domenica 31 ottobre 2010

L'UE verso la creazione di un Fondo monetario europeo

Dopo le misure per salvare la Grecia, l'Ue sembra intenzionata a istituzionalizzare il suo fondo "salvastati", creando una sorta di Fondo Monetario Europeo. Esiste però un problema di compatibilità con l'impostazione dei trattati, in particolare con la clausola che vieta l'intervento di salvataggio dalla bancarotta. L'obiezione è venuta in Germania dal Tribunale costituzionale federale che ha preannunciato una possibile bocciatura di ulteriori misure di soccorso agli Stati in quanto contrarie alla normativa comunitaria . Per questo la Merkel spinge per una limitata modificazione del trattato di Lisbona che gli consenta di proteggersi da eventuali censure della magistratura locale

La reazione della Lega al caso Ruby

Una della conseguenze politiche più importanti del caso Ruby potrebbe essere la reazione della Lega. Se davanti ai media Bossi ha ostentato indifferenza tuttavia indiscrezioni riportate dai quotidiani dipingerebbero il Senatur fortemente irritato per il comportamento del Cavaliere, giudicando molto inopportuna la telefonata fatta in questura per chiedere il rilascio della ragazza. Vi è il timore che l'episodio faccia perdere voti sopratutto a Milano.
E' improbabile comunque che il caso Ruby porti di per se a una crisi di governo, almeno fino a quando non entreranno in vigore i decreti attuativi del federalismo. Ma il Carroccio potrebbe servirsi della vicenda come ulteriore arma di pressione per condzionare l'agenda del governo, consolidando ulteriormente la propria centralità nello scacchiere politico italiano

sabato 30 ottobre 2010

Il giallo del riconoscimento di Spatuzza ripropone il dilemma della gestione dei pentiti di mafia

Spatuzza avrebbe riconosciuto nell'agente dell'AISI ( ex Sisde) Narracci , la persona estranea a cosa nostra presente nel garage in cui fu predisposta la bomba per la strage in Via D'Amelio. Uso il condizionale perchè il mafioso collaborante non avrebbe saputo dare assoluta certezza al momento dell'identificazione.

Spatuzza si è autoaccusato della partecipazione alla strage di Via D'Amelio e ha contribuito a svelare i depistaggi compiuti dall'altro pentito Scarantino, che ha poi confessato di aver mentito agli inquirenti. Se su questi particolari rilevanti Spatuzza si è mostrato attendibile, in questa come in altre circostanze invece le sue dichiarazioni sono incerte o vengono fatte a rate. Comincia a collaborare nell'estate del 2008 e ci impiega un anno nel dicembre 2009 per parlare dei presunti legami economici tra i fratelli Graviano e Berlusconi. Ugualmente lungo è il travaglio che porterà alle rivelazioni su Schifani.
alla fine rimangono dei forti interrogativi: quanto ci si può affidare a Spatuzza per ridisegnare il quadro di Cosa Nostra? Ma sopratutto: i magistrati sono in grado di gestire questo tipo di pentiti oppure con lui e con Massimo Ciancimino ci dobbiamo preparare a una nuova stagione fatti di tanti Scarantino e mezze verità?
Rimaniamo sospesi e aspettiamo la revisione del processo per l'attentato che uccise Borsellino.

venerdì 29 ottobre 2010

Ruby Rubacuori e l'abuso di potere di Berlusconi e dei suoi amici


Già sapevamo che Berlusconi amava distrarsi usufruendo disinvoltamente della compagnia di ragazze appariscenti e disponibili.
Ma il caso Ruby, la 17enne marocchina fermata per furto dalla polizia e che ha raccontato della sua partecipazione a feste in casa del premier, aggiunge degli elementi che aggravano il già non edificante quadro della movida che ruota tra Arcore, Palazzo Grazioli e Villa Certosa.
Anzitutto Ruby, a differenza di Patrizia D'Addario e delle ragazze reclutate da Tarantini, è una minorenne. Lascia inoltre esterrefatti come la sicurezza continui a non fare una rigorosa selezione delle persone che possono avere accesso alle residenze del presidente del Consiglio, il quale peraltro sembra che non avverta l'esigenza di premunirsi dall'entrare in contatto con persone che potrebbe avere secondi fini non proprio limpidi.
Sembra che Ruby abbia ricevuto dei sostanziosi compensi ( fino a 5000 euro a notte) per partecipare alle feste in casa del Cavaliere. E qui si aprono interrogativi sull'irreprensibilità dei componenti l'entourage di Berlusconi, suffragati dall'apertura di un indagine per sfruttamento della prostituzione e che assumono un tono inquietante nel considerare la rete di protezioni che si sono attivate per rimettere in libertà la ragazzina.

