martedì 17 agosto 2010

Travaglio, Napolitano e la libertà di stampa

"è ora che cessi una campagna gravemente destabilizzante sul piano istituzionale qual è quella volta a delegittimare il Presidente di un ramo del Parlamento e la stessa funzione essenziale che egli è chiamato ad assolvere per la continuità dell'attività legislativa."
Così si esprimeva Napolitano nell'intervista rilasciata a l'Unità sul tentativo di delegittimnazione del ruolo istituzionale ricoperto da Gianfranco Fini. Marco Travaglio nel blog che cura per il Fatto Quotidiano interpretava le parole del presidente della Repubblica come un attacco alla libertà di stampa: " nessuno, men che meno lei, può decidere cosa devono scrivere o non scrivere i giornali".
Ora è lecito anche non essere d'accordo con il richiamo del Quirinale. In questo caso invece mi pare che Travaglio indotto dalla sua scarsa simpatia verso Napolitano ne ricostruisca il pensiero in maniera per lo meno disinvolta. Il presidente della Repubblica non rivolge alcun richiamo ai giornali nè bisogna ignorare ( come Travaglio fa ) che la compagna delegittimante era partita dal PDL ( un partito , non un giornale) che nei mesi precedenti aveva chiesto ripetutamente a Fini di dimettersi dal suo incarico. Così come occorre ricordare che la prosecuzione della campagna per mezzo stampa venne evocata esplicitamente dal parlamentare PDL Stracquadanio.

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