venerdì 31 dicembre 2010

La porcata di Lula : no all'estradizione del terrorista Cesare Battisti

Come da previsioni, il presidente brasiliano Lula, ribaltando la decisione del Tribunale supremo federale, ha negato l'estradizione del terrorista dei Proletari armati per il comunismo Cesare Battisti, responsabile di quattro omicidi, in tre dei quali è coautore materiale , mentre nel restante ha operato in qualità di ideatore e mandante. In tutti gli Stati in cui ha trovato rifugio da latitante Battisti è riuscito nel corso degli anni a proporre di se l'immagine dello scrittore perseguitato per le sue idee. Anche in Brasile una parte dell'opinione pubblica ha abboccato a questa rappresentazione e Lula da consumato politico ha gestito la vicenda badando alle ragioni del consenso più che a quelle della giustizia. Resta il fatto che la sua decisione è una presa in giro per le vittime dei crimini commessi da Battisti e evidenzia ulteriormente lo scarso peso che l'Italia ha nello scacchiere internazionale, amplificato dalla posizione di debolezza che sembra giocare nel rapporto economico a due con il Brasile in virtù delle numerose commesse e interessi che le nostre azienda hanno nel Paese latinoamericano
Questo non significa che il Nostro Paese debba seguitare a farsi dare manrovesci senza reagire. Poichè siamo di fronte a una violazione da Parte brasiliana di un trattato bilaterale sull'estradizione ci sono tutti i presupposti perché il governo assuma misure diplomatiche molto dure. E dall'opposizione ci si attende una presa di posizione altrettanto ferma, indipendentemente dalla contiguità ideologica con il presidente brasiliano.

mercoledì 29 dicembre 2010

L'accordo di Mirafiori e il cortocircuito tra FIAT e FIOM

L'accordo di Mirafiori conferma che le posizioni di FIAT e FIOM sono per ora inconciliabili : da una parte l'azienda automobilistica torinese che cerca tutti gli strumenti per sopravvivere in una competizione globale spietata; dall'altra il sindacato metalmeccanico che si oppone strenuamente all'estensione in Italia di sistemi di relazioni industriali e di limitazioni dei diritti a suo dire lesive degli stessi principi democratici.
La maggior parte dei commenti che troviamo nella stampa è impegnata a prendere posizione a favore di una parte contro l'altra. A mio parere occorrerebbe andare oltre per provare a immaginare delle soluzioni partendo da alcuni interrogativi. Cominciando dalla FIAT, il suo ad Marchionne pensa davvero che far fuori il più importante sindacato del settore favorisca l'incremento produttivo? O non rischia piuttosto di portare la conflittualità a livelli insostenibili?
E La Fiom come può farsi interprete di una lotta per i diritti democratici se per bocca del suo segretario Landini definisce vergognosi i comportamenti dei sindacati che hanno diverse posizioni? e come può un sistema industriale essere attrattivo per gli investimenti se un sindacato può fare ostruzionismo su un accordo su cui è stato messo in minoranza da un referendum ( come a Pomigliano)? e perché se in Francia e Germania già esiste la pausa di mezz'ora, la sua introduzione in Italia verrebbe considerata come un'intollerabile diminutio dei diritti degli operai?
Tutte queste considerazioni portano al comune denominatore di un sistema di relazioni industriali e di selezione delle rappresentanze sindacali da modificare alla radice. Altrimenti di questo passo ci potremo consolare con bellissimi diritti sulla Carta, ma con le industrie e il lavoro che scappano dall'Itralia

domenica 26 dicembre 2010

L'università della Gelmini: valutare il merito nodo cruciale della riforma

la riforma Gelmini dell'università è legge. Vi propongo un mio giudizio personale sui principali punti di novità

limite di 6 anni al mandato dei rettori, che non possono più essere rieletti.
la non rielezione è positiva per evitare il consoldidarsi dei clinetelismi interni che hanno fatto da tempo disastri . Ma usufruendo dell'autonomia è possibile che le varie università stabiliscano delle deroghe nei loro statuti


introdotta l'abilitazione nazionale come condizione per divenire professore associato e ordinario.
i concorsi locali in Italia hanno favorito il consolidamento del potere dei baroni. La norma vorrebbe essere un tentativo di arginare questo malcostume. Tuttavia l'introduzione del sistema della chiamata locale rischia di comprometterne l'efficacia