Arriviamo a toccare l'aspetto più grave, il vulnus istituzionale della vicenda: a partire dalla telefonata giunta proprio da Palazzo Chigi in cui si giustificava la richiesta di rilascio con il fatto che si trattasse della nipote del presidente egiziano Mubarak. Un particolare inizialmente smentito da Berlusconi ma confermato proprio da una nota della questura milanese che precisa che a Ruby non è stato riservato "alcun privilegio o trattamento di favore dopo la telefonata della presidenza del Consiglio". E a fare anticamera fuori dalla Questura per prendere in carico Ruby vi era Nicole Minetti , igienista dentale di Berlusconi e consigliere regionale lombardo in quota PDL, nonchè, secondo quanto scritto dal Corriere della Sera, tra le persone indagate per sfruttamento della prostituzione ( assieme a Lele Mora e Emilio Fede) nel procedimento aperto in seguito alle dichiarazioni di Ruby. Appare evidente l'irritualità di affidare dopo poche ore dal fermo, una minore a una persona praticamente solo sulla parola di Berlusconi, eseguendo superficialmente o trascurando tutti gli accertamenti e le verifiche di rito.
In questo senso anche il comportamento della questura di Milano e del magistrato minorile è tutt'altro che irreprensibile come testimoniato dai successivi sviluppi della vicenda: dalla ricostruzione fatta dalla giornalista Fiorenza Sarzanini per il Corriere emerge una Minetti del tutto inadeguata alla responsabilità assuntasi, lasciare Ruby al suo destino. La ragazzina, come prevedibile, si caccia ancora nei guai e dopo una sola settimana finisce di nuovo in questura. L'autorità di pubblica sicurezza contatta la Minetti in qualità di affidataria, che però si rende irreperibile e solo a questo punto si assume la decisione che andava presa sin dall'inizio: affidare Ruby a una casa famiglia
Un quadro desolante in cui tra abusi di potere, menzogne in cui si coinvolgono interessi internazionali, e compagnie di giro equivoche con tanto di minori, sesso e molti soldi, lo Stato, a partire dal vertice fino ai funzionari di pubblica sicurezza, appare ostaggio dei pruriti ( il c.d. Bunga bunga) del Presidente del Consiglio. Gli Italiani farebbero bene a interessarsene perchè tutto ciò coinvolge chi li governa.

giovedì 28 ottobre 2010

Sarah Scazzi, il circo mediatico e l'Italietta che guarda la cronaca come un reality

Il modo con cui i media stanno trattando la vicenda di Sarah Scazzi è vomitevole: per settimane hanno dipinto una ragazzina di 15 anni come una lolita pronta ad accalappiare uomini più grandi di lei e fuggita dalla noiosa routine della provincia meridionale per chissà quale avventura esotica. Invece la realtà era ben altra, quella del classico crimine intrafamiliare. Facilmente intuibile peraltro, visto che, come ben sanno i sociologi, la maggior parte dei delitti vengono commessi proprio in famiglia. Non soddisfatti di aver raccontato fandonie, tv, giornali e siti web continuano a vivisezionare questa storia da ogni angolatura possibile, riproponendola cucinata e brasata in tutte le salse. Ed è immaginabile che proseguiranno imperterriti ancora per molto tempo , almeno fino a quando la morbosa curiosità delle gente non si volgerà noiosamente verso altre pruderie.
Da Cogne, a Garlasco, Da Olindo e Rosa Bazzi a Erica e Omar , questi fatti di cronaca sono vere e proprie armi di rimbelicillimento di massa. L'Italietta nè carne nè pesce si stordisce seguendoli come se si trattasse di un reality. Manca solo il televoto per decidere chi tra lo zio orco e la cugina brutta e invidiosa sia più criminale e detestabile. E nel frattempo del Lodo Alfano, di Spatuzza che avrebbe riconosciuto un funzionario dei servizi presunto complice della strage di Via D'Amelio, della spazzatura che sommerge Napoli e di altre "piccolezze" non si parla quasi più.

mercoledì 27 ottobre 2010

Haiti senza tregua: dopo il terremoto arriva il colera

Il Paese caraibico di Haiti , distrutto dal terremoto del 12 gennaio 2010 che ha provocato migliaia di morti e persone stipate in 500 campi di emergenza, ora deve scontare con un epidemia di colera un ulteriore conseguenza di quel disastro. Il bilancio è di oltre 250 morti e oltre mille ammalati. L'OMS riconosce la difficoltà a circoscrivere il male che potrebbe diffondersi anche negli ospedali. Il primo caso si sarebbe registrato anche nella capitale Port-au-Prince.

