martedì 31 agosto 2010

L'aggressione bolscevico-fascista a Dell'Utri offende la Costituzione

L'art 21 della nostra Carta recita: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.". Questo diritto deve valere per tutti coloro che risiedono nel territorio del nostro Stato. Le persone che ieri hanno impedito a Dell'Utri di parlare dei psuedo-Diari di Mussolini durante un incontro culturale a Como hanno nei nei comportamenti tradito quella Costituzione che dichiarano a parole di difendere.

Il progetto di Gheddafi di un'Europa islamica ci deve preoccupare?

Gheddafi va preso maledettamente sul serio quando parla dell'Europa dominata in futuro dalla fede di Allah. Oggi i musulmani del vecchio continente sono già 53 milioni. Essi hanno un tasso di natalità doppio rispetto a quello degli altri europei. Nel 2050 saranno già un quarto della popolazione. E quando saranno diventati maggioranza potranno far divenire legge la loro cultura. Cosa c'è di preoccupante? Alcuni temi di riflessione: 1) Nessuno Stato a maggioranza della popolazione islamica è una democrazia. 2) In molti di essi la legge islamica ( sharia) è anche legge dello Stato. Con tanti saluti all'idea di laicità e tolleranza religiosa 3) Nel Corano si legge: "gli uomini sono preposti alle donne" (4,34). Non necessariamente ciò si traduce in una pratica sottomissione delle donne che in molti casi stanno acquisendo anche nei paesi musulmani consapevolezza dei propri diritti. Tuttavia le possibili implicazioni sociali in tema di parità fra sessi sono rese evidenti dalla precarietà della condizione femminile in quegli Stati in cui vi è una applicazione rigida e estrema del dettami del Corano.
Meditiamo gente....

Il debutto del tg di Mentana su la 7 all'insegna della buona informazione


Debutta il tg la 7 di Mentana. E lo fa offrendo un informazione finalmente incisiva rispetto a quella paludata e prona verso il potere propostoci dai telegiornale di rai e Mediaset: nell'edizione delle 20 ha dato spazio al processo breve evidenziando come esso sia considerato uno scudo indispensabile da Berlusconi nel caso in cui ,come è probabile, il legittimo impedimento che attualmente protegge il premier dai suoi guai giudiziari venga dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale. Anche perché nel frattempo dovrebbe riprendere per lui il processo che lo vede imputato per la corruzione dell'avvocato Mills .
Interessante anche il resoconto di collaboratici infiltrate tra le hostess ricevute da Gheddafi, il quale nell'incontro ha sostenuto che pocihè nel Corano non si parla di Gesù crocifisso, il relativo simbolo che molti portano al collo è un qualcosa di vuoto. Un affermazione evidentemente blasfema per un cristiano
Nel presentarsi ai telespettatori Mentana ha detto che il suo TG proverà a essere concorrenziale, proponendosi di fare buon giornalismo. Speriamo che gli consentano di portare avanti questa linea editoriale.

lunedì 30 agosto 2010

I coloni israeliani si frappongono a una pace tra Abu Mazen e Netanyahu

Mancano pochi giorni all'incontro tra Obama, Netanyahu e Abu Mazen per cercare di riaprire i negoziati per la pace tra Israele e Palestina ed è già evidente come l'impresa di arrivare a una soluzione si presenti davvero in salita. La questione degli insediamenti si presenta come cruciale e Abu Mazen mette le mani avanti, violando implicitamente l'agreeement di non dettare precondizioni al negoziato. Con riferimento alla imminente fine della moratoria di dieci mesi per la costruzione di nuovi insediamenti il presidente palestinese dice: "Se Israele decide di mantenere la colonizzazione in Cisgiordania e a Gerusalemme Est la responsabilità del fallimento dei negoziati sarà esclusivamente sua.". Se Netanyahu non rinnoverà la moratoria i colloqui potranno dirsi falliti ancor prima di cominciare.