I ricercatori avranno solo incarichi a tempo determinato.
Viene abolita la figura del ricercatore a tempo indeterminato. La durata massima del contratto per i ricercatori sarà di sei anni, al termine dei quali dovranno passare l'abilitazione per diventare professori associati. Chi non vi riuscirà dovrà cercarsi per forza una nuova professione. La norma nasce con l'obiettivo di eliminare la situazione di prolungata marginalità in cui si trovano i ricercatori nell'assetto universitario . Ma poichè la maggior parte dei concorsi previsti servono a stabilizzare chi nell'università ci lavora già, le possibilità per i nuovi ricercatori rischiano di ridursi ulteriormente.


inserimento di tre esterni nel cda degli atenei.
era davvero auspicabile l'introduzione degli esterni per un confronto con la società e gli interessi al di fuori dell'università; le migliori università al mondo , quelle inglesi e americane, seguono proprio questo criterio di gestione per porre un freno all'autoreferenzialità accademica e coloro che si oppongono all'introduzione di questa norma lo fanno con l'evidente secondo fine di mantenere lo status quo; il problema è che occorrebbero ben più di tre membri esterni perchè di fatto il consiglio di amministrazione rimane in mano agli interni e dunque non c'è la necessaria indipendenza nella valutazione del raggiungimento degli obiettivi prefissati.

valutazione meritocratica dei professori e degli atenei.
Questo è il nodo cruciale della riforma universitaria: distribuire la risorse in base alla effettiva produttività scientifica degli atenei e dei ricercatori è elemento fondamentale per far fare un salto di qualità al sistema accademico italiano. Molto dipenderà dalla serietà con cui verrà portato avanti questo sistema di valutazione,senza il quale tutte le altre novità introdotte dalla Gelmini avranno ben poco significato. Anche perché solo se vi verranno premiati i migliori studiosi, l'università potrà chiedere con credibilità maggiori risorse allo Stato, cioè ai cittadini contribuenti.


In definitiva nè i giudizi lusinghieri dei sostenitori che la considerano rivoluzionaria , nè le critiche di chi all'opposto invece vi vede un attentato all'istituzione universitaria colgono la reale portata di una riforma soastanzialmente monca che contiene elementi di dirigismo e non abolisce, come sarebbe auspicabile, il valore legale del titolo di studio. Tuttavia come sottolinea il professor Giovanni Sabbatucci , è arduo reputarla un peggioramento rispetto al desolante stato in cui versa il sistema accademico italiano.

venerdì 24 dicembre 2010

La favola di Babbo Natale e Papi Silvio


Arriva il bianco Natale e grandi e piccini vivono ciascuno a loro modo lo spirito della Festa
I bambini piccoli aspettano che Babbo Natale, un simpatico vecchietto dalla barba bianca, di rosso vestito ( sarà mica comunista?) , guidando una slitta trainata da renne arrivi nelle loro case a portarli i doni.
I bambini grandi invece credono che Papi Silvio, un anziano signore dai capelli tinti e posticci, che si ingrifa ogni qual volta scorge una bella ragazza ( meglio se minorenne), faccia gli interessi degli Italiani e porti loro un nuovo miracolo economico.
Solo una delle due è una favola inverosimile. Chi rimarrà deluso?

giovedì 23 dicembre 2010

Lameduck Obama si rilancia con il trattato Start e la legge sui diritti gay nell'esercito

Obama rialza la testa dopo la sconfitta elettorale delle elezioni di mid term. Dopo aver sposato la linea repubblicana sugli sgravi fiscali , il presidente prima firma la revoca della legge che proibiva ai gay dichiarati di prestare servizio militare ( il don't ask don't tell approvato da Clinton) ; quindi ottiene la ratifica dal Senato del trattato Start sulla non proliferazione nucleare. Decisiva la pressione esercitata dal segretario alla difesa Gates e dal capo di Stato maggiore congiunto Mike Mullen
Un colpo di coda prima del nuovo assetto del Congresso che da gennaio vedrà i democratici minoranza alla Camera dei rappresentanti. Questi successi personali non eliminano d'incanto i problemi sopratutto in campo economico ma forse consentiranno "all'anatra zoppa" Obama di affrontare la seconda fase del suo mandato con più slancio