La strategia globale di Marchionne e quella italiana della CGIL


Ha fatto scalpore la dichiarazione di Marchionne al programma di Fabio Fazio secondo cui se la Fiat potesse tagliare l'Italia farebbe meglio. Le grida di coloro che si sono stracciati le vesti invocando un passato in cui l'azienda torinese è sopravvissuta grazie ai soldi dei contribuenti italiani non fanno altro che nascondere delle problematiche relative al presente e al futuro dell'industria italiana.
Anzitutto se è vero , come sostenuto da Marchionne, che l'Italia è al 118esimo posto su 139 per efficienza del lavoro e al 48esimo posto per la competitività del sistema industriale, come si spera di garantirci un futuro da Paese avanzato industrialmente? Questo dovrebbe essere uno dei nodi centrali che il sistema Paese dovrebbe affrontare, indipendentemente dalla presenza di Fiat.
In secondo luogo Marchionne al contrario di ciò che sembra sottendere il presidente della Camera Fini non fa di mestiere l'italiano o il canadese, ma l'amministratore delegato di una azienda automobilistica che se vuole rimanere in piedi deve sostenere una competizione durissima a livello globale. Agendo in un ottica multinazionale che non può più avere l'Italia , Paese di grandezza media e con un mercato pieno di rigidità, come centro operativa, Marchionne fa semplicemente gli interessi dei suoi azionisti di riferimento.
Siamo sicuri invece che la CGIL faccia gli interessi degli operai con una strategia che prevede il mantenimento di un esistente fatto di bassi salari e perenne cassa integrazione?

Fini assolto per l'appartamento di Montecarlo. Berlusconi: il Lodo è indispensabile

La procura di Roma ha chiesto al gip l'archiviazione per Gianfranco Fini in merito alla vicenda della vendita della casa di Montecarlo. Secondo il giudice non vi è stata alcuna azione fraudolenta nella cessione della proprietà dell'appartamento da AN a una società offshore.
Si conclude così una telenovela cominciata all'indomani della cacciata di Fini e dei suoi fedelissimi dal PDL.
Resto convinto che sul piano politico la condotta di Fini non sia stata irreprensibile e che non abbia fornito ai suoi elettori spiegazioni del tutto convincenti su come lui abbia gestito la vicenda. Inoltre dovrebbe dimettersi da presidente della Camera perchè la sua posizione di leader di una formazione politica come futuro e Libertà è incompatibile con il ruolo super partes di presidente dell'Assemblea ( e lo abbiamo visto quando ha chiesto al presidente del Senato il trasferimento all'altro ramo del Parlamento dell'esame della legge elettorale già in corso di svolgimento a Palazzo Madama).
Tuttavia se si raffronta il suo comportamento con quello di Berlusconi nelle vicende giudiziarie che li hanno visti protagonisti appaiono evidenti alcune differenze:
1) nonostante sia stato sottoposto a un vero linciaggio pubblico da parte dei media del Cavaliere, Fini non ha gridato al complotto dei giudici comunisti ma ha atteso rispettosamente il verdetto della magistratura.
2) Fini non ha chiesto scappatoie, scudi o Lodi per sfuggire al processo
Nel frattempo come ampiamente prevedibile Berlusconi fornisce l'ennesima prova di coerenza sul Lodo Alfano e dopo aver detto che quella legge non l'aveva chiesta lui approfittando dell'ospitalità del fedele Bruno Vespa fa marcia indietro sostenendo che il Lodo con i giudici italiani è indispensabile.

lunedì 25 ottobre 2010

La Serbia sostenuta dagli Usa bussa alle porte dell'UE

I ministri degli esteri dell'UE hanno scongelato la domanda di ammissione della Serbia, dopo la disponibilità di Belgrado a aprire un negoziato con il governo del Kosovo autoproclamato indipendente.
Dietro questa apertura c'è anche la forte pressione di Washington sottolineata dal recente viaggio del sottosegretario di Stato Hillary Clinton. L'Unione Europea ha però chiesto la collaborazione con la Corte penale internazionale per l'arresto del criminale di guerra Mladic, in un Paese dove i rigurgiti nazionalisti di stampo fascista cetnico rimangono ancora forti.

domenica 24 ottobre 2010

Zapatero III: con Alfredo Rubalcaba alla ricerca del consenso perduto.

