mercoledì 31 marzo 2010

Regionali 2010: Identikit dell'elettore leghista

Un profilo molto interessante dell'elettore del Carroccio ricavato estraendo una serie di elementi da diverse indagini di istituti demoscopici è quello che ci presenta il sito Termometro Politico; in estrema sintesi La Lega presenta gli elettori con il più alto tasso di fedeltà ( 95%) tra tutte le forze politiche e ha una composizione sociale eterogenea ( votano Lega liberi professionisti, imprenditori operai impiegati e disoccupati) ; chi vota lega si autodefinisce tendenzialmente di centro e le motivazioni che lo inducono a questa scelte sono diverse: al contrario di ciò che si pensa quella xenofoba e razzista non è la principale;ben più rilevante è il legame con il territorio o la sfiducia verso i parti di centro destra.

Alle Regionali del trionfo della Lega, manca l'effetto-traino di Berlusconi e cala il PD

Le elezioni regionali del 2010 vedono il sorpasso del centro destra anche nel governo locale. Prima del voto del 28 e 29 marzo la sinistra governava 14 regioni su 20; adesso dopo le quattro regioni ( Piemonte, Lazio, Campania, Calabria) è il centro sinistra ad avere il controllo di 11 Giunte regionali che amministrano una popolazione di 42 milioni. Il partito che incrementa maggiormente i consensi è la Lega: Il Carroccio raddoppia la sua base elettorale con un milione e 370 mila voti in più rispetto alle precedenti regionali del 2005. La grande novità è che l'avanzata del Carroccio non si limita al tradizionale terreno di caccia padano ( dove va comunque il sorpasso effettuato in Veneto ai danni del PDL come primo partito) ma si estende alle zone rosse: La lega aumenta i supoi consensi del 165% in Emilia Romagna, li raddoppia in Toscana, li triplica nelle Marche, li incremetna di sei volte nelle Marche. A fronte del successo leghista va registrata a sinistra la crisi di consenso del PD: Il partito Democratico perde due milioni di voti rispetto al 2005. la perdita è generalizzata ma particolarmente pronunciata in tre delle quattro regioni espugnate dal centrodestra ( in Calabria con oltre il 50%; in Campania e Piemonte circa il 30%; più contenuta nel Lazio con il 14%). Ad avvvanttaggiarsi del calo del PD è l'Italia dei Valori che dopo la Lega è il partito che registra l'incremento maggiore con 1 milione e 227 mila voti in più, pur partendo da un precedente dato di partenza assai basso.
Per quanto riguarda il PDL, al contrario di quanto affermano i suoi sostenitori, non c'è stato l'effetto trainante di Berlusconi sul centrodestta: il popolo della Libertà perde rispetto al 2005 oltre un milione di voti. il Dato va però interprtato tenedno conto che quasi 600000 voti sono stati persi nel Lazio a causa della mancata prsentazione della lista in provincia di Roma. Ciò detto il calo del PDL è marcato anche in molte regioni settentrionali Piemonte (–178 mila, –27%), Lombardia (–162 mila, – 11%), Veneto (–154 mila, –22%) – e “rosse” – Emilia-Romagna (–99 mila voti, -16%), Toscana (–95 mila, –19%).
Le elezioni regionali hanno visto un notevole riequilibrio dei rapporti di forza in entrambi gli schieramenti: nel 2005 Forza Italia e AN ( poi fusi nel PDL) avevano un consenso di 5,1 volte superiore a quello della Lega. Nel 2010 questo rapporto è sceso a 2,2. Stessa cosa dicasi per il centro-sinistra dove dal 2005 al 2010 l'incidenza dei consensi del Partito di Di pietro sull'intera coalizione è cresciuto dal 4% al 21%. Difficilmente i dirigenti nazionali dei due schieramenti potranno ignorare questi verdetti.
Per quanto riguarda le formazioni minori, L'UDC ha perso il 15% dei voti ( -227000) rispetto al 2005. Il calo è stato più marcato nelle regioni in cui il partito di Casini ha scelto di allearsi con il centro sinistra. Ma l'autentico crollo si è avuto per le formazioni della sinistra radicali che nonostante l'exploit di Vendola in Puglia hanno perso 1 milione 274 mila voti attestandosi su un modesto 3% a livello nazionale e confermando di subire la concorrenza di altre formazioni come l'IDV a cui si è aggiunta in questa tornata il movimento di Beppe Grillo che nelle 5 regioni in cui si è presentata ha ottenuto 390000 voti: un interessante risultato per una formazione che se presentava alle urne per la prima volta.

