lunedì 15 marzo 2010

Alle regionali francesi vincono i socialisti e crolla la destra di Sarkozy. Le conseguenze per la politica dell'Eliseo


La sconfitta di Sarkozy e del suo partito, l'UMP, alle regionali francesi è du quelle pesanti: è il peggior risultato per la destra di governo dalla fondazione della V repubblica. Rovescio acuito acuito dal buon riscontro del fronte nazionale, il partito filofascista, di Jean Marie le Pen. L'affermazione socialista raggiunge punte che non si toccavano da 20 anni; il contestuale buon risultato dei verdi consente di intravedere la possibile costituzione un alternativa di governo a sinistra. L'altra faccia della medaglia riguarda le concessioni che i socialisti dovranno fare agli ecologisti sul piano dei programmi, riproponendo una compatibilità che già in passato si è presentata problematica.
Se le dimensioni del rovescio della destra inducono a pensare che l'elettorato abbia voluto dare al voto anche il significato di una sanzione all'operato del presidente Sarkozy, tuttavia ritengo sbagliato caricare di eccessivi significati politici il voto amministrativo francese. Tanto più in considerazione del fatto che le elezioni locali vengono vinte regolarmente dai socialisti dal 1993. Essi sono già al governo nella maggior parte delle regioni metropolitane ma si sono mostrati incapaci tradurre questo predominio locale in un consenso verso i loro programmi politici nazionali.
Infine la vittoria di Segolene Royal nella regione del Poitou-Charentes potrebbe rilanciarne le ambizioni nazionali in vista di una possibile nuova candidatura presidenziale, insidiando la leadership in casa socialista del segretario Martine Aubry

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