mercoledì 22 dicembre 2010

Iraq: il nuovo traballante governo di Al Maliki

Dopo nove mesi dalle elezioni l'Iraq ha un nuovo governo. A presiederlo il primo ministro uscente al Maliki che ha ottenuto la fiducia del Parlamento, grazie all'appoggio dei curdi e del movimento sunnita Iraqiwa di Allawi. Nonostante il vasto sostegno gli equilibri su cui si fonda il nuovo esecutivo rimangono fragili: a dimostrarlo il fatto che Maliki detenga ancora l'interim dei tre ministeri chiavi legati alla sicurezza: Interni, Difesa e della sicurezza nazionale. In un Paese spaccato non ci si fida che questi posti chiave siano in mano ad esponenti di una fazione avversa

L'Ungheria di Orban mette il bavaglio alla libera stampa

L'Ungheria ha approvato una legge limitativa della libertà di stampa di tale gravità che a confronto i provvedimenti illiberali del nostro Paese sembrano ventate d'aria fresca.
il provvedimento fortemente voluto dal primo ministro Orban, prevede la soppressione di tutte le redazioni di news del servizio pubblico che dovranno confluire nell'agenzia di stampa MTI, finanziata dal governo e l'irrogazione di multe per coloro che pubblicheranno notizie contro un non meglio specificato "interesse pubblico". Inoltre i giornalisti saranno tenuti a rivelare le loro fonti per questioni legate alla sicurezza nazionale.
Io responsabile OCSE per la libertà di stampa ha duramente criticato le misure assunte dal Parlamento di Budapest
L'Ungheria si appresta ad assumere la presidenza di turno dell'Unione Europea. E'auspicabile che da Bruxelles giunga una forte presa di posizione contro questo tentativo di sottomettere la stampa alle logiche censorie del potere.

martedì 21 dicembre 2010

La pipa mundial di Enzo Bearzot.



Enzo Bearzot, il c.t del trionfo Mundial a Spagna 82, ci lascia.
Il suo era il calcio in cui la maglia azzura era un traguardo che valeva una carriera, le ripartenze si chiamavano contropiedi e le formazioni si potevano recitare come filastrocche. E resta sempre un sottile piacere nel pronunciare i nomi ( Zoff, Gentile Cabrini, Oriali, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Antognoni, Graziani) di quella squadra che si sbarazzò dell'Argentina di Maradona, del Brasile di Zico e Falcao, della Germania di Rummenigge .
Ora il "vecio" va a tenere compagnia al presidente Pertini, tra fumate di pipa e partite a scopone .
A noi quaggiù restano i dolci ricordi da coltivare e la nostalgia per un Italia, più ingenua, problematica e unita, che non c'è più.

La memoria di Nicola Calipari uccisa dallo Stato?

Nicola Calipari era colui che si può definire senza timore di eccedere nella retorica, un servitore dello Stato. Lo è stato nella sua silenziosa attività di agente del SISMI, culminata nell'episodio fatale in cui fece del proprio corpo scudo per proteggere dai proiettili esplosi da soldati americani di un checkpoint a Baghdad la giornalista Giuliana Sgrena, appena liberata dalla prigionia in cui un commando di jiahdisti la teneva da quasi un mese.
Un cablogramma redatto dall'allora ambasciatore americano Sembler e pubblicato da Wikileaks diffonde ora l'atroce sospetto che il governo italiano ( anche allora presieduto da Berlusconi) abbia preferito insabbiare le indagini su quell'episodio per evitare tensioni diplomatiche nei rapporti bilateriali con gli Stati Uniti.
Da Palazzo Chigi è arrivata una secca smentita ma i dubbi permangono forti: se la versione del documento americano fosse vera ciò vorrebbe dire aver ucciso una seconda volta Calipari. Dopo l'eliminazione fisica, anche l'oblio della verità.