Gheddafi: onori pubblici a un terrorista. In nome del Dio denaro


Gheddafi per quasi tutto il mondo è un finanziatore di sanguinosi attentati terroristi ( Lockerbie, bomba a una discoteca di Berlino) che hanno ucciso centinaia di persone inermi, spesso semplici civili. Messo al bando per anni della comunità internazionale vi è stato recentemente riammesso solo dopo aver riconosciuto le responsabilità della Libia nelle suddette stragi con annessi congrui risarcimenti per le vittime. In Italia invece questo soggetto viene accolto con tutti gli onori, gli viene consentito di allestire un harem improvvisato di 500 hostess (evidenti similitudini con Silvio-pascià) in cui dare lezioni di teologia islamica e invitare l'Europa alla conversione alla fede di Allah. Molti pensano che si possano sopportare questi show del colonnello libico in nome dei ricchi contratti stipulati dalle nostre aziende con la Libia.. A mio parere invece permane un interrogativo inquietante: è davvero conveniente foraggiare un personaggio come Gheddafi, con la possibilità che quei denari vengano da lui investiti in futuro per allestire operazioni che possono minare la nostra sicurezza e i diritti acquisiti dalla nostra cilvità?

domenica 29 agosto 2010

Sul processo breve Futuro e Libertà si gioca la sua credibilità politica

Uno dei problemi fondamentali della giustizia italiana è l'eccessiva durata dei processi. Per questo il nostro paese ha subito numerose condanne dalla Corte europea per i diritti dell'uomo per violazione del principio della ragionevole durata. La genialata con cui il Cavaliere intende risolvere il problema è il processo breve: invece di affrontare strutturalmente le cause che stanno alla base del malfunzionamento del sistema giudiziario il Papi e il fidato Alfano decidono che dopo un tot dall'inizio del processo ci dovrà essere un colpo di spugna. Quindi processo finito, i criminali ringraziano per il nuovo omaggio reso alla loro impunità e tanti saluti alle esigenze di giustizia delle vittime di reati. la ratio che sta alla base di questo provvedimento è tutelare Silvio e i suoi discepoli dalle pericolose insidie dei processi che li riguardano. Gli interessi generali sono messi in secondo piano e dell'andamento del processo civile, la vera piaga del sistema processuale italiano, non si fa menzione.
Perciò se i finiani vogliono essere coerenti con la dichiarata battaglia per la tutela della legalità, debbono opporsi senza riserve a questa indecenza giuridica. Sul tema del processo breve Futuro e Libertà si gioca una buona fetta della credibilità del suo agire politico.

N.B: nel dettaglio si avrà l'estinzione del processo nei seguenti casi: in caso di reati indultati o indultabili (commessi cioè prima del maggio 2006), con pene inferiori nel massimo a 10 anni:* entro 3 anni dall'esercizio dell'azione penale da parte del PM, in primo grado;* entro 2 anni per l'appello* entro 1 anno e sei mesi per il giudizio in Cassazione.* in caso di reati commessi dopo il maggio 2006 e con pene inferiori nel massimo a 10 anni:* dopo 2 anni per ogni grado di giudizio* in caso di reati più gravi * 4 anni per il primo grado;* 2 anni per l'appello * un anno e sei mesi per la Cassazione* in caso di reati per mafia e terrorismo:* 5 anni per il primo grado* 3 anni per l'appello* 2 anni per la Cassazione