FONTE: ISTITUTO CATTANEO SU DATI MINISTERO INTERNO E REGIONI CALABRIA, PUGLIA, MARCHE, TOSCANA

sabato 27 marzo 2010

Luci e ombre di " Rai per una notte ": contro la censura troppo Santoro, poca informazione

Rai per una notte, l'esperimento di talk politico multicanale condotta da Michele Santoro e andata in onda contemporaneamente sul web, sul satellite ( sky e Current TV , ) e sul digitale terrestre tramite alcune tv locali va giudicata guadandola da diverse angolazioni. Anzitutto da quella della libertà di informazione: non bisogna dimenticarsi che l'iniziativa è nata come reazione alla lugubre scelta della Rai di censurare le trasmissioni di approfondimento politico in vista delle elezioni regionali. in secondo luogo il risultato stimato del 10-11% di share testimonia le grandi potenzialità dei nuovi media
Da qui a parlare di successo dell'informazione ce ne corre: un informazione deve essere problematica, d i una tematica deve saper accogliere sfaccettature e punti di vista diversi. A Rai per una notte non si è visto nulla di questo I contenuti mi hanno convinto solo nella parte in cui si ricostruiva tramite le intercettazioni il perché si è arrivati alla chiusura dei talks politici in Rai( i processi mediatici che non piacciono al cavaliere) ; male, anzi malissimo, invece l'eccesso di antiberlusconismo con la punta di Luttazzi che nobilita l'odio verso i Mascalzoni ( Silvio e i suoi accoliti) come mezzo per elogiare gli onesti.
Dal punto di vista politico cambia poco: il programma è servito a incrementare l'aura di martirio gravante attorno alla banda di Annozero ( Giovanni Floris e le sue pillole di saggezza apparivano decisamente fuori posto in un clima decisamente diverso dallo stiler con cui conduce Ballarò) e in questo senso è naturale che sia piaciuto a chi considera Berlusconi il male assoluto; mentre per converso tutti gli altri hanno mantenuto le proprie perplessità sullo stile informativo di Santoro o addirittura si sono visti confermare nell'opinione che ciò che unisca la sinistra sia sopratutto il disprezzo verso Papi Silvio

venerdì 26 marzo 2010

Lo scandalo pedofilia coinvolge anche Joseph Ratzinger? gli interessi della Chiesa e quelli delle vittime di abusi


Lo scandalo pedofilia torna a colpire la Chiesa e questa volta le indiscrezioni vorrebbero implicato lo stesso papa Ratzinger che ai tempi in cui era arcivescovo di Monaco avrebbe acconsentito al trasferimento nella sua diocesi di un sacerdote accusato di abusi sessuali verso minori. Non mi sfugge il fatto che dietro a queste ricorrenti accuse ci siano anche motivazioni anticlericali. Rimane il fatto che l'interesse principale dovrebbe consistere nella salvaguardia degli innocenti che hanno subito le violenze. Per questa ragione la Chiesa dovrebbe in primo luogo impegnare le sue energie nel recuperare i bambini che hanno subito dei torti così atroci da parte di membri del suo clero. La procedura di indagine canonica invece segue canali di assoluta riservatezza dando invece la sensazione di mettere al primo posto il mantenimento della rispettabilità dell'istituzione ecclesiastica. L'osservatore Romano scrive che tutto ciò non impedisce una parallela denuncia anche in sede civile. Formalmente è vero: ma di certo la segretezza con cui essa viene svolta non incoraggia quella collaborazione con le autorità civili che invece sarebbe auspicabile. La Chiesa non ha capito che in questo caso il silenzio non è una virtù. Venendo a mancare l'auspicata trasparenza appare poco credibile il proporsi come il bersaglio di un accerchiamento mediatico volto a delegittimarla .

mercoledì 24 marzo 2010

A Napoli tra camorristi e disoccupati regna il voto di scambio

il Mattino sta facendo una bella inchieste sul voto di scambio a Napoli. Personaggi legati direttamente o indirettamente alla Camorra vendono pacchetti di voti a 50 euro cadauna al migliore offerente. Ora l'inchiesta si allarga ai disoccupati. Il meccanismo ruota attorno a sigle sindacali di senza lavoro che predispongono propri comitati elettorali che concentrano la loro attenzione su un determinato candidato. vengono raccolti i nominativi dei votanti che s’impegnano a dare la preferenza in cambio del sussidio o di un posto. La procedura di controllo: dalla residenza si risale al seggio di appartenenza, in modo da poter verificare che a ciascun seggio corrispondano effettivamente il numero dei voti inizialmente preventivato. Il pagamento dovrebbe avvenire solo dopk che l'elettore si sia recato al seggio per votare il candidato concordato. Favorite sono le organizzazioni in grado di spostare pacchetti di preferenze.