lunedì 20 dicembre 2010

Vendola, Il Messia della sinistra senza una Terra promessa


Il nuovo Messia della sinistra si chiama Nichi Vendola, ha vinto per due volte le elezioni regionali in Puglia superando la concorrenza della destra e le diffidenza all'interno della sua stessa coalizione. Punta dritto all'anima dell'elettore con slogan emozionali come : "costruire il cantiere dell'alternativa" per "dire basta ai professionisti della sconfitta". O stare assieme all'"Italia migliore fatta di cittadini che hanno preferito la fatica dell’onestà al comfort della furbizia".
Poichè il personaggio incuriosisce per la sua naturale propensione ad affascinare l'interlocutore, mi chiedo cosa Vendola abbia in mente in concreto per combattere il precariato, per attirare gli investimenti delle imprese, per rendere la scuola e l'università più efficiente e meritocratica, per avvicinare la pubblica amministrazione alle esigenze del cittadini, e via discorrendo
Da tempo cerco delle risposte nei suoi discorsi. Mi sono spulciato anche il suo sito Internet. Ma vi ho trovato ben poco.
Attendo con impazienza che il Messia Vendola delinei meglio i tratti della nuova terra promessa agli Italiani.

domenica 19 dicembre 2010

I motivi dell'apertura di Bersani al Terzo Polo

L'apertura di Bersani al Terzo Polo ha sorpreso la base e prodotto reazioni tra il rifiuto e la diffidenza. L'idea del segretario parte da una evidenza: il Pd perde voti al centro in direzione dell'UDC e del centro destra. E' accaduto regolarmente alle ultime politiche, europee e regionali. Non c'è più il centro-sinistra ma solo la sinistra: nella coalizione il centro è divenuta un appendice della sinistra. Da qui l'emorragia dei voti moderati che non trovano più un punto di riferimento come avveniva ai tempi di Prodi.
Eppure basterebbe dare un occhiata alle analisi dell'Istituto Cattaneo per accorgersi dello scontento che pervade una buona parte di elettori berlusconiani delusi e che si tramuta in una massiccia astensione. Bersani spera di trovare in Casini e Fini una testa di ponte per parlare a questa rilevante fetta di elettorato che se conquistata potrebbe aprire ai democratici le porte di Palazzo Chigi.
Le difficoltà di concludere questa operazione non sono dovute solo all'ostilità interna ma anche al fatto che i leader terzopolisti non saranno disposti a fare da stampella al PD. Tuttavia pur se congegnata male, resta interessante l'obiettivo di allargare la base del consenso

Su Padoa-Schioppa controcorrente

Il mondo delle istituzioni commemora la scomparsa dell'ex ministro dell'economia Tommaso Padoa-Schioppa, definendolo un servitore dello Stato.
Personalmente io il ministro dell'economia lo ricordo sopratutto per aver definito "bamboccioni" i giovani che non se ne vanno via da casa dei genitori. Dimenticandosi che parliamo della genereazione di disoccupati o precari a meno di 1000 euro al mese.

giovedì 16 dicembre 2010

Un premio ai teppisti che hanno sfasciato il centro di Roma

Per tutti i 23 fermati responsabili delle devastazioni di martedì nel centro storico di Roma è stata riconosciuta la legittimità dell'arresto. Ma solo uno di essi avrà gli arrewsti domiciliari. Tutti gli altri sono stati rimessi in libertà.
Un fulgido esempio di come la giustizia italiana sia una barzelletta.
Già che c'erano potevano dargli dei premi, con tanto di targa celebrativa per il teppista che riesce a pestare più poliziotti.

Fini e Casini: prove di Terzo Polo o di antiberlusconismo di destra?


Fini, Rutelli e Casini si uniscono: nasce il Terzo Polo con il nome , presumo provvisorio, di Polo della Nazione. E' un modo per arginare l'offensiva di Berlusconi che mira ad acquisire a UDC e FLI i deputati necessari a puntellare la pericolante maggioranza. La mossa di Casini risponde alla sua natura logica anti bipolare. Fini invece cerca un luogo sicuro in cui poter rimarginare le ferite provocate dalla recente battaglia perduta con il Cavaliere. Dunque sono stati interessi contingenti a favorire questo matrimonio. Sinora ciò che gli unisce è sopratutto il timore di essere spazzati via dall'armata berlusconiana. Il tempo ci dirà se si tratta di qualcosa di più serio e stabile.