giovedì 26 agosto 2010

Il summit del lago Maggiore rafforza l'asse tra Berlusconi e Bossi

Il vertice di maggioranza tra Berlusconi e Bossi si è concluso con una reciproca rinuncia: niente elezioni subito come auspicava il Senatur, nessuna alleanza con l'UDC come desiderato dal Cavaliere. La situazione per il governo resta precaria, visto che la maggioranza rimane appesa al sottile filo dell'appoggio dei finiani.
Provo a ipotizzare la prossima mossa di Bossi e Berlusconi: il governo presenterà la fiducia su un programma basato sui famosi cinque punti ( federlismo, riforma fiscale, sud, giustizia, sicurezza) con l'inclusione nel pacchetto di processo breve e legittimo impedimento. Si tratta di una vera scommessa che conta sulla debolezza del gruppo di Futuro e Libertà. Questi ultimi si troveranno di fronte a un bivio: accettare il programma nel suo insieme, mettendo a forte rischio la credibilità della propria iniziativa politica, oppure votare contro, con la conseguente definitiva emarginazione all'interno del centro destra che ne metterebbe a rischio la stessa sopravvivenza in caso di successive elezioni.
Un azzardo calcolato per il duo B&B perchè in ogni caso si arriverà alla resa definitiva dei conti con i dissidenti

mercoledì 25 agosto 2010

Somalia: Mogadiscio in balia degli scontri tra Shabaab e governativi

Da giorni a Mogadiscio ci sono scontri violenti tra i ribelli islamici Shabaab, legati ad al Qaeda, che controllano parte della città e del Paese e le forze del governo provvisorio sostenute dai soldati di peacekeeping dell'Unione Africana. Decine le vittime tra le quali molti civili. Non c'è pace per la Somalia, un paese da da venti anni in pieno caos.

Salviamo Sakineh Asthiani


Sakineh Mohammadi Ashtiani, una donna iraniana di 43 anni madre di due ragazzi,in prigione da quattro anni condannata alla lapidazione per adulterio. Si sospetta che la sua confessione,avvenuta in diretta tv sia stata estorta dopo una prolungata tortura.
Mobilitiamoci per sottrarla a un orribile e disumana fine aderendo all'appello di Amnesty International

domenica 22 agosto 2010

Lo stupro mediatico della Cia contro Julian Assange


La procura svedese ha emesso e dopo poche ore annullato un mandato di cattura per stupro e molestie sessuali ai danni di Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, sito web specializzato nella diffusione di documenti governativi riservati. Wikileaks aveva recentemente pubblicato documenti segreti del Pentagono sull'andamento della guerra in Afghanistan, suscitando le vivaci proteste delle autorità statunitensi.
Si sospetta che dietro le accuse a Assange, rivelatasi immediatamente infondate, ci possa essere lo zampino dell'intelligence Usa. Sarà il primo di una lunga serie di ritorsioni contro chi ha osato violare gli arcana imperii?

Francesco Cossiga e Tiberio Murgia: due grandi attori

A distanza di pochi giorni sono scomparsi due sardi celebri: Francesco Cossiga e Tiberio Murgia. Chi recitava meglio?

sabato 21 agosto 2010

Espulsioni di rom in Francia tra demagogia di Sarkozy e fallimentari politiche dell'UE


Cosa c' è dietro la decisione del presidente francese Sarkozy di rispedire a casa centinaia di rom rumeni? Da una parte l'incapacità dell'Eliseo di affrontare il problema della delinquenza urbana, optando per la soluzione demagogica di allontare gli zingari dandogli un piccolo contributo volontario per il ritorno nel paese di origine. Tecnicamente si tratta di un rimpatrio volontario: chi accetta di andarsene riceve un contributo di 300 euro più 100 per ogni bambino. Un provvedimento inutile in quanto i rom come cittadini europei potranno ritornare in Francia. Rimane comunque la sensazione che il provvedimento si basi sulla presunzione di colpevolezza a carico degli zingari, con il fondato rischio di dare il destro a a rigurgiti di xenofobia, non infrequenti peraltro oltralpe.
D'altro canto anche l'Unione Europea che assume in questi giorni un atteggiamento critico verso le misure assunte da Sarkozy dovrebbe farsi un bell'esame di coscienza: le sue politiche di integrazioni dei rom, si sono rivelate sinora carenti. E il problema dei nomadi diventerà ancora più rilevante sotto il profilo dell'ordine pubblico in considerazione del fatto che essi provengono sopratutto da Romania e Bulgaria, Stati che sono recentemente entrati nell'UE. Questi due paesi a partire da marzo 2011 entreranno a far parte dello spazio di libera circolazione di Shenghen rendendo illegittima qualsiasi possibilità di espulsione

venerdì 20 agosto 2010

I tormenti interiori di Fini & C: FareFuturo condanna il berlusconismo; Bocchino e Viespoli frenano

