domenica 26 settembre 2010

I dubbi sulla lettera di Saint Lucia e le mancate risposte di Fini sulla casa di Montecarlo


altri due capitoli si aggiungono alla tragicommedia della casa di Montecarlo: la lettera "confidenziale" del ministro della giustizia del minuscolo stato di Stato di Santa Lucia al suo primo ministro in cui si affermava che la società offshore Timara che aveva in proprietà il famoso appartamento era riconducibile proprio al cognato di Gianfranco Fini, Giancarlo Tulliani e la replica video in cui Fini annunciava di chiarire ogni aspetto della vicenda.

Riguardo alla prima novità. L'episodio della lettera contiene molti elementi pochi chiari. Saint Lucia è un piccolo atollo dei Caraibi che lucra profumatamente dall' essere un paradiso fiscale, cioè dal garantire l'anonimato ai proprietari di società che vi si stabiliscano la sede. Non può che sorprendere che uno di questi santuari della riservatezza venga violato proprio ai danni del Tulliani. Poi il ministro della giustizia stesso in una conferenza stampa ha confermato l'autenticità della lettera senza però fornire notizie circa gli eventuali documenti sulla base dei quali averebbe maturato al sua convinzione riguardo alla proprietà di Giancarlo Tulliani. In poche parole: sappiamo chi è l'autore della lettera, ma non abbiamo elementi per verificare se quello che vi è scritto è vero o falso
Inoltre la notizia della lettera di Saint Lucia è giunta tramite dei quotidiani di santo Domingo, località che si trova a migliaia di chilometri di distanza da Saint Lucia e dove risiede da tempo Luciano Gaucci, che verso la sua ex compagna ( e oggi moglie di Fini) Elisabetta Tulliani nutre ragioni di risentimento. Si tratta solo di una coincidenza?
Esaminata la questione della lettera veniamo alla replica di Fini. Egli avrebbe dovuto chiarire chi c'è dietro la società Printemps ( consigliata dallo stesso Tulliani) che acquistò da AN il locale di Montecarlo e se Tulliani avesse o meno la proprietà dell'appartamento. Esibendo i documenti che chiariscano come Giancarlo Tulliani ne sia entrato in possesso. Se per un verso è apprezzabile che abbia dato la disponibilità a dimettersi da presidente della Camera qualora si accerti la proprietà di Tulliani, tuttavia si deve rilevare come nel video ancora una volta non è in grado di chiarire nessuno di questi interrogativi. Per cui si torna alla questione centrale: Fini ha tutto il diritto di difendersi da accuse infamanti. Ma lo deve fare in tempi brevi e non coinvolgendo la credibilità della terza carica dello Stato.

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