La dietrologia di Anna Finocchiaro: il volto peggiore del PD


Martedì Roma è stata messa a ferro e fuoco da un gruppuscolo di delinquenti. il capogruppo dei senatori PD Finocchiaro non ha perso tempo a fornire un esempio della peggiore tradizione dialettica della sinistra italiana: la tesi complottista con annessa dietrologia : "Martedì a Roma c'erano evidentemente degli infiltrati che hanno messo a rischio i manifestanti e le forze dell'ordine. Chi li ha mandati? Chi li paga? Cosa devono causare? ". Inutile dire chee la senatrice Finocchiaro non è minimamente in grado di chiarire quali siano le evidenze da cui deduce la presenza tra i manifestanti "di infiltrati".
A smentirla ci sono i 22 arrestati sul fatto mentre devastavano il centro storico della capitale e che sono stati processati per direttissima. Uno di questi è un sedicenne , simpatizzante di estrema sinistra, figlio di un ex BR.
Ho il sospetto che il PD dopo questa autentica "perla" partorita dalla mente della Finocchiaro avrà qualche problema in più ad accreditarsi come alternativa di governo. E il Papi ringrazia.

martedì 14 dicembre 2010

Sfiducia respinta: Fini non disarciona il Cavaliere.


Mozione di sfiducia respinta anche alla Camera: 314 No contro 311 Si. Il Cavaliere resta in sella, per ora, anche se in maniera estremamente precaria.. Come prevedibile il fronte dei finiani non è riuscito a mantenersi compatto, registrando le defezioni di Catia Polidori, Maria Grazia Siliquini e l'astensione di Silvano Moffa. Fini è il grande sconfitto e nelle prossime settimane verrà messa a dura prova la resistenza del partito da lui fondato
Per il Paese non si presenta una situazione facile con un governo che si regge su uno scarto di pochi voti di fiducia. Berlusconi potrà proseguire nella sua attività di reclutamento verso gli indecisi di Futuro e Libertà e verso l'UDC di Casini. Il perno dell'alleanza resta però la Lega: che rimanga in piedi il governo o che si vada alle elezioni Bossi & C. sono in una botte di ferro.

lunedì 13 dicembre 2010

I contorsionismi di Fini per tenere unito FLI

Astenersi al Senato e poi chiedere a Berlusconi di dimettersi prima del voto della Camera: questa è l'ultima trovata tattica di Fini per tenere compatto il gruppo di Futuro e Libertà . Ma permangono i malumori delle "colombe" guidate da Silvano Moffa , sempre più tentate di non votare la sfiducia al governo. E se il governo dovesse riuscire a superare l'ostacolo Della Camera sia pure per qualche stiracchiato voto i finiani si metteranno in Libertà? E Fini avrà ancora un Futuro?

sabato 11 dicembre 2010

Il dramma dei profughi eritrei sequestrati nel Sinai. La coscienza sporca dell'Occidente

Nel deserto del Sinai 250 profughi eritrei si trovano da mesi ostaggi di bande di predoni che chiedono 8000 dollari di riscatto per ciascuno di essi. Il governo egiziano, così solerte nel dare la caccia allo squalo che terrorizza i ricchi turisti di Sharm el Sheikh, non se ne occupa e la comunità internazionale appare muoversi con colpevole lentezza usando con molta parsimonia i deboli strumenti della diplomazia. Nel frattempo alcuni tra questi profughi sono stati uccisi, altri sarebbero stati venduti ad altre organizzazioni, probabilmente , dedite al traffico di organi.
L'Eritrea nella sua giovane esistenza di nazione indipendente ha conosciuto sopratutto guerre e regimi autocratici che reprimono i più elementari diritti della persona. Molti dei profughi sequestrati avrebbero diritto all'asilo politico; ma in Europa non ci sono mai arrivati anche a causa della politica repressiva antiimmigrazione perseguita dagli Stati che si affacciano nel bacino del Mediterraneo. Nella loro vicenda si specchia la cattiva coscienza delle ricche democrazie occidentali che li considerano degli indesiderati. Forse è proprio per questo che si preferisce lasciarli in balia della sorte.