La Digos ha diramato una informativa per rafforzare i controlli nelle aree più a rischio, da Scampia ai Quartieri spagnoli. La Procura attende i rapporti della polizia per poter a sua volta procedere relativamente alle ipotesi di reato..

martedì 23 marzo 2010

Rapporti tesi tra Usa e Israele su Gerusalemme est

Tra Stati Uniti e Israele c'è una tensione che non si respirava da decenni. Al congresso dell'AIPAC potente lobby filoisraeliana degli Stati Uniti Hillary Clinton ha ribadito che lo status quo tra palestinesi e israeliani è insostenibile; pronta la Replica del primo ministro israeliano Nethanyahu : "Gerusalemme è la nostra capitale". Nethanyahu si recherà da Obama chiedendo di intensificare la pressione per nuove sanzioni contro l'Iran in sede ONU. Obama, forte sul piano interno del successo sulla riforma sanitaria, è probabile che ribadisca come la costruzione di nuovi insediamenti a Gerusalemme est è illegale sulla scia di quanto già espresso dall'ONU e dal quartetto.

Papa Benedetto e Papi Silvio a braccetto contro l'abortista Bonino


Una mano lava l'altra. E mentre Berlusconi elogia benedetto XVI per l'efficace ( a suo dire) risposta contro la pedofilia, la CEI tramite il suo presidente cardinal Bagnasco invita a votare contro l'aborto. L'aborto è veramente la priorità in un Paese colpito da un devastante degrado morale? Perchè non pronunciarsi contro la corruzione? o contro la mercificazione della donna? la risposta forse è perchè solo nel primo caso l'indicazione può valere come invito a votare il partito del Santo Cavaliere, pluriprescritto per corruzione e tutore di gnocche ed escort, contro le abortiste sacrileghe Bonino e Bresso.
Più che sull'aborto ritengo che i timori della Chiesa sono rivolti verso i propri rilevanti interessi nella sanità di queste regioni che potrebbero essere intaccati da esponenti politici dichiaratamente anticlericali

lunedì 22 marzo 2010

La riforma sanitaria di Obama : trionfo o suicidio politico?


Obama porta a casa il primo grande successo del suo mandato presidenziale con l'approvazione della riforma sanitaria da parte della Camera dei rappresentanti; il presidente ora ratificherà il testo senza gli ultimi emendamenti; questi ultimi per essere approvati dovranno ripassare al vaglio dal Senato anche se per essi sarà sufficiente la maggioranza semplice dei 51 senatori che dovrebbe essere solo una formalità; il nuovo health care non istituisce un sistema sanitario nazionale sul modello europeo ma costituisce comunque un epocale innovazione rispetto alla tradizionale mentalità americana perché fornisce facilitazioni e sgravi per sottoscrivere una assicurazione privata; riduce i costi delle assicurazioni private; infine le aziende con dipendenti superiori a 50 unità dovranno aiutare gli impiegati ad assicurarsi.
Per raggiungere l'obiettivo ha dovuto vincere le resistenze dei deputati democratici antiabortisti emanando un executive order con cui si stabiliva che l'aborto non sarebbe stato pagato con i soldi pubblici.
I repubblicani promettono battaglia per le elezioni di novembre sul costo della riforma940 miliardi di dollari da coprirsi con tagli al medicare e con ulteriori tasse. Molti americani potrebbero non capire perché il presidente ha scelto di occuparsi di sanità in un momento in cui la priorità è il rilancio dell'economia e la creazione di nuovi posti di lavoro. E il rischio immediato di questa incomprensione per Obama è quello di perdere la maggioranza alla Camera dei rappresentanti, e ciò lo condannerebbe a vivacchiare per il resto del suo mandato sulla scia di quanto accadde già a Clinton.

domenica 21 marzo 2010

Gordon Brown vuole abolire la Camera dei Lord

In Gran Bretagna il primo ministro laburista Gordon Brown si gioca l'ultima carta per ribaltare il risultato delle elezioni politiche del prossimo 6 maggio che tutti i sondaggi lo vogliono: si tratta della proposta di abolizione della camera dei Lord e della sua sostituirla con una camera elettiva che abbia il compito di esaminare le leggi prima che entrino in vigore. Blair aveva ridotto in numero dei pari ereditari fino a 92. L'obiettivo di Broown sarebbe quello di sottrarre al leader conservatore David cameron un po' di consenso presso i cittadini che sono in gran parte contrari ai privilegi dei Pari. Ma gli inglesi non vogliono una seconda camera elettiva sul modello italiano visti i problemi di legittimità che si verrebbero a creare nel caso di posizioni discordanti delle due Camere su uno medesimo progetto di legge.

