domenica 5 settembre 2010

Dopo Dell'Utri, Schifani. Far tacere l'avversario politico: la logica pericolosa dell'arroganza tramutata in diritto


L'inciviltà è un pozzo senza fondo: anche a Schifani è stato impedito di parlare in pubblico alla festa del PD dai sedicenti difensori della democrazia e della Costituzione. Voler chiudere la bocca alle persone che la pensano diversamente è una palese violazione di un diritto sancito dalla nostra Carta e quanto di meno democratico ci possa essere. Se già l'episodio di cui era stato vittima Dell'Utri era esecrabile, in questo caso si rasenta la peggiore follia giacobina . Infatti gli infamanti insulti di essere mafioso rivolti contro Schifani non sono giustificati da alcuna condanna penale ma trovano il loro unico fondamento in dichiarazioni di pentiti di mafia, che non hanno sinora ricevuto alcun tipo di riscontro. Quando si tratta di attaccare l'avversario politico per gli intolleranti artefici della "gazzarra intimidatoria"( come è stata opportunamente definita dal presidente della Repubblica) i peggiori delinquenti pluriomicidi diventano la bocca della verità.
E' chiaro che si tratta di una vera e propria strategia censoria che ha i suoi mandanti in personaggi come Di Pietro, teorico del diritto a zittire i nemici, e Beppe Grillo.
Su Internet ci sono centinaia di siti Internet di grillini e dipietrini che, istigati all'odio, motivano questi atti come manifestazioni di un popolo esasperato. Sono deboli tentativi di giustificare un atto di prepotenza, la cui logica può essere facilmente rivolta contro gli stessi autori. Infatti secondo Grillo quanto successo a Torino è un segnale che gli "italiani si sono stancati di essere sempre presi per il culo". Con questo criterio le persone che considereranno Beppe Grillo uno che prende in giro la gente e si sarà stancato di lui, avranno il diritto di metterlo a tacere. E nel sonno della ragione che lui stesso avrà contribuito a creare con la democrazia delle urla e dei fischi, in cui a prevalere sarà il diritto del più forte e in cui diverrà impossibile fermarsi a trovare un limite ai mezzi da usare contro l'avversario .

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Cosè che differenzia l’uomo da gli ANIMALI, da persona ignorante mi sono posto spesso questà domanda, arrivando alla triste conclusione, che è meglio, non pronununciarmi, per non offendere nessuno. Dopo varie riflessioni sono arrivato a capire, che se non cominciamo ha disconoscere, tutto ciò che divide, vedi i partiti, che creano spaccature col sogno di falsi ideali, con lunico intento, di creare confusione per il raggiungimento dei loro obbiettivi. Se ci guardiamo intorno , tirando le conclusioni, la verità appare nella sua concretezza. Il regno ANIMALE si differenzia dal nostro mondo, perché privo d’ipocrisia, d’egoismo, e sete di onnipotenza. ha differenza de l’essere umano, è guidato da l’istinto della NATURA. E la differenza, e ben visibile, non ci sono appartenenti alla stessa razza, che primeggiano, ha danno dei suoi simili. la differenza che esiste frà gli esseri umani guidati da l’ipocrisia madre di tutti i mali, è esattamente l’opposto. Lascio il tutto al vostro giudizio. NESSUNO1°

Ivo Serenthà ha detto...

Che non vi sia una condanna è fuor di dubbio,ma il passato della seconda carica dello Stato imporrebbero in una qualsiasi democrazia le dimissioni.

Un paese dove una buona parte del parlamento,Senato-Camera,vi risiedono dei pluri condannati e sotto processo,è un paese profondamente malato destinato a mettere in grave rischio la democrazia.

Una situazione che nessun paese al mondo,dove sovrani la democrazia potrebbe tollerare.

Il popolo sovrano,quella parte che non ne può più dell'olezzo di una diffusa classe dirigente a tutti i livelli,trova nelle manifestazioni come quella di ieri una valvola di sfogo e molto probabilmente sono destinate a ripetersi.

Aggiungo che se le manifestazioni di ieri possono essere giudicate negativamente,che dire della potenza mediatica interpretata da certi giornali e televisioni nel delegittimare chi esce fuori dal coro,in modo automatico e ripetitivo.