In Spagna Zapatero effettua un rimpasto di governo alla ricerca del consenso perduto dopo la crisi economica, la disoccupazione galoppante e i tagli per risanare il deficit .
Nel suo terzo esecutivo spiccano le figure del nuovo ministro degli esteri Trinidad Jimenez ma sopratutto di Alfredo Rubalcaba, 59 anni, ministro degli Interni, l'uomo che secondo i giornali spagnoli ha messo alle corde l'Eta, nuovo vicepremier. Se come possibile Zapatero non si candiderà alle prossime elezioni i socialisti potrebbero scegliere proprio Rubalcaba come suo successore.

sabato 23 ottobre 2010

Le critiche di Napolitano al Lodo Alfano costituzionale spiazzano Berlusconi


Napolitano si schiera contro l'ipotesi di un lodo Alfano approvato con legge costituzionale. In una lettera inviata al presidente della commissione affari costituzionali del Senato Vizzini, il Quirinale esprime le sue preoccupazioni per l'eventuale approvazione di una legge che consentirebbe al Parlamento di stoppare eventuali procedimenti giudiziari a carico del Capo dello Stato non ricompresi nelle fattispecie di reato ( alto tradimento e attentato alla Costituzione) previste dall'articolo 90 della Carta. Un provvedimento che inciderebbe sullo status del Presidente della Repubblica "riducendone l'indipendenza nell'esercizio delle sue funzioni. L'iniziativa quirinalizia, inappuntabile sotto il profilo giuridico , ha anche dei risvolti politici indiretti ma non per questo meno pesanti. Napolitano fa capire con chiarezza che un ulteriore scudo giudiziario oltre quello già previsto dalla Costituzione lui non lo vuole e che evidentemente l'unico reale beneficiario del Lodo Alfano resterebbe il presidente del Consiglio. Berlusconi rimasto visibilmente spiazzato, è cercato di correre ai ripari dichiarando che lui quella legge non l'ha mai chiesta e che dunque dovrebbe essere ritirata . E' risaputo invece che Il Cavaliere abbia caldeggiato con forza l'approvazione di una legge che gli consenta di eludere i processi a suo carico. Probabilmente si tratta di un modo per prendere tempo e consentire ai Ghedini e soci di congegnare una contromossa per uscire dall'impasse.

Concorsopoli e il caso Alessandro Orsini, sociologo bravo ma non raccomandato

L'ultima vittima di Universitopoli è Alessandro Orsini, giovane sociologo che non riesce a vincere una cattedra universitaria in Italia, perchè le commissioni regolarmente scartano il suo brillante curriculum pieno di pubblicazioni scientifiche all'estero preferendo nominare candidati locali. Si tratta dell'ennesimo caso che mostra come i concorsi in Italia non solo non garantiscano la trasparenza delle nomine ma finiscano per legittimare gli abusi e le raccomandazioni.

Non sarebbe meglio sostituire queste procedure con una cooptazione trasparente in cui ci si assuma la responsabilità delle scelte fatte? In pratica il direttore e il consiglio di dipartimento si scelgono in autonomia i ricercatori ma se la struttura messa in piedi non produce una soddifacente qualità della ricerca, fanno le valigie i professori responsabili delle scelte con i rispettivi collaboratori

Fazio e Saviano costano troppo o qualcuno ha paura di ciò che dicono?


Il programma "Vieni via con me" di Fabio Fazio e Roberto Saviano è davvero troppo costoso in rapporto ai ricavi oppure come sostiene Saviano si tratta solo di bugie volte a sabotarne la messa in onda? L'autore di Gomorra parlerà di temi scottanti come le infiltrazioni della ndrangheta nel Nord Italia o il riemergere della questione rifiuti a Napoli. Non è da escludere che i dirigenti Rai particolarmente zelanti nell'ossequiare il potere abbiano cercato delle scappatoie per impedire che venissero presentati davanti a un grande pubblico argomenti non graditi al governo. Un tentativo andato a vuoto perchè il progtramam si farà sia pur con costi ridotti di circa il 15%.
D'altronde il problema della trasparenza dei bilanci e dei compensi degli ospiti nei programmi di Viale Mazzini è reale ed oggetto in ripetute occasioni dei rilievi della Corte dei Conti. Ma è questione che riguarda la gestione complessiva del servizio pubblico e che non può essere presentata strumentalmente per colpire singoli personaggi poco inclini a omaggiare i desiderata delle varie fazioni politiche.

martedì 19 ottobre 2010

Con l'accordo tra Al Maliqi e al Sadr l'Iraq si avvicina a Teheran

Secondo il giornale britannico Guardian ci sarebbe l'Iran dietro l'accordo che garantirebbe al primo ministro uscente Nuri Al Maliqi l'appoggio per un secondo mandato da parte del leader sciita Moqtada al Sadr. Secondo indiscrezioni ai sadristi potrebbe essere affidato addirittura uno dei ministeri chiave, (Interni o sicurezza) .
L'intesa, raggiunta con il coinvolgimento di Siria ed Hezbollah libanesi, trova conferma nella recente visita di Al Maliqi a Teheran. Una trattativa partita non casualmente solo dopo che gli americani se ne sono andati dall'Iraq.
Non è detto comunque che anche in questo modo al Maliqi possa raggiungere la maggioranza di 163 seggi nel Parlamento necessaria per il ostegno al governo. Ma se ciò dovesse avvenire si tratterebbe di un acclarato fallimento degli obiettivi geostrategici occidentali: non solo il governo al Maliqi si sta caratterizzando per un certo autoritarismo ( mentre l'obiettivo sbandierato dagli americani era quello di esportare la democrazia), ma l'accordo con Al Sadr non corripsonde ai desiderata di Washington che sostengono un intesa con il moderato Iyad Allawi. Paradossalemtne l'impegno militare statunitense rischia avere come epilogo la trasformazione dell'Iraq in un protettorato degli ayatollah iraniani