Il popolo di Berlusconi in piazza: la libertà di gonfiare il numero dei partecipanti


Una delle manifestazioni più evidenti della tendenza dei politici a mentire avviene quando si tratta di fornire i numeri delle manifestazioni di piazza da loro organizzate. Nel 2008 il Pd dichiarò che ad ascoltare Walter Veltroni al Circo Massimo c'erano due milioni e mezzo di persone in un luogo che ne può contenere al massimo mezzo milione. Pochi mesi dopo il buon Walter dopo l'ennesimo ruzzolone elettorale fu defenestrato dagli stessi che in quell'occasione ne avevano esaltato la capacità di catalizzare folle oceaniche. Oggi è toccato al PDL dare i numeri: per i dirigenti del partito dell'amore un milioni di discepoli si sono radunati in Piazza San Giovanni per sentire la Buona Novella del Messia Silvio . Il problema è che quella piazza può contenere 2500000 persone al massimo se si sta stretti come delle acciughe.
Duemila anni fa ci si limitava alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, oggi invece le doti sovrannaturali dell'Unto consentono di moltiplicare le persone.
A parità di balle, inutile aspettarsi per Berlusconi una sorte identica a quella di Veltroni. Il re è meno nudo quando ci sono tanti giornali e televisioni disponibili a teamutare le tue bugie in verità rivelata. La manifestazione del PDL si inserisce nel solco della strategia del Cavaliere all'indomani dell'esclusione delle liste volta a contrapporre il partito dell'amore ai comunisti infidi che con la'iuto dei giudici mirano a impedire agli avversari di presentarsi alle elezioni democratiche. C'è da giurare che visti i potenti mezzi di cui dispone il Papi tale piano potrà andare in porto.

sabato 20 marzo 2010

Il presidenzialismo di Berlusconi guarda più ad Arcore che agli Stati Uniti


Berlusconi ha rilanciato la carta del presidenzialismo proponendo la elezione diretta del presidente della Repubblica. Ma il presidenzialismo che ha in testa il presidente del Consiglio è molto differente da quello del celebre modello americano . Per Silvio essere eletti direttamente dal popolo significherebbe essere autorizzati a fare quello che gli pare senza quei pesi e contrappesi ( Checks and balances) del sistema statunitense che invece a lui nei fatti infastidiscono tanto. Negli Stati Uniti titolare esclusivo della funzione legislativa è il Congresso e pur essendoci gli ordini esecutivi ( i c.d. executive orders) un presidente si sognerebbe di governare a suon di decreti come fa il nostro Papi. Nentre negli Stati Uniti il presidente Clinton è stato sottoposto a procedura di impeachment per aver mentito in una dichiarazione giurata sulla sua relazione con Monica Lewinsky in Italia Berlusconi si fa le leggi per evitare i processi che lo vedono imputato in reati ben più gravi. Mentre negli Stati Uniti è il Congresso a stabilire l'ammontare del budget finanziario con cui l'amministrazione presidenziale può svolgere le sue politiche, in Italia il governo per eliminare ogni tipo di dibattito ha posta la fiducia sulla legge finanziaria. Notate qualche differenza tra il presidenzialismo americano e quello che ha in mente il Cavaliere?

giovedì 18 marzo 2010

Chi pagherà per Stefano Cucchi, torturato, picchiato e lasciato morire di sete?


Stefano Cucchi è morto di sete. Stando ai risultati dell'inchiesta della commissione parlamentare, a causare il 22 ottobre del 2009 il decesso del ragazzo romano all’ospedale Pertini di Roma dopo una settimana di agonia fu "una grave forma di disidratazione". Cucchi subì delle lesioni, ma queste pur nella loro gravità ( anche delle fratture) non sono la causa diretta della morte.
Stefano Cucchi rifiutava il cibo e l'acqua per richiamare l'attenzione sulla gravità della sua situazione in modo che gli venisse concesso un colloquio con un avvocato. Ma nessuno dei medici che avrebbero avuto il dovere di assisterlo si era accorto o ha voluto accorgersi che la situazione stava diventando irreversibile. nel tentativo disperato di revndicare un suo diritto a Stefano Cucchi è stata riservata una morte orrenda: picchiato e torturato, è stato lasciato che si consumasse per mancanza di acqua nell'organismo come non capita più nemmeno alle bestie a cui almeno si concede la pietà del colpo di grazia.
Sono convinto che i familiari di Stefano non avranno giustizia e che i responsabili di questo supplizio pagheranno in maniera risibile per il crimine di cui sono stati complici e protagonisti

lunedì 15 marzo 2010

Alle regionali francesi vincono i socialisti e crolla la destra di Sarkozy. Le conseguenze per la politica dell'Eliseo