Per Berlusconi strategia di logoramento contro Futuro e Libertà

La procura di Roma indagata sulla presunta compravendita di deputati e il PDl reagisce parlando di "interferenza". Ma se il sostegno al governo da parte di un parlamentare proveniente dall'opposizione dovesse avere esclusivamente ragioni politiche perchè i Berluscones si inquietano tanto? Non erano proprio loro che hanno introdotto la categoria del "tradimento" nel momento in cui Futuro e Libertà ha annunciato che avrebbe votato la sfiducia?
Tuttavia sarà assai arduo provare che vi sia corruzione dietro la concessione ai transfughi di una sicura rielezione o di qualche qualche posto da sottosegretario . per cui è assai probabile che Berlusconi continuerà a blandire gli incerti con promesse di prebende. L'obiettivo immediato sarà ottenere la fiducia al governo. Per poi sperare che il contraccolpo politico crei una spaccatura in FLI consentendogli di guadagnare il sostegno di una maggioranza più coesa e di mettere politicamente all'angolo Fini. In tal senso le prime avvisaglie si possono riscontrare nella lettera in cui alcune "colombe" di FLI chiedono a Fini di non votare la sfiducia

giovedì 9 dicembre 2010

Callisto Tanzi condannato 18 anni di carcere

L'ex patron della Parmalat Calisto Tanzi è stato condannato in appello a 18 anni di carcere per bancarotta fraudolenta nell'ambito del crack della società di Collecchio. Giustizia è fatta ma solo in parte: le decine di migliaia di risparmiatori ridotti sul lastrico però vedranno garantita una provvisionale pari a solo il 5% rispetto al valore delle obbligazioni, ma difficilmente rivedranno i loro soldi perché la Parmalat che ha diritto di precedenza invece godrà di una provvisionale di due miliardi di euro.

I cattivi pensieri del PD su Matteo Renzi ad Arcore

In vista del 14 dicembre Mentre frotte di deputati dell'oppposizione si preparano a passare dalla parte del Cavaliere in cambio di un piatto di lenticchie, al PD ci si straccia le vesti se il sindaco di Firenze Matteo Renzi si reca ad Arcore per discutere con il premier del trasferimenti di fondi alla città.
Interviene Bersani :"A mio gusto sarebbe stato meglio Palazzo Chigi se si trattava di discutere di un problema di Firenze. Sennò si può capire male"
Mi sorge un oobiezione al ragionamento del segretario PD: se Renzi avesse voluto tirare un trappolone ai suoi compagni di partito non lo avrebbe potuto fare anche a Palazzo Chigi?
Se si vuole, si può sempre capire male: per esempio si potrebbe mal pensare che questa polemica sia una scusa per mettere in difficoltà chi ha detto una sacrosanta verità: per rilanciare il Pd bisogna partire dal rottamare i suoi dirigenti

mercoledì 8 dicembre 2010

Dietro le accuse ad Assange, una motivazione politica?

Il fondatore di Wikileaks Julian Assange è stato arrestato in Inghilterra in esecuzione del mandato di cattura internazionale che pende su di lui per l'accusa di stupro. La Svezia, il Paese che lo intende processare, assicura che non vi è alcuna relazione tra i reati di cui è imputato e l'attività di diffusione di documenti riservati del Dipartimento di Stato Usa.
Sarà anche come le autorità di Stoccolma affermano , ma appare piuttosto curioso che le accuse di stupro inizialmente archiviate siano state recuperate in coincidenza con la pubblicazione dei file americani sulla guerra in Afghanistan..

P.S: e un campione dei diritti umani come Vladimir Putin si può permettere di mettersi in cattedra definendo l'arresto di Assange ipocrita e antidemocratico. Ma il bello è che ha ragione da vendere.

lunedì 6 dicembre 2010

Yara Gambirasio e la xenofobia: ma se Brembate fosse una nuova Erba?