lunedì 18 ottobre 2010

Germania: la Merkel contro l'immigrazione musulmana

Tutto è cominciato con il libro di Thilo Sarrazin membro della Bundesbank che in "La germania va in pezzi" sostiene il rischio di un decadimento culturale ed economico del Paese a causa dell'immigrazione in particolare quella musulmana. Per Sarrazin la Germania farà la fine del Kosovo e i turchi e i musulmani conquisteranno la Germania perché hanno un tasso di natalità più alto.
La Merkel pressata dal suo elettorato scontento gli è andata appresso sostenendo il fallimento del modello multiculturale di accoglienza tedesco: "l'immigrazione pesa negativamente sul nostro sistema sociale" ha detto la cancelliera. Ma gli imprenditori è improbabile che siano d'accordo perchè hanno bisogno di manodopera straniera per le loro aziende.

Alcune domande a Berlusconi sulle ville ad Antigua

Ci sono case e case. C'è l'appartamento di Fini a Montecarlo su cui i giornali del premier si sono buttati a capofitto come è lecito fare da parte della stampa. E c'è la villa di Berlusconi ad Antigua di cui ci si è occupati molto meno. Poi un bel giorno Milena Gabanelli decide di dedicare ad Antigua una spazio nel suo programma Report e immediatamente l'avvocato del premier Ghedini diffida minacciosamente la Rai a non mandare in onda il servizio perchè basato su assunti manifestamente insussitenti.
In realtà la faccenda tanto manifestamente priva di fondamento non appare. Si tratta di una villa da 22 milioni di euro acquisita da Berlusconi nell'isola caraibica da una società offshore, la Flat Point Development Limited di Antigua. Il nodo centrale dell vicenda è che la Flat Limited è titolare di un conto presso la filiale di Milano della banca svizzera Arner, oggetto di un indagine per riciclaggio della procura milanese dopo ispezione della Banca d'Italia. Si tratta dello stesso conto che l'ufficio torinese della Flat usa per trasferire alla sede della Arner a Lugano i soldi avuti dagli acquirenti delle ville milionarie. Altra coincidenza: Berlusconi possiede un conto proprio sulla banca Arner.
Premesso che Berlusconi non è indagato sulla vicenda, tuttavia ragioni di trasparenza richiederebbero una convincente risposta ad alcuni interrogativi.
Berlusconi, come fa qualsiasi persona accorta quando acquista un immmobile, si sarà sicuramente informato su chi sia il venditore . Poichè in questo caso si tratta di una società off shore con tanto di prestanomi che svolge attività oggetto di indagini per riciclaggio sarebbe opportuno rivelare quali persone sono i reali proprietari dei beni trattati dalla Flat e a cui lui ha ceduto in contropartita 22 milioni di euro.
Inoltre sarebbe doveroso rendere noto perchè, come risulta dal bolettino del governo locale, berlusconi si è impegnato con l'attuale primo ministro Baldwin Spencer a far ridurre il debito estero di Antigua, un paradiso fiscale inserito nella black list dell'Ocse per carenza di scambio di informazioni in materia fiscale con altri Stati e mancanza assoluta di trasparenza.
Nella fantomatica banca Arner oltre a Berrlusconi possiedono un conto, il patron di Mediolanum e suo socio d'affari Ennio Doris, la holding "Seconda, Ottavia e Quinta" amministrate dai figli Marina e Piersilvio. Sarebbe opportuno se il presidente del Consiglio chiarisse documentalmente tutti i rapporti che lo legano a questo equivoco istituto di credito.

venerdì 15 ottobre 2010

Il dopo Moffa: è opportuno sanzionare il negazionismo della Shoah come reato?

Le tesi negazioniste sostenute da Claudio Moffa, professore universitario all'università di Teramo, che ha parlato anche della Shoah come di un arma ideologica in mano agli ebrei, non sono purtroppo un fenomeno estemporaneo né tantomeno isolato. Non estemporaneo perché Moffa da anni sostiene queste posizioni associandole all'apprezzamento politico verso Ahmadinejad ed Hezbollah. Non isolato perché altri storici come Faurisson e Irving cercano di dare dignità intellettuale al negazionismo e al riduzionismo della Shoah. Il fatto che tali argomentazioni si fondino su labili ragionamenti nonché su affermazioni false non è sufficiente a scoraggiarne la diffusione. Anzi su Internet sono presenti moltissimi siti che si appoggiano alla tesi della Shoah come invenzione ebraica per fare apologia di antisemitismo e vi sono in Europa partiti estremisti con un certo seguito popolare, come il Front National in Francia o il British National Party nel Regno Unito, apertamente negazionisti.