Caso Boffo,Fini e calzini azzurri d'un certo giudice....per citare quelli più eclatanti!

storico sgrz ha detto...

Caro Ivo

non sono d'accordo. il passato di Schifani non impone alcuna dimissione. Come hai sottolineato tu stesso Schifani ha ricevuto alcuna condanna per mafia. Ciò a cui ti riferisci sono le dichiarazioni di pentiti che finora non hanno avuto alcun riscontro. Non è accettabile fare lotta politica sulla base delle rivelazioni di delinquenti patentati, che spesso sono fatte ad orologeria per ottenere dai magistrati qualche beneficio carcerario. E' un modo di fare che sminuisce chi lo adopera e a mio parere è anche per questo che l'elettorato non vota più a sinistra: perchè si è stufato di dare fiducia a persone che mirano ad acquisire potere delegittimando l'avversario

e infine occorre ricordare che piaccia o meno è il popolo sovrano ad aver eletto Schifani in Parlamento e fino a quando non avrà ricevuto una condanna definitiva avrà diritto a rimanerci

Anonimo ha detto...

Sul fatto che le persone siano legittimate a occupare la posizione che hanno magari "ci sta"; avendo però memoria storica e ricordando che ai tempi di un governo di centro-sinistra (Prodi, in quel caso) a constestazioni-fischi ricevuti le stesse persone di centro-destra (le stesse) dicevano che era normale perchè alcune persone erano stanche-esasperate...(la democrazia di poter parlare dove stava?) forse dovremmo accettare o quantomeno capire le contestazioni, con tutte le cose che stanno capitando alla gente che lavora in questo paese.

Ivo Serenthà ha detto...

Ti rispondo con un esempio che può fotografare la diversa condizione della politica democratica nel Regno Unito,ma potrebbe essere una qualsiasi democrazia occidentale.

Una Ministra inglese ha rassegnato le dimissioni su una spesa fatto dal marito a carico della collettività,e non fu il dvd porno ad essere decisivo nelle dimissioni.

Se si leggono le frequentazioni dell'attuale Presidente del Senato ai tempi della professione d'avvocato,sarebbe stato impossibile per qualsiasi forza politica europea inserirlo nelle liste elettorali e men che mai proporlo come seconda carica dello Stato.

Questa è la grande,immensa differenza tra noi e buona parte ,quella che conta,della comunità europea.

Lo sfogo non squadristico,bensì di una terminata sopportazione di alcuni elettori,sono le reazioni che ho cercato di spiegare,ivi compresa la contestazione a Dell'Utri nella presentazione del presunto diario di Mussolini,di pochi giorni fa.

Saluti

storico sgrz ha detto...

il ministro inglese si è dimessa. ma non gli è stato impedito di parlare
Zittire qualcuno resta sempre un atto di violenza

Ivo Serenthà ha detto...

Come spiega Travaglio nel passaparola di oggi,al popolo sovrano non omologato non rimane che dissentire in questo modo,non avendo altre possibilità,fagocitati da una forza mediatica che nasconde ed è ossequiente al volere politico di un solo personaggio,che si è modellato anche l'opposizione di questo paese.

storico sgrz ha detto...

Allora Travaglio fa apologia della violenza
Il fine non giustifica i mezzi.
Io dissento da berlusconi e dalle sue politiche ma non mi permetterai mai di zittire chi la pensa diversamente

Ivo Serenthà ha detto...

Altro che violenza,libertà di espressione e di contestazione in una pubblica piazza.

Ma ho idea che potremmo scriverne a lungo,e due rette parallele pur viaggiando all'infinito non s'incontrano mai.

storico sgrz ha detto...

Caro Ivo la nostra libertà trova un limite nel rispetto di quella degli altri.
E zittire una persona è oggettivamente una violenza all'altrui libertà di espressione.

Comunque hai ragione: su questo ben difficilmente troveremo un punto di accordo

Ma almeno il nostro confronto si è fondato sull'esprimere i nostri punti di vista senza impedire all'altro di fare altrettanto.
Mi sembra già un buon punto di partenza.
A presto :)