domenica 18 aprile 2010

Liberati gli operatori di Emergency in Afghanistan: pro e contro dell'ideologia politica di Gino Strada e seguaci


Il ministro degli esteri Frattini ha annunciato la liberazione dei tre operatori di Emergency Marco Garatti, Matteo Pagani e Matteo D'Aira, arrestati dalla polizia afghane dopo il ritrovamento di armi nell'ospedale di Lashkar Gah gestito dalla ONG italiano. Sinora agli italiani non era stata formalizzata l'accusa che sarebbe alla base della detenzione nè avevano avuto sinora la possibilità di consultare un avvocato. Con il passar dei giorni si faceva anzi sempre più forte la sensazione che non solo i tre fossero estranei a qualsiasi tipo di traffico d'armi a favore dei talebani ( più probabile un coinvolgimento del personale afgano dell'ospedale) ma che l'arresto sia una forma di ritorsione delle autorità locali nei confronti dell'ONG. Premesso dunque il sospiro di sollievo per il felice esito della vicenda, e sottolineato l'opera indiscutibilmente meritoria sul piano umanitario di Emergency , una qualche riflessione va fatta sul fatto che al contrario della neutralità che di solito viene assunta da consimili organizzazioni, non di frequente essa prende posizioni ideologiche di pacifismo spinto e di contestazione delle politiche dei governi che possono essere oggetto di irritazione da parte delle autorità a cui le critiche sono destinate. Per non parlare degli strascichi relativi alla liberazione del giornalista Mastrogiacomo in cambio del rilascio di alcuni talebani detenuti ( poi ripresi e uccisi); in quell'occasione Emergency giocò un ruolo decisivo nelle trattative con colui che si occupò in prima persona della mediazione, Rahmatullah Hanefi ,sospettato di aver legami , mai provati con i talebani. Hanefi che dopo essere stato arrestato e poi liberato dagli afghani ha smesso di lavorare con Emergency ( Pagani ne aveva preso il posto nell'organizzazione) e non si sa che fine abbia fatto. Emergency derogando sovente al principio di neutralità si mette al contrario di altre ONG sovente in attrito con le autorità di Paesi in cui non vi è grande sensibilità per il rispetto delle garanzie giuridiche dovute agli individui. Alcune volte è giusto battere i pugni, ma se lo fai con grande frequenza non ci si può sorprendere di andare incontro a spiacevoli complicazioni che potrebbero essere evitate se Emergency modificasse alcuni tratti marcatamente politici del suo modo di operare

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