Si discute se tra gli strumenti per arginare la diffusione di questa deriva possa essere utile e lecito introdurre anche un reato per chi nega o ridimensiona la portata dello sterminio subito dagli ebrei. Una misura sollecitata dal capo della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici che ha incontrato la disponibilità dei presidenti delle Camere e del sottosegretario Letta.
Visto l'andazzo ritengo opportuno l'adozione di un simile provvedimento. Sono due invece le obiezioni principali di coloro che vi sono contrari . La prima preoccupazione inerisce alla lesione inflitta da questo tipo di reato alla libertà di espressione. Il punto debole di tale atteggiamento è che esso sacralizza un tipo di libertà ( quella di espressione), considerando accettabile che per la sua difesa si possa invece sacrificare altre libertà. In questo caso non può sfuggire che dietro alle tesi negazioniste ci sono secondi fini antisemiti, la cui diffusione metterebbe a rischio l'incolumità stessa della comunità ebraica e dei suoi membri. L'eventuale vizio di incostituzionalità di una tale sanzione potrebbe essere sanato se con una norma di carattere costituzionale venisse sancito per principio il ripudio della diffusione del negazionismo
La seconda obiezione riguarda l'opportunità di vietare la divulgazione di una tesi che pur fondata su presupposti manifestamente errati, darebbe un'aura di martirio ai suoi sostenitori ottenendo l'effetto opposto di favorirne l'appeal presso l'opinione pubblica. A tale osservazione si può controbattere evidenziando come queste idee razziste riescono già oggi a trovare un buon numero di simpatizzanti proprio a causa dell'inefficacia delle misure che non sono in grado di individuare il limite che separa la libertà dall'arbitrio e dell'illusione di poter sconfiggere con i soli mezzi intellettuali e razionali fenomeni come l'ostilità e i pregiudizi verso il diverso dietro cui invece si nasconde una grossa componente di irrazionali e emozionale

la consapevolezza della pericolosità di queste tesi ha indotto Stati come la Francia e la Germania a introdurre leggi che puniscono come reato la negazione della Shoah e di altri genocidi. Il negazionismo è uno strumento volto a introdurre i vecchi pregiudizi antisemiti e per questo minaccia l'eguaglianza. E il miglior strumento di tutela dell'eguaglianza tra gli individui è proprio la legge.

giovedì 14 ottobre 2010

La tragedia sfiorata allo stadio di Marassi e le risate di Maroni


Martedì sera al Luigi Ferraris si è sfiorata la tragedia. Faccio i complimenti alle forze di polizia che hanno avuto il sangue freddo di evitare lo scontro diretto con i tifosi serbi e hanno limitato i danni isolando le frange violente e consentendo a tutti gli altri spettatori di defluire tranquillamente dalle tribune dello stadio verso l'esterno.
Tuttavia da cittadino mi chiedo come si sia arrivati a consentire a poche centinaia di fantatici delinquenti imbevuti di nazionalismo cetnico di mettere a ferro e fuoco interi quartieri di Genoova e di tnere in ostaggio tutta l'organizzazione che sovrintendeva alla partita Italia-Serbia.
Maroni ride delle critiche che stanno piovendo sul Ministero dell'Interno per come è stata gestito il complesso della sicurezza.
Dubito che i genovesi e coloro che hanno vissuto quella notte di tensione allo stadio abbiano molti motivi per condividere l'ilarità del ministro.



P.S: il capo degli Ultrà serbi Ivan Bogdanov dopo l'arresto ha chiesto scusa dicendo di amare l'Italia. Non gli si può dare torto: dove lo trova un'altro Paese in cui poter venire a sfasciare tutto indistrurbato

