venerdì 4 marzo 2011

La Libia sospesa tra l'anarchia somala e prospettive di un nuovo Iraq

Si è venduta la pelle dell'orso Gheddafi prima di averlo ucciso. In Libia le truppe del rais contrattaccano e sembrano riuscire non solo a fermare l'avanzata dei ribelli ma anche a riguadagnare posizioni. Oramai la situazione si sta evolvendo verso la guerra civile e la disorganizzazione e divisione tra le forze di opposzione, in cui l'elemento tribale gioca un ruolo determinante, rende assai elevato il rischio di un involuzione verso uno scenario anarchico di tipo somalo. Anzi l'ultimatum lanciato a Gheddafi sembra un segnale di debolezza che non nasconde la frustrazione per non essere riusciti a dare la spallata decisiva al dittatore.
Se fino ad ora non si è concretizzata l'ipotesi di una no Fly zone per proteggere la popolazione dai bomabrdamenti delle forze proGheddafi, ciò è dovuto al timore che si sarebbe potuto dare un appiglio a qualche azione islamista in chiave antioocidentale volta a destabilizare regimi quello giordano , saudita e marocchino considerati argini moderati contro l'avanzare del fanatismo jihadista. Sarebbe necessario un mandato ONU con conseguente accordo tra le potente sinora mancato. La situazione sul campo è mutata rispetto a quando la resa di Gheddafi sembrava imminente: ora l'intervento potrebbe decidere le sorti della contesa. con le prosettiva per nulla incoraggiante per le forze occidentali di dover gestire sul campo, come in Iraq, una transizione non breve.

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