La sconfitta di Sarkozy e del suo partito, l'UMP, alle regionali francesi è du quelle pesanti: è il peggior risultato per la destra di governo dalla fondazione della V repubblica. Rovescio acuito acuito dal buon riscontro del fronte nazionale, il partito filofascista, di Jean Marie le Pen. L'affermazione socialista raggiunge punte che non si toccavano da 20 anni; il contestuale buon risultato dei verdi consente di intravedere la possibile costituzione un alternativa di governo a sinistra. L'altra faccia della medaglia riguarda le concessioni che i socialisti dovranno fare agli ecologisti sul piano dei programmi, riproponendo una compatibilità che già in passato si è presentata problematica.
Se le dimensioni del rovescio della destra inducono a pensare che l'elettorato abbia voluto dare al voto anche il significato di una sanzione all'operato del presidente Sarkozy, tuttavia ritengo sbagliato caricare di eccessivi significati politici il voto amministrativo francese. Tanto più in considerazione del fatto che le elezioni locali vengono vinte regolarmente dai socialisti dal 1993. Essi sono già al governo nella maggior parte delle regioni metropolitane ma si sono mostrati incapaci tradurre questo predominio locale in un consenso verso i loro programmi politici nazionali.
Infine la vittoria di Segolene Royal nella regione del Poitou-Charentes potrebbe rilanciarne le ambizioni nazionali in vista di una possibile nuova candidatura presidenziale, insidiando la leadership in casa socialista del segretario Martine Aubry

domenica 14 marzo 2010

Berlusconi chiede a Innocenzi (Agcom) di chiudere Annozero. il ruolo della politica e quello della magistratura

Le intercettazioni pubblicate dal Fatto Quodiano che proverebbero le pressioni esercitate dal presidente del Consiglio Berlusconi al membro della autorità garante per la comunicazioni Innocenzi Botti per far chiudere le trasmissioni Annozero e Ballarò sono il classico segreto di Pulcinella. Da una parte abbiamo Berlusconi che non ha mai fatto mistero di considerare quel tipo di trasmissioni dei processi in TV e che dunque per questo andrebbero chiusi. Dall'altra abbiamo un membro di un'autorità che di indipendente ha solo il nome giacché le nomine sono gestite dal Parlamento e dallo stesso presidente del Consiglio. Nello specifico Innocenzi Botti è un ex parlamentare di Forza Italia nonché sottosegretario del governo Berlusconi dal 2001 al 2005. Dunque non è per nulla sorprendente se Berlusconi manifesta in privato opinioni più volte espresse in pubblico e se Innocenzi, che occupa quel ruolo proprio perché indicato dal suo partito, si mostra sensibile alle lagnanze del suo leader politico. Poi c'è il terzo uomo Minzolini, direttore di un TG1 da sempre ostaggio della lottizzazione politica e dunque oggi come ieri espressione di chi detiene le redini del comando. I magistrati di Trani, titolari dell'inchiesta, ipotizzano un reato di concussione. Premesso che è doveroso che i giudici procedano nell'accertamento dei fatti, è mia personalissima opinione che stando a quando sinora emerso sarà difficile dimostrare il compimento di reati.
Difatti il problema più che giudiziario è politico e riguarda la natura delle autorità di garanzia e del servizio pubblico radiotelevisivo che per come sono configurate attualmente non svolgono il ruolo che gli dovrebbe competere ma servono solo a tutelare i politici di cui sono l'emanazione. Una situazione a cui ha contribuito anche il centrosinistra che piange lacrime di coccodrillo ma che non concreto non si è mai schierata contro la lottizzazione dei posti chiave ma anzi l'ha completamente sposata quando era al governo.
Rresta la situazione di intollerabile malcostume che andrebbe risolta con la riorganizzazione sia della Rai che autorità di controllo in modo da renderle effettivamente indipendenti. Ma davvero la politica ha interesse a fare questo passo?

sabato 13 marzo 2010

Decreto salvaliste: scende in piazza il masochismo mediatico della sinistra

Il centrosinistra scende in piazza per protestare contro il decreto salva liste. Un perfetto assist per le armate mediatiche del Cavaliere che potrà impostare il resto della propaganda elettorale sulle regionali dicendo che la sinistra si rivolge alla piazza per chiedere che le liste degli avversari non possano presentarsi alle elezioni.
Ma quanto sono astuti i dirigenti politici dell'opposizione!!! Ogni giorno se ne inventano una nuova pur di lasciare al potere Silviuccio :(
Almeno avessero aspettato a fare la manifestazione dopo quelli del PDL....