mercoledì 13 ottobre 2010

I soldati italiani morti, la guerra afghana e l'articolo 11 della Costituzione

I quattro soldati italiani deceduti in Afghanistan confermano se ce ne fosse ancora bisogno, che in quel Pease è in scena una guerra. E le possibilità di concluderla sconfitti sono sempre più altre. Appare chiara l'impossibilità di controllare un territorio così impervio con un numero limitato di uomini. A ciò si deve aggiungere l'errore strategico del leader della spedizione, Obama ,che annunciando il prossimo ritiro ha allontanato i cuori delle popolazioni locali dai soldati occidentali.
Per L'Italia si aggiunge la problematica della contraddizione con l'art 11 della Costituzione che sancisce il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie. Un principio stabilito all'indomani del conflitto mondiale e della caduta del fascismo e che poteva reggere fino a quando a tutelare la nostra difesa c'erano le truppe Nato. Oggi il quadro internazionale è radicalmente mutato: venendo meno il pericolo sovietico, l'Italia ha perduto la sua rilevanza geostrategica. Il nostro Paese si è tramutato da luogo di stazionamento di truppe in fornitore di contingenti per missioni di pace in luoghi in cui l'instabilità istituzionale richiederebbe anche l'uso di mezzi e tattiche di offesa. Ma c'è il dettato costituzionale da rispettare e i politici per giustificare ogni missione debbono ricorrere a contorsionismi di cui fanno le spese i nostri soldati nel momento in cui si trovano nelle zone operative. Intendiamoci: con ogni probabilità molti dei 34 soldati periti in Afghanistan non sarebbero potuti essere salvati nemmeno avendo una maggiore chiarezza sugli obiettivi da raggiungere e sui mezzi da adottare per la missione.
Resta il nodo cruciale da risolvere una volta per tutte: o si cambia l'art 11 della Costituzione, oppure i nostri soldati è meglio lasciarli a casa.

lunedì 11 ottobre 2010

Cina, Europa e Stati Uniti non trovano l'accordo per la ripresa economica

Washington ha registrato il fallimento del vertice del fondo Monetario internazionale. Europa, Stati Uniti e Cina aspettano ciascuno che siano gli altri a fare un passo per rilanciare la domanda dopo la crisi economica. Pechino non ha alcuna intenzione di procedere a rivalutare lo yuan come speravano gli Usa ( che fa lo stesso con il dollaro) perché vuole continuare ad esportare intensamente. L'Europa vuole continuare la linea dell'austerità ma l'euro forte è una conseguenza delle poltiche di svalutazione delle altre monete più che una virtù propria. Morale della favola: poco accordo tra i grandi, scarse prospettive per la ripresa economica a livello globale. Occorre ripensare le strutture dell'economia internazionale, nella consapevolezza che le politiche economiche per essere efficaci dovranno essere concertate tra gli Stati più importanti

domenica 10 ottobre 2010

Popolarità del governo al 30%. E Berlusconi scarica la responsabilità sui pretoriani PDL

Secondo l'ultimo sondaggio condotto dall'istituto di ISPO di Mannheimer solo un 30% degli italiani avrebbe fiducia nell'operato del governo. Ma Berlusconi sostiene che il calo di popolarità è dovuto ad errori del partito e non del governo. Ora appare difficile condividere un interpretazione che parte dall'assunto che gli italiani siano incapaci di distinguere tra operato di governo ( presieduto da berlusconi) e strategie di partito.
ma anche ammettendo che la colpa sia imputabile al PDL, è risaputo che esso sia un emanazione del Cavaliere, tanto che chi, come Fini, osa fare qualche minima obiezione viene messo alla porta. Con chi dovrebbe prendersela se non con se stesso per l'inefficienza di una macchina concepita per avere nei suoi ruoli di vertice persone capaci solo di annuire agli ordini del capo?

venerdì 8 ottobre 2010

Liu Xiabo, nobel per la pace. I rapporti tra Cina e Occidente sospesi tra affari e diritti umani

Il nobel per la pace 2010 è stato assegnato a Liu Xiabo, scrittore dissidente cinese, propugnatore di una risoluzione pacifica della questione tibetana e ispiratore della protesta di piazza Tienanmen e per questo condannato a 11 anni di carcere dal governo di Pechino.
Quello stesso governo che con l'Europa fa affari miliardari. Servirà questo Nobel a ricordare al Vecchio continente e all'Occidente che i diritti umani devono messi in cima all'agenda dei rapporti internazionali?

mercoledì 6 ottobre 2010

La Cisl bersaglio delle violenze estremiste

8 settembre 2010: durante un dibattito alla festa del PD, il segretario della CISL Bonanni viene aggredito da un gruppo di militanti dei centri sociali che gli lanciano contro anche un fumogeno.
30 settembre: un gruppo di lavoratori della Same aderenti alla Fiom-CGIL lancia petardi sassi e uova contro la sede Fim-Cisl di Treviglio ( Bergamo)
6 ottobre: la sede confederale cisl di Roma è fatta oggetto di lancio di petardi e uova

La parola d'ordine di alcune frange di sinistra è mettere a tacere, aizzandoli come traditori, i moderati che cercano di affrontare con il dialogo le problematiche sociali e lavorative . Si tratta di minoranze, ma quando queste si fanno violente ciò è più che sufficente a mettere in pericolo la dialettica democratica.
Alla Cisl, bersaglio di queste continue espressioni di violenza, è doveroso esprimere decisa e concreta solidarietà.