Il Berlusconismo è delegittimazione e editti contro gli avversari politici. "Nessuno ci potrà più convincere che il berlusconismo non coincida con il dossieraggio e con i ricatti, con la menzogna che diventa strumento per attaccare scientificamente l’avversario e magari distruggerlo." E' quanto scrive in un editoriale Filippo Rossi, direttore di FareFuturo, la fondazione presieduta da Gianfranco Fini. Non mancano i mea culpa per aver preso atto della situazione con colpevole ritardo "Oggi ha ragione chi dice: perché non ci avete pensato prima? Non c'è una risposta che non contempli un pizzico di vergogna." una presa di posizione durissima non condivisa però dai finiani e definita dai capogruppo Bocchino e Viespoli "fuori misura".
La contraddizione dialettica tra le opinioni di Filippo Rossi e quelle dei presidenti dei gruppi parlamentari è sintomatica della precarietà in cui si trova lo schieramento capeggiato da Fini: da una parte la presa di coscienza dell'errore di concedersi completamente a Berlusconi, dall'altra la necessità di attendere il rafforzamento di "Futuro e Libertà per l'Italia" prima di agire conseguentemente alle convinzioni maturate, operando lo strappo definitivo con il PDLl. Il limbo in cui si trovano costringe Fini & C. a mantenersi prudenti; un atteggiamento obbligato ma che gli elettori di riferimento potrebbero anche non gradire valutandone negativamente l'ambiguità. Con il Cavaliere pronto a calcare la mano e approfittarne

giovedì 19 agosto 2010

Il Belpietro, Berlusconi, Feltri: un manuale di diritto costituzionale indispensabile per orientarsi nel Regno del Papi


Di prossima uscita il Belpietro-Berlusconi-Feltri, nuovissimo manuale di diritto costituzionale ad uso di università, istituti di istruzione superiore e scuole di formazione politica del PDL . Trattasi di opera destinata a rivoluzionare i concetti cardine della disciplina. Segue in anteprima un sunto delle più importanti riflessioni elaborate dai tre insigni giuristi:

L’Italia è una monarchia fondata sugli interessi del gruppo Fininvest-Mediaset
Silvio Berlusconi incarna nella Sua Persona la volontà generale della Nazione italiana
Abolizione dell’articolo 7 della Costituzione sui rapporti tra Stato e Chiesa: Silvio Berlusconi concentrerà su di se sia il ruolo di Capo del governo che quello di Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica romana.
Il Presidente della Repubblica decade dalla carica e assume un ruolo puramente onorifico. A lui spetterà il sommo privilegio di sturare i sanitari del Quirinale, divenuta residenza ufficiale del sovrano Silvio
La forma di governo parlamentare è da considerarsi sovversiva e gli altri Stati che la adottano sono promotori del bolscevismo
Il Porcellum acquisisce il rango di Suprema legge Costituzionale. Sono però ripristinate le preferenze: nella scheda elettorale i cittadini saranno chiamati a scegliere i candidati a maggiordomo e buffone di Corte.
All’equilibrio dei poteri tra esecutivo, legislativo e giudiziario si sostituisce l’equilibrio psicofisico di Silvio, del Papi e del Cavaliere. Uno e Trino.
La Camera dei Deputati è trasformata in Camera da Letto, composta solo da deputate bonazze.
E’ soppresso il Senato perché al Papi piace solo la carne giovane, fresca e soda.

Alla magistratura si potrà accedere solo tramite concorso di bellezza.
I neo magistrati strafighe avranno il solo compito di applicare lo ius primae noctis, così da venire incontro al desiderio di Silvio di farsi processare da giudici non politicizzati.