La democrazia in Iraq: le ragioni di Bush e l'eterogenesi dei fini


Indipendentemente dal loro esito le elezioni presidenziali tenutesi in Iraq saranno un successo democratico. Sopratutto grazie alla massiccia partecipazione delle donne che si sono recate alle urne nonostante la costante minaccia di attentati. Tanto da far dire al celebre periodico americano Newsweek che posteriori Bush ha avuto ragione ad invadere il paese mediorientale per esportarvi la democrazia.
che la democrazia si possa esportare è un dato di fatto: Si tratta di un concetto emerso in Europa ma che si è andato diffondendo anche al di fuori del vecchio continente. Che essa possa essere introdotto anche con mezzi militari è un altro fatto storico: il caso più clamoroso è quello del Giappone che reduce da un esperienza di tipo autoritario dopo la seconda guerra mondiale passò a un regime democratico con una costituzione di fatto redatta dall'occupante americano. Ma anche l'italia è in parte un caso di democrazie esportata poiché prima dell'avvento del fascismo c'erano state nel nostro paese solo esperienze in cui la partecipazione politiche era appannaggio di una ristretta cerchia di notabili e proprio l'allargamento del suffragio aveva creato i presupposti per la confusione istituzionale da cui sarebbe emersa la successiva dittatura mussoliniana. Solo con l'azzeramento delle vecchie strutture, provocato dal conflitto, si poterono creare i presupposti per un'esperienza istituzionale di tipo nuovo. Quindi da questo punto vista si può capire il perché non misono mai allineato a quei pacifisti che si sono stracciati le viste di fronte alla prospettiva di una democrazia esportata a suon di bombe, salvo poi celebrare ogni 25 aprile l'epopea del partigiano che ha scacciato l'invasore con certo mettendo i fiori nei cannoni.
Il nocciolo della questione sulla politica irachena di Bush non è però inerente alla democrazia esportata o meno. Occorre ricordarsi che l'Iraq venne invaso sull'onda lunga dell'emozione per gli attentati dell'11 settembre e mettendo sul tavolo prove false di legami tenuti da Saddam Hussein con Al Qaeda. Dunque gli americani mandarono i loro figli a combattere su quel fronte non per esportare la democrazia ma convinti che ciò fosse necessario a combattere la minaccia mortale del terrorismo islamico. E Bush e i suoi sodali raccontarono loro un sacco di balle. Con il risultato mandare a morire centinaia di migliaia di giovani e di consentire ad Al Qaeda quell'accesso al territorio iracheno che ai tempi di Saddam le era stato precluso.
In conclusione è augurabile che in Iraq si arrivi davvero a una democrazia compiuto ma se ciò avverrà dovrà essere attribuito all'eterogenesi dei fini di cui sono piene le pagine dei libri di storia e non certo alla volontà dell'ex presidente americano. E i suoi connazionali memori delle sue promesse dovrebbero chiedersi: con l'occupazione dell'Iraq il mondo gli americani sono più sicuri nei confronti degli attentati terroristici?

venerdì 12 marzo 2010

Berlusconi grida al complotto per nascondere il pasticcio delle liste PDL

Dopo le pronunce del Tar del Lazio e dell'ufficio elettorale della regione che hanno escluso la lista del PDL, la linea portata avanti da Berlusconi è quella volta a sostenere l'esistenza di un disegno della sinistra e dei giudici per impedire al PDl di partecipare alle elezioni. L'idea di una sinistra che per gareggiare da sola cerca di eliminare l'avversario politico è una costante di Berlusconi e per questo Bersani parla di un disco rotto riferendosi alle parole del premier. Sta di fatto che questo disco rotto ha invece ottime possibilità di produrre un suono gradevole alle orecchie dell'opinione pubblica. Perchè è prevedibile che la campagna del Cavaliere sia pressante fino alla data del voto e perché il Pd non sembra essere in grado di opporre una strategia comunicativa altrettanto efficace. Tanto più in se si considera il rischio di appiattirsi sulle posizioni forcaiole di Di Pietro che piacciono tanto ai suoi fans ma che a poco servono nel tentativo di conquistare l'elettorato moderato.

sabato 6 marzo 2010

Violenze del G8 a Bolzaneto: Imputati responsabili civilmente ma reato prescritto

La Corte di appello di Genova ha stabilito che le violenze a Bolzaneto durante il g8 ci furono. Giustizia è fatta? Nemmeno per sogno visto che pur riconoscendo la colpevolezza degli imputati che dovranno anche pagare i relativi risarcimenti alle parti civili, i reati sono stati prescritto e se si fa eccezione per i sette che avevano rinunciato ad avvalersi della prescrizione, tutti gli altri non si faranno un giorno di carcere. Ma quel che è peggio rischiamo di trovarceli di nuovo a svolgere le funzioni di (pseudo)servitori dello Stato come guardie carcerarie, poliziotti, carabinieri o medici. Se l'Italia avesse una legge che condanna la tortura, reato per il quale non è prevista la prescrizione, non ci sarebbe più spazio per l'ambiguità.