Ricordate la strage di Erba? Per l'assassinio di quattro persone l'indignazione popolare rivolse immediatamente i suoi sospetti verso il marito tunisino di una della vittime. La verità si rivelò ben presto un'altra: gli autori dell'omicidio plurimo erano due insospettabili italiani, i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi.
Per la vicenda della tredicenenne Yara Gambirasio, scomparsa a Brembate e che si teme possa essere stata uccisa, il primo a essere indagato è un marocchino, Mohammed Fikri. E quasi immediatamente nel paesino della bergamasca sono comparsi i cartelli xenofobi inneggianti la cacciata di tutti gli immigrati.
Ovviamente sarà compito degli investigatori appurare il reale coinvolgimento di Flikri, ma anche se fosse realmente colpevole mi sembra pacifico che non dovrebbe essere accomunato a tutti gli strtanieri che lavorano nel nostro Paese comportandosi onestamente.
Ciò detto, qualche domanda me la pongo:
Yara Gambirasio è stata vista per l'ultima volta nella palestra del suo Comune a attorno alle 18 e 30, orario di massima frequentazione del locale. Non è strano che tra tante persone nessuno l'abbia vista andare via e non sappia dire dove si stava dirigendo?
Yara viene descritta come una ragazza prudente che non avrebbe mai accettato di essere avvicinata da sconosciuti: possibile dunque che il marocchino abbia potuto prendere con la forza Yara, e condurla in un luogo appartato, da solo, e senza che nessuno di accorgesse delle più che probabili resistenze della ragazzina?
Vuoi vedere che come ad Erba, l' "orco" è ancora una volta l'insospettabile e italianissimo vicino di casa?

domenica 5 dicembre 2010

Censura e Vulgata su Wikipedia: vietato parlare di guerra civile italiana


Emanuele Mastrangelo, redattore del sito "Storia in Rete" lancia gravi accuse di censura nei confronti di Wikipedia. Mastrangelo denuncia di essere stato bannato come redattore dagli amministratori dell'enciclopedia più famosa di Internet per aver tentato di dare risalto all'interpretazione della lotta di Liberazione in Italia come "guerra civile". Va ricordato che si tratta di un filone storiografico che presenta autorevoli sostenitori come ad esempio De Felice e Carlo Pavone. La versione dei gestori di Wikipedia Italia, ricavabile dalla pagina dedicata al "processo" è che Mastrangelo sarebbe stato bannato per aver riportato scorrettamente le fonti. In realtà se si legge la voce "Resistenza italiana" su Wikipedia si nota che qualsiasi riferimento all'interpretazione storica della guerra civile italiana del 43-45 è assente, registrandosi solo una posizione critica in una nota. Nè vi è presente un lemma appositamente dedicato.
In poche parole la posizione di Mastrangelo trova delle conferme: su Wikipedia per ragioni probabilmente ideologiche non si parla di "guerra civile italiana". E chi tenta di proporre l'argomento viene considerato indesiderato e allontanato.
Un episodio grave tenuto conto dell'importanza del sito che compare spesso in cima ai risultati sui motori di ricerca e a cui si rivolgono moltissimi giovani studenti per i loro approfondimenti.
L'idea di Wikipedia come enciclopedia in cui è possibile liberamente contribuire va difesa nella sua validità, ma perchè rimanga fedele alla sua missione occorre liberarla delle persone che ne sfruttano la popolarità per proporre una visione ideologizzata della storia e censorea dei punti di vista non allineati alla Vulgata.

Costa d'Avorio a rischio guerra civile: tensioni tra Gbabo e Ouattara

In Costa d'Avorio le elezioni presidenziali erano un'occasione di pacificazione dopo gli anni della guerra civile ma la situazione rischia di evolversi in una nuova tragedia. Dopo essere state rinviate più volte il primo turno delle elezioni si era svolto il 31 ottobre senza alcun problema; il ballottaggio ha visto il successo del candidato dell'opposizione Alassane Ouattara con il 54% dei voti. Ma il Consiglio Costituzionale controllata da uomini del presidente uscente ha invalidato i risultati delle elezioni annunciati dalla Commissione elettorale confermando al potere proprio Laurent Gbabo

sabato 4 dicembre 2010

Fini e Verdini premono, ma Napolitano non perde la bussola


In vista del redde rationem del 14 dicembre e di un possibile sfiducia al governo Berlusconi ci si affanna a tirare per la giacchetta il presidente della Repubblica.
Comincia Fini, che ancora una volta si scorda di essere il presidente della Camera: governo il 14 dicembre non vrà la fiducia ma ”l’Italia non andrà a votare” ”il capo dello Stato sa cosa fare”. Un modo neanche tanto sibillino per invitare il Capo dello Stato a non sciogliere le Camere.
Seguiva il volgare intervento di Denis Verdini: delle prerogative del Capo dello Stato £ce ne freghiamo". Parole inaccettabili nella forma e nella sostanza tanto più perchè provenienti da uno dei coordinatori del PDL. Forse un segnale di come quel partito intendere rapportarsi con il Quirinale, forse non arrivando ad escludere anche uno scontro frontale tra istituzioni.
Tempi durissimmi per Napolitano che doverosamente affidava ad una nota la precisazione "nessuna presa di posizione politica di qualsiasi parte può oscurare il fatto che ci sono prerogative di esclusiva competenza del Presidente della Repubblica."
Nel mare della politica in tempesta il comportamento del Capo dello Stato resta l'unica bussola in grado di indicare la giusta rotta.