Le tesi del manuale, che si sono valse del contributo di costituzionalisti di vaglia come Gasparri, Stracquadanio e Renzo Bossi, hanno incontrato l’unanime favore della dottrina.
Il ministro Gelmini ne ha sollecitato l’adozione in tutti gli Atenei e le scuole del Regno.

Briatore scafista?

Clandestini curdi sbarcati in Calbria dopo aver viaggito in uno yacht di Lusso
La nuova attività imprenditoriale di Falvio Briatore dopo la cacciata dalla Formula 1?

Recuperare alla Buona Novella i Finiani moderati


Recuperare i finiani moderati. E' questo l'ultimo ordine emanato dal Cavaliere ai suoi pretoriani. Berlusconi crede davvero alla possibilità di riportare all'ovile alcune pecorelle smarrite per ricostituire la maggioranza? Molto più probabilmente si tratta di una mossa nella guerra di logoramento attuata contro il presidente della Camera. Personalmente propendo per la seconda ipotesi.
Il premier sembra propenso a puntare tutto su elezioni anticipate. Nel frattempo continuerà a sondare le posizioni di Napolitano. E servendosi dell'opera dei suoi Fedeli giornalisti, diffonderà presso l'opinione pubblica il ritratto di un Fini novello Giuda Iscariota

mercoledì 18 agosto 2010

Come McChrystal, Petraeus critica la strategia di Obama sul ritiro in Afghanistan


In un'intervista alla NBC il comandante delle forze alleate USA-NATO in Afghanistan, generale Petraeus, si è dichiarato contrario a un ritiro delle truppe dal paese asiatico in tempi rapidi e su larga scala. Petraeus ha anche detto che proverà a convincere Obama delle necessità di posticipare la data del ritiro. Si ripropone sia pure con toni decisamente più equilibrati, uno dei motivi di contrasto strategico che il presidente americano aveva già avuto con il predecessore di Petraeus, generale McChrystal e che erano costati a quest'ultimo la rimozione dall'incarico.
La posizione di Petraeus è comprensibile: dal punto di vista militare annunciare con anticipo la data di ritiro indurrà i Talebani a resistere con ancor maggior piglio e invece scoraggerà le popolazioni locali ad appoggiare i soldati Usa nel timore di un possibile ritorno con ritorsioni degli insorgenti islamisti. Un eventualità per nulla remota visto che il compito di garantire la sicurezza dopo l'abbandono del terreno da parte delle forze alleate, dovrebbe toccare all'esercito di Karzai, a tutt'oggi decisamente inadeguata a svolgere da sola tale compito.
Sia McChrystal che Petraeus erano stati scelti da Obama: un'eventuale allontanamento di entrambi potrebbe avere delle gravi ripercussioni sulla sua immagine, già ora tutt'altro che inattaccabile, di valido comandante in capo

La moschea vicino a Ground Zero divide gli Stati Uniti


L'America si divide sull'eventualità che un Centro culturale islamico venga costruito vicino a Ground Zero. A favore si è dichiarato lo stesso Obama. Ma secondo un sondaggio della CNN il 70% degli americani è contrario e critica la presa di posizione del suo presidente.
Molteplici sfaccettature rendono questa vicenda controversa. Anzitutto vi è la necessità di non associar un attentato terroristico efferato come quello contro le torri Gemelle a un'appartenenza religiosa. Nel mondo esistono un miliardo di musulmani e la maggior parte di essi non sono certo sostenitori di Al Qaeda. Inoltre una opposizione di principio costituirebbe una violazione del principio della libertà religiosa e difatti il sindaco di New York ha affermato che sarebbe un triste giorno Per l'America "impedire la la costruzione di una moschea a due isolati dal luogo in cui è stato lanciato un attacco alla libertà".
Peraltro è un fatto che gli attentatori dell'11 settembre fossero integralisti islamici. E le perplessità di una quota consistente dell'opinione pubblica testimoniano che un problema di opportunità politica esiste. Ciò potrebbe indurre a ritenere che un idea partita con il nobile intento di promuovere la tolleranza tra culture diverse potrebbe rivelarsi controproducente.