Dalle leggi ad personam al decreto ad listas: l'evoluzione del concetto di legalità nel PDL

Il nuovo slogan coniato dai Berluscones in seguito al pasticcio delle liste elettorali irregolari è che la sostanza deve prevalere sulla forma. Ma in una democrazia la forma è sostanza: serve per evitare che la forza dei potenti prevarichi i diritti dei più deboli. E tutto si può dire fuorché quelli del PDL siano deboli: hanno un potere con pochi uguali nella storia repubblicana. In questo caso hanno semplicemente fatto un pasticcio e ben lungi dall'ammettere i propri errori, con l'arroganza tipica dei potenti che vogliono passare per vittime, ecco sfornato l'escamotage del decreto interpretativo
Di solito condivido le prese di posizione del nostro presidente della Repubblica. Ma stavolta pur rispettandone la scelta di formare il decreto faccio fatica a comprenderla. Napolitano aveva dato il via libero all'opzione del decreto purchè non si stravolgessero le regole . Peccato che la legge vieti l'uso di decreti in materia elettorale. (art. 15 della legge n. 400 del 1988). Tanto più che quando nel testo del decreto si legge che la mera presenza nei locali in cui cui si devono consegnare i documenti per la liste elettorali equivale alla loro effettiva presentazione nei tempi previsti è difficile non pensare di essere di fronte a una vera e propria innovazione delle disposizioni di legge tagliata su misura della situazione venutasi a creare per la lista del PDL nella Provincia di Roma che tra l'altro non era stata neppure materialmente presentata. Il precedente che si è venuto a creare è di una gravità inaudita: ora ogni governo si potrà sentire in diritto di cambiare per decreto all'ultimo minuto le regole su quello che rimane il momento culminante di una democrazia: il voto. Ma d'altronde la soluzione trovata dal Cavaliere è nella scia del vecchio adagio tanto in voga in Italia secondo cui la legge per i nemici si applica e per gli amici si interpreta.

giovedì 4 marzo 2010

Vi ricordate Erika e Omar? Lui è libero nove anni dopo l'omicidio

Ricordate Omar Favaro? Questo nome da solo dice poco, ma associato a quello di Erika fa tornare in mente la vicenda della madre e del fratellino di lei, barbaramente e assurdamente uccisi da coloro che allora erano due fidanzatini. Oggi Omar Favaro torna a essere un uomo libero. Sono passati appena nove anni da quell'efferato episodio di cronaca che turbò profondamente l'opinione pubblica italiana. Omar ha pagato il suo debito, grazie al fatto che al momento del crimine i due omicidi erano minorenni e all'indulto che ha abbonato tre anni di carcere. E' giusto che per un assassinio di questo tipo si venga a scontare una pena così ridotta? da mio punto di vista la risposta è ovviamente negativa. L'ennesimo sintomo di come la giustizia nel nostro Paese sia tutto fuorchè giusta.

mercoledì 3 marzo 2010

Amflora, la patata transgenica. Qualche interrogativo sull'uso degli OGM

La Basf ha ricevuto dall'Unione Europea l'autorizzazione alla coltivazione della patata transgenica Amflora. Chiarito che essa non avrà usi alimentari ma verrà dirottata per la produzione di carta e alcool restano degli interrogativi. Come si potrà essere sicuri che questi prodotti non verranno distribuiti clandestinamente sul mercato alimentare? E qualora la loro introduzione avvenga anche per via legale, non c'è il rischio che i grandi interessi economici spingano a mettere in un angolo i prodotti non OGM? Infine occorre ricordare che questa patata è stata progettata in laboratorio per resistere all'attacco dei battieri: anche ammettendo che ciò non abbia alcun effetto negativo per la salute di chi se ne dovesse nutrire, siamo sicuri che la sua introduzione non porterà delle modificazioni all'humus dei terreni in cui vengono coltivate?

martedì 2 marzo 2010

La tragicommedia della lista PDL in Lazio. Il lato oscuro del partito ad personam


La vicenda della mancata presentazioni nei termini prescritti della lista del pDL per le regionali del Lazio è tragicomica. Non si sa se ridere per il dilettantismo dimostrato dai dirigenti del partito dell'amore o se piangere per le successive scuse da loro accampate per giustificare le loro mancanze. Il sospetto lanciato di un complotto della sinistra è tanto stucchevole quanto avventato il richiamo della Polverini al ruolo di garanzia del Capo dello Stato che difatti ha precisato di non poter interferire in un potere di controllo di esclusiva competenza dei giudici.
D'altronde è l'altra faccia della medaglia di un partito personalistico, l'effetto collaterale di uno schieramento in cui i quadri intermedi non vengono selezionati in base alla loro competenza ma alla costanza devozionale con cui adulano il padrone.
Detto ciò è augurabile che la lista possa comunque venire regolarmente iscritta per salvaguardare le aspettative di quei cittadini che la vogliono votare. Ma non si può nemmeno sottacere che se esistono delle regole a tutela dell'ordinato svolgimento della competizione elettorale, esse devono essere rispettate rigorosamente da tutti senza eccezioni. E anche per questo il rammarico del Cavaliere per l'eccesso di burocrazia appare stonato: rifletta piuttosto il Papi ( se ci riesce o se ne ha voglia) sul valore delle persone di cui si circonda come collaboratori.

lunedì 1 marzo 2010

A Vancouver Razzoli splende nel buio dell'Italia a cinque cerchi


La medaglia d'oro nello slalom di Giuliano Razzoli salva solo in parte la spedizione italiana a cinque cerchi a Vancouver. Senza l'exploit del "Razzo" il bottino azzurro in terra canadese sarebbe stato ben misero, con in carniere altre quattro medaglie, un argento e tre bronzi e si sarebbe dovuti tornare indietro a Lake Placid 1980 ( allora ci furono solo due argenti) per scovare un medagliere azzurro altrettanto mediocre.
La vittoria di questo emiliano di 25 anni dalla faccia pulita e dallo sguardo sereno è un lampo di un singolo, frutto di volontà e di sacrifici fatti da lui e dalla sua famiglia. Per il resto il comune denominatore degli italiani sono state le controprestazioni di troppi atleti di punta ( si salvano solo l'argento di Piller Cottrer nel fondoe il bronzo dell'eterno Zoeggeler alla sua quinta medaglia olimpica consecutiva nello slittino in altrettante edizioni dei giochi) e gli inquietanti buchi che incominciano ad emergere in molte discipline della neve e del ghiaccio. Interi settori come quello del bob,del biathlon e dello snowboard sono naufragati nell'anonimato. Lo sci alpino oltre al già citato Razzoli ha saputo esprimere come nota lieta solo il quarto posto della giovane Johanna Schnarf nel supergigante femminile, mentre si èregistrato il crollo dei gigantisti su cui era lecito riporre speranze di medaglie, ma incapaci di adattarsi a una neve farinosa sui cui bisognava sciar con dolcezza , in maniera molto diversa dall'aggressività con cui sono soliti affrontare le piste ghiacciate delle Alpi. Ancora più preoccupanti le prospettive dello sci nordico: la squadra è anziana con molti atleti all'ultima Olimpiade ( compreso il nostro portabandiera Giorgio Di Centa, autore di dignitose prestazioni ma anche lui fuori dal podio) e non si intravede il necessario ricambio generazionale. Nel pattinaggio velocità, l'eroe di Torino 2006 Enrico Fabris è crollato, forse per cattiva forma, forse per la troppa pressione, e il resto della squadra lo ha seguito dappresso. Nell'artistico si sono salvati il doppio della danza Faiella-Scali ( buoni quinti) mentre imbarazzante è stata l'esibizione costellata di cadute in serie da parte di Carolina Kostner, stellina sempre meno splendente che conferma di aver grossi limiti mentali nell'approccio al grande appuntamento. Nello short track c'è stato il bronzo della giovane Arianna Fontana: anche in questo caso si tratta però di una isolata prestazione individuale tanto più che la stessa atleta non ha nascosto lo scarso feeling esistente con il resto della squadra. Qualche nota lieta nel grigiore gnerale lo ha riservato il settore della combinata nordica con il bronzo del ventenne Alessandro Pittin ( vera e unica sorpresa in positivo per gli azzurri nonchè prima storica medaglia olimpica di quel settore ) corredata dal buon comportamento dei suoi compagni Giuseppe Michielli, Lukas Rungalldier, e Armin Bauer: almeno questa disciplina nei prossimi anni potrà regalarci buone soddisfazioni.
Per il resto sarà compito delle federazioni e del Coni riflettere sulle brutte figure fatte per poi approntare gli opportuni rimedi. Non facciamoci soverchie illusioni però: ci vorranno anni per trovare le soluzioni. Ovverosia il tempo necessario per fare una buona programmazione e far crescere i giovani. Una strada che si preannuncia in salita, sempre che si abbia davvero la volontà di intraprenderla.