sabato 13 marzo 2010

La democrazia in Iraq: le ragioni di Bush e l'eterogenesi dei fini


Indipendentemente dal loro esito le elezioni presidenziali tenutesi in Iraq saranno un successo democratico. Sopratutto grazie alla massiccia partecipazione delle donne che si sono recate alle urne nonostante la costante minaccia di attentati. Tanto da far dire al celebre periodico americano Newsweek che posteriori Bush ha avuto ragione ad invadere il paese mediorientale per esportarvi la democrazia.
che la democrazia si possa esportare è un dato di fatto: Si tratta di un concetto emerso in Europa ma che si è andato diffondendo anche al di fuori del vecchio continente. Che essa possa essere introdotto anche con mezzi militari è un altro fatto storico: il caso più clamoroso è quello del Giappone che reduce da un esperienza di tipo autoritario dopo la seconda guerra mondiale passò a un regime democratico con una costituzione di fatto redatta dall'occupante americano. Ma anche l'italia è in parte un caso di democrazie esportata poiché prima dell'avvento del fascismo c'erano state nel nostro paese solo esperienze in cui la partecipazione politiche era appannaggio di una ristretta cerchia di notabili e proprio l'allargamento del suffragio aveva creato i presupposti per la confusione istituzionale da cui sarebbe emersa la successiva dittatura mussoliniana. Solo con l'azzeramento delle vecchie strutture, provocato dal conflitto, si poterono creare i presupposti per un'esperienza istituzionale di tipo nuovo. Quindi da questo punto vista si può capire il perché non misono mai allineato a quei pacifisti che si sono stracciati le viste di fronte alla prospettiva di una democrazia esportata a suon di bombe, salvo poi celebrare ogni 25 aprile l'epopea del partigiano che ha scacciato l'invasore con certo mettendo i fiori nei cannoni.
Il nocciolo della questione sulla politica irachena di Bush non è però inerente alla democrazia esportata o meno. Occorre ricordarsi che l'Iraq venne invaso sull'onda lunga dell'emozione per gli attentati dell'11 settembre e mettendo sul tavolo prove false di legami tenuti da Saddam Hussein con Al Qaeda. Dunque gli americani mandarono i loro figli a combattere su quel fronte non per esportare la democrazia ma convinti che ciò fosse necessario a combattere la minaccia mortale del terrorismo islamico. E Bush e i suoi sodali raccontarono loro un sacco di balle. Con il risultato mandare a morire centinaia di migliaia di giovani e di consentire ad Al Qaeda quell'accesso al territorio iracheno che ai tempi di Saddam le era stato precluso.
In conclusione è augurabile che in Iraq si arrivi davvero a una democrazia compiuto ma se ciò avverrà dovrà essere attribuito all'eterogenesi dei fini di cui sono piene le pagine dei libri di storia e non certo alla volontà dell'ex presidente americano. E i suoi connazionali memori delle sue promesse dovrebbero chiedersi: con l'occupazione dell'Iraq il mondo gli americani sono più sicuri nei confronti degli attentati terroristici?

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