellamare di Stabia non chiuderanno. I lavoratori tirano un sospiro di sollievo perché vedono salvati temporaneamente i loro posti di lavoro. Ma restano le criticità strutturali che se non affrontate torneranno a riproporsi minacciosamente.