Fineide : De Manzoni attacca, Travaglio liscia

la Fineide sulla casa di Montecarlo si rivela interessante anche per come i giornali la raccontano: marco Travaglio attacca il Giornale alludendo a una possibile marcia indietro di Feltri & C., grandi accusatori del presidente della Camera. Nel suo blog scrive: "Da un editoriale del vicedirettore dal cognome francamente eccessivo, Massimo de’ Manzoni, si intuisce che alla storia della Scavolini recapitata da Roma a Montecarlo non crede più nemmeno il quotidiano berlusconiano e ora prepara la ritirata con un’ipotesi davvero succulenta: “All’ultimo momento Fini e signora hanno cambiato idea, dirottando la cucina in un’altra magione”, forse perché s’erano “accorti che era troppo grande per l’appartamento di Boulevard Princesse Charlotte”.
De Manzoni replica sottolineando che l'ipotesi della cucina dirottata da Montecarlo in altra sede perché troppo grande è di Benedetto della Vedova, un fedelissimo di Fini.
Nell'articolo incriminato di De Manzoni si legge " All’ultimo momento Fini e signora hanno cam­biato idea, dirottando la cucina in altra magione, come lascia capire la nota passata all’Ansa? Si so­no forse accorti che era troppo grande per l’appar­tamento di Boulevard Princesse Charlotte, come inopinatamente sostiene Benedetto Della Vedo­va (ma che ne sa lui? Non stava con Pannella ai tempi in cui lo stato maggiore di An faceva sopral­luoghi nel principato di Monaco? Ci si è recato in seguito? Quando? Con chi? E chi gli ha aperto la porta? Mah...)?. Questo al momento non lo sap­piamo."
Dunque effettivamente il pensiero che Travaglio attribuisce a De Manzoni in realtà è un tentativo di Della Vedova di giustificare il comportamento di Fini. Ma sul presidente della Camera, nonostante gli sforzi dei suoi discepoli, però i dubbi rimangono irrisolti

martedì 17 agosto 2010

Contro le accuse di tradimento Napolitano difende le prerogative del Quirinale


La reazione di Napolitano alle esternazioni del deputato PDL Bianconi che in un intervista al Giornale aveva accusato il presidente di tradire la Costituzione è dura ma assolutamente opportuna. Il Quirinale ricorda che qualora si ritenga che il presidente della Repubblica compia atto di tradimento si ha la possibilità di chiederne la condanna secondo la procedura prevista dall'art 90 della Carta . Altrimenti la parole di Bianconi " resteranno solo gratuite insinuazioni e indebite pressioni, al pari di altre interpretazioni arbitrarie delle posizioni del presidente della Repubblica e di conseguenti processi alle intenzioni". Una difesa forte delle prerogative istituzionali che impongono al capo dello Stato di muoversi solo in caso di acclarata crisi di governo e di verificare l'esistenza di possibili alternative maggioranze in Parlamento.
Infatti al contrario di quanto affermano i pretoriani del Cavaliere la formazione di governi che non prevedano Berlusconi al governo qualora vi sia la fiducia di una maggioranza parlamentare non sarebbe affatto contro la Costituzione. Non basta introdurre il nome del capo della coalizione nella scheda elettorale per determinare l'elezione diretta del capo dell'esecutivo, spogliare le assemblee del loro ruolo legittimante l'azione governativa e trasformare il sistema del nostro Stato da parlamentare e presidenziale. Per attuare questa modifica nella forma di governo occorre operare una revisione della Costituzione secondo le procedure previste. Il rispetto delle regole e degli equilibri tra poteri è elemento fondante di una democrazia. Evocare fantomatiche costituzioni materiali in deroga di quanto previsto dal dettato della Carta è un modo di subordinare a mere logiche eversive di potere il patto di convivenza civile e di minarne la forza.