Berlusconi: per gli Usa, un utile idiota?

I rapporti pubblicati da Wikileaks che definiscono Berlusconi "incapace", rovinato nella salute dai party", portavoce di Putin in Europa , sono stati redatti dall'ambasciatore Thorne e dall'incaricata d'affari a Rome Elizabeth Dibble. Non esattamente due anonimi funzionari al contrario di ciò che sostiene il nostro primo ministro. Ma sopratutto trattandosi di contenuti destinati a rimanere riservati propongono un punto di vista sincero.
Le dichiarazioni della Clinton su Berlusconi miglior amico degli Stati Uniti, invece sono fatte ad uso dei media e dunque rappresentano il lato meno autentico, ma non per questo non necessario della diplomazia.
Ma , sottolinea Lucio Caracciolo, non necessaariamente si deve vedere una contraddizione tra gli scritti dell'ambasciata a Roma e le parole del segretario di Stato americano: si può essere inetti, ma allo stesso tempo molto utili agli Stati Uniti. Specialmente se si va a far morire i propri soldati in Iraq e Afghanistan senza chiedere nulla in cambio, ma accontentandosi di una bella pacca sulle spalle da parte di Bush e Obama

mercoledì 1 dicembre 2010

Sulla vita e la morte di Mario Monicelli


Mario Monicelli è stato un genio del cinema e i suoi capolavori gli garantiranno immortalità artistica.
Sul modo con cui ha concluso la sua vita terrena la politica non ha perso occasione per speculare. Nel dibattito alla Camera dei deputati si sono fronteggiati la radicale Rita Bernardini che ha proposto una riflessione sul significato della "dolce morte" e la centrista Binetti che ha criticato "l'elegia del suicidio da parte di Rita Bernardini".
Si è trattato dell'ennesima occasione persa per tacere. Il suicidio di Monicelli non va nè elogiato come atto estremo nè giudicato moralisticamente. Come tutti i gesti estremi nasconde un imperscrutabilità che richiede il rispetto. E possibilmente il silenzio.

Luci e ombre della riforma Gelmini e di chi la contesta


Mi risulta difficile esprimere un giudizio netto sulla riforma dell'università realizzata dal ministro Gelmini, perchè in essa convivono aspetti postivi, in alcuni casi di radicale innovazione, e elementi negativi. I tagli al fondo di finanziamento ordinario, pur ridimensionati dal maxi emendamento alla legge di stabilità (la ex finanziaria), sono ingenti e andranno ad aumentare negli anni successivi. Ed è diffcile pensare di fare ricerca di qualità senza risorse economiche adeguate.
Sull'altro piatto della bilancia va messo il rilievo che la Gelmini ha dato al merito sia nella distribuzione dei fondi sia nei criteri di selezione dei ricercatori che nell'avanzamento delle carriere. E' la prima volta che il principio meritocratico si affaccia con vera incisività in un sistema dove solo una minoranza di chi fa ricerca e didattica possiede i requisiti scientifici per i ruoli che ricopre.
Il problema è che chi contesta la Gelmini mi ha fatto un'impressione ancora peggiore. Non ho scorto nelle loro proteste un progetto alternativo di università ma piuttosto un arroccarsi nella difesa dello status quo che è il vero cancro del sistema accademico italiano. Mi è risultato ugualmente stonato vedere dalla stessa parte della barricata studenti, baroni e politici che ora stanno all'oppoosizione ma che quando avevano responsabilità di governo hanno contribuito a tenere gli atenei in uno stato comatoso.
Forse la possibilità di poter finalmente dividere i destini di oppressi e oppressori è un buon motivo per appoggiare, pur con tutti i suoi limiti, questa riforma