Berlusconi e il mandato a governare ricevuto dagli italiani. La sovranità popolare tramutata in populismo

Berlusconi sostiene che lui è solo lui ha diritto di governare perchè è stato eletto del popolo. Ma la nostra Carta costituzionale ( art 1 comma 2) recita che il popolo esercita tale sovranità nelle forme e nei limiti da essa prevista. E la forma prevista dalla costituzione per il nostro ordinamento è la repubblica parlamentare. Il che significa che il popolo sceglie il titolare del potere esecutivo non direttamente, ma tramite i rappresentanti da lei eletti in Parlamento.

Sostenere di aver ricevuto un mandato diretto dal popolo è appunto una forma di populismo che non può essere legittimato dall'indicazione del candidato premier presente nella schede elettorale. Infatti tale disposizione è prevista da una legge ordinaria che non può certo derogare a quanto prescritto dalla Costituzione.
Ma ammettiamo anche che il nostro ordinamento prevedesse l'elezione diretta del capo dell'esecutivo, ossia ci fosse una forma di governo presidenziale o semi-presidenziale, ciò non conferirebbe all'eletto un mandato pieno e incondizionato come pretenderebbe il Cavaliere. Negli Stati Uniti il presidente eletto per portare avanti il suo programma deve confrontarsi e sovente scontrarsi con gli altri poteri , quello legislativo esercitato dal Congresso e quello giudiziario che si irradia dai giudici locali fino al massimo livello rappresentato dalla Corte Suprema. Se non vi fosse tale reciproco controllo il potere di chi governa si tramuterebbe in arbitrio. In tutte le democrazie la sovranità che spetta al popolo deve essere essere esercitata entro determinati limiti stabiliti dalla legge. Se essi non esisteressero ,l'investitura popolare darebbe a chi detiene il comando il diritto di farne ciò che vuole.

martedì 5 ottobre 2010

Paolo Romani, ministro dello sviluppo economico di Mediaset

Dopo cinque mesi di interim il ministero dello sviluppo economico ha in Paolo Romani il nuovo titolare. Già viceministro con delega per le comunicazioni, Romani nell'assolvere il suo incarico si era distinto per l'applicazione con cui ha cercato di favorire le attività del gruppo Mediaset e mettere il bastone fra le ruote ai concorrenti. La lobby anti Murdoch, la tentata acquisizione da parte dell'azienda del Cavaliere della rete Telecom e il decreto contro la libertà nel web l'hanno visto recitare un ruolo da protagonista. Per tutelare lo sviluppo economico di Mediaset solo Fedele Confalonieri avrebbe potuto essere una scelta migliore. In perfetta coerenza con la logica berlusconiana della subordinazione degli interessi del Paese a quelli della azienda di famiglia.

domenica 3 ottobre 2010

Come trasformare Belpietro da vittima in simulatore di un reato

Ancora più inquietanti dell'attentato presunto o reale a Belpietro sono le reazioni ad esso. Per un verso c'è chi ricerca i mandanti morali dell'aggressione in politici o giornali di sinistra. Per contro in ambienti di sinistra invece di avere come prima reazione un moto di umana solidarietà verso le vittime ( ancorché presunte) si sospetta della credibilità del racconto dell'agente di scorta che ha sventato l'aggressione. Queste persone evidentemente si sentirebbero più sollevate da una ricostruzione dei fatti meno lacunosa che avesse avuto come epilogo Belpietro disteso cadavere.

Se c'è un'altra sinistra che ha il coraggio di prendere le distanze da queste infami dietrologie batta un un colpo.


venerdì 1 ottobre 2010

L'attentato contro Belpietro e la frettolosa ricerca dei mandanti morali

Il direttore di Libero Maurizio Belpietro avrebbe subito ieri notte un tentativo di aggressione armata sventata dal suo agente di scorta. Uso il condizionale perchè non è ancora certo che il bersaglio del tentativo di violenza fosse proprio lui. Gli inquirenti pur non escludendo alcuna pista sembrano però privilegiare l'ipotesi che l'aggressore intendesse rivolgersi proprio contro Belpietro. Al di là delle divergenti visioni politiche a lui deve andare un incondizionata solidarietà. Si tratta di un ennesimo segnale di un brutto clima in cui versa la società italiana.

Non vedo però una relazione diretta tra l'episodio e il comportamento dell'opposizione anche di quegli esponenti più estremi come Di Pietro che a mio parere usano toni eccessivi: devono essere evitate le strumentalizzazioni politiche e la ricerca pelosa dei mandanti morali. Dare la la patente di fiancheggiatori dei violenti a coloro che esprimono delle critiche verso l'azione del governo non solo sarebbe illiberale e vigliacco, un vero tentativo di mettere a tacere il dissenso, ma getterebbe benzina sul fuoco rischiando di incrementare la spirale dell'odio e della violenza