Travaglio, Napolitano e la libertà di stampa

"è ora che cessi una campagna gravemente destabilizzante sul piano istituzionale qual è quella volta a delegittimare il Presidente di un ramo del Parlamento e la stessa funzione essenziale che egli è chiamato ad assolvere per la continuità dell'attività legislativa."
Così si esprimeva Napolitano nell'intervista rilasciata a l'Unità sul tentativo di delegittimnazione del ruolo istituzionale ricoperto da Gianfranco Fini. Marco Travaglio nel blog che cura per il Fatto Quotidiano interpretava le parole del presidente della Repubblica come un attacco alla libertà di stampa: " nessuno, men che meno lei, può decidere cosa devono scrivere o non scrivere i giornali".
Ora è lecito anche non essere d'accordo con il richiamo del Quirinale. In questo caso invece mi pare che Travaglio indotto dalla sua scarsa simpatia verso Napolitano ne ricostruisca il pensiero in maniera per lo meno disinvolta. Il presidente della Repubblica non rivolge alcun richiamo ai giornali nè bisogna ignorare ( come Travaglio fa ) che la compagna delegittimante era partita dal PDL ( un partito , non un giornale) che nei mesi precedenti aveva chiesto ripetutamente a Fini di dimettersi dal suo incarico. Così come occorre ricordare che la prosecuzione della campagna per mezzo stampa venne evocata esplicitamente dal parlamentare PDL Stracquadanio.

lunedì 16 agosto 2010

Contro Fini, Feltri lancia l'offensiva in stile Boffo

Nel PDL si auspicava che l'eretico Fini facesse la fine di Boffo. Vittorio Feltri come prevedibile non ha perso tempo e "il Giornale" è in prima fila nell'offensiva contro Fini per la questione della casa di Montecarlo. Le prove che Fini era a conoscenza che l'appartamento in questione era posseduto dal cognato Giancarlo Tulliani risiederebbero in una fattura di acquisto per mobili e nella testimonianza di un ex dipendente del centro arredamenti in cui è avvenuta la compravendita degli arredi.
La copia della fattura è stata pubblicata dal Giornale sia nell'edizione cartacea che in quella on line: da essa emerge vendita di mobili intestata a un "Tulliani", ma tale documento non è in grado di dimostrare né l'identità precisa dell'acquirente né tantomeno che gli arredi fossero destinati alla casa di Montecarlo.
Questi dubbi dovrebbero nelle intenzione de "il Giornale" dovrebbero essere risolti dalla testimonianza di Davide Russo un impiegato del Centro Arredi Castellucci che avrebbe visto Fini e Elisabetta Tulliani recarsi più volte in negozio per discutere di preventivi e progetti. Anche questo elemento è tutt'altro che deicsiivo: Davide Russo infatti si dichiara quasi sicuro che il progetto di arredo di cui si occupavano i colleghi riguardasse proprio l'appartamento di Montecarlo, nonostante non abbia seguito direttamente l'affare.
A rendere dubbia l'attendibilità della testimonianza vi è però un fatto rilevante: Davide Russo si è dimesso dal suo impiego due giorni prima delle sue rivelazioni al Giornale. "Io mi sono svincolato proprio per non coinvolgere" l'azienda sostiene Russo: rinunciare a un buon posto di lavoro sopratutto in questi tempi di crisi, è unna motivazione che non mi convince completamente:
Insomma i dubbi sulla vicenda restano. E finché Fini non offrirà una versione sufficientemente convincente per dirardarli, Vittorio Feltri potrà proseguire nella sua campagna , sulla falsa riga di quanto già fatto per il direttore de "l'Avvenire" Boffo.

lunedì 9 agosto 2010

Prima offensiva contro Fini. I dubbi sulla casa di Montecarlo affittata a Giancarlo Tulliani.


Comincia il fuoco di fila contro il dissidente Fini: oggetto della contingente polemica un appartamento a Montecarlo donato in eredità ad Alleanza Nazionale da una simpatizzante del partito per poi venire venduto pochi anni dopo a una società offshore e passare in affitto a Giancarlo Tulliani, fratello della compegna del presidente della Camera, Elisabetta.
Nella nota in cui espone la sua versione dei fatti, Fini precisa che comunque la vicenda si concluda in sede giudiziale, non sono entrati in gioco soldi e beni pubblici. Una sottolineatura doverosa ma i dubbi permangono anche dopo i chiarimenti offerti da Fini.
Anzitutto per la vendita dell'immobile si è ricorso a delle società immobiliari offshore, una procedura notoriamente usata per cercare di non rendere rintracciabili i capitali al fisco.
in secondo luogo se Fini non era al corrente dell'identità del compratore che si cela dietro la società offshore, essa dovrebbe essere conosciuta almeno dal senatore Francesco Pontone, delegato da Fini alla firma dell'atto di vendita. Perchè Pontone non viene sollecitato a dissolvere le nebbie su questo aspetto?
In terzo luogo la precisazione di Fini sul valore dell'immobile stimato in quattrocentomilioni di lire non appare esauriente. Chi fece la valutazione? Infatti nonostante tutte le i spese per la ristrutturazione il prezzo di 30000 euro ricavato da AN per l'immobile viene giudicato dagli esperti di Montecarlo sensibilmente inferiore al suo valore effettivo.
Infine il ruolo di Giancarlo Tulliani: nella ricostruzione di Fini apprendiamo che nel 2008 fu lui a comunicargli dell'esistenza di un possibile acquirente per l'appartamento che dopo poco tempo lo stesso Tuliani avrebbe acquisito in locazione. Una notizia che Fini dice di aver allora accolto con disappunto. E' lo stesso stato d'animo di tutti coloro che ora gli chiedono di fare maggiore chiarezza: su questo il presidentre della Camera si gioca buona parte della credibilità nella sua battaglia sulla questione morale.

lunedì 2 agosto 2010

Fini alla prova Caliendo

Il caso Caliendo, il sottosegretario coinvolto nell'indagine per la presunta loggia segreta P3, su cui il Pd è intenzionato a presentare in Parlamento la sfiducia, sarà il primo banco di prova della tenuta della nuova formazione di Fini "Futuro e Libertà".
Il presidente della Camera proprio pochi giorni prima dell'allontanamento del PDL aveva dichiarato inopportuno che chi fosse indagato mantenesse incarichi nel partito. Coerentemente tale pregiudiziale dovrebbe valere ancor di più per incarichi istituzionali e indurre i finiani a votare contro la permanenza di Caliendo nell'esecutivo.
Una linea intransigente presenta però delle controindicazioni per Fini. Qualora Caliendo venisse sfiduciato , Berlusconi potrebbe decidere di ricorrere immediatamente alle elezioni. Un eventualità che danneggerebbe il progetto "Futuro e Libertà" che ha ancora bisogno di tempo per acquisire solidità inglobando nuovi parlamentari, intensificando i contatti con le altre formazioni politiche in vista di nuove alleanze, e cercando di acquisire consenso presso l'opinione pubblica.
Inoltre i numeri in Parlamento di cui dispone Fini sono ancora risicati ( 33 deputati e 10 senatori) e qualora lo schierarsi contro Caliendo non fosse sufficiente per ottenere la sfiducia , l'operazione si tradurrebbe in una manifestazione della sua debolezza politica.
La situazione contingente potrebbe indurre a una prudenza tattica Fini, che d'altronde sulla vicenda, pur dichiarando di sapere come agire, non scopre le sue carte, forse per indurre Berlusconi a fare autonomamente un passo indietro con l'allontanamento di Caliendo. Ricorrendo all'astensione i finiani si distinguerebbero comunque dai loro ex compagni di partito senza mettere in discussione il sostegno al governo. Nel primo braccio di ferro tra i due potrebbero contare più i nervi